Frida Kahlo è arrivata a Milano. Da oggi, 1 febbraio , fino al 3 giugno 2018 il MUDEC-Museo delle Culture la celebra con una grande e nuova retrospettiva. In un’unica sede, dopo 15 anni, saranno esposte tutte le opere provenienti dal Museo Dolores Olmedo di Città del Messico e dalla Jacques and Natasha Gelman Collection, le due più importanti e ampie collezioni di Frida Kahlo al mondo. Il curatore Diego Sileo ha anticiapato che «Sarà una mostra “di rottura” rispetto a tutte le mostre finora proposte negli ultimi anni» anche grazie all’Archivio di Casa Azul, scoperto nel 2007. ArtsLife lo ha incontrato per una intervista. Ecco cosa ci ha raccontato.
Perché questa mostra su Frida Kahlo sarebbe diversa dalle precedenti?
Perché ho cercato, e spero di esserci riuscito, di presentare Frida non solo attraverso la sua tormentata vicenda biografica, accantonando gli aspetti più noti della sua vita e per raccontarla come artista straordinaria. Lei, da autodidatta, è riuscita a raggiungere un elevato livello tecnico grazie alla sua preparazione personale. La mostra vuole sottolineare il suo aspetto di artista anticipatrice, innovatrice e artisticamente preparata.
Hai passato lunghi periodi in Messico, cosa hai scoperto di nuovo sull’opera di Frida?
Ciò che la mostra svelerà per la prima volta è l’archivio ritrovato nel 2007 a Casa Azul rimasto nascosto nelle stanze da bagno, chiuse per ordine testamentale di Diego Rivera e dove sono stati ritrovati scritti, documenti, disegni e oggetti personali. Alla morte dell’unica erede, Dolores Olmedo, il figlio di questa ha ereditato la casa-museo. Caso vuole che cadano i cent’anni dalla nascita di Frida, così decide di aprire tutte le stanze. Ecco riscoperti documenti, fotografie scattate dall’artista e disegni inediti che per la prima volta saranno esposti al Mudec.
C’è un’opera che prediligi?
La scelta è un po’ difficile ma, in questo momento, penso che sia un disegno che abbiamo ritrovato in questo nuovo archivio, senza data, probabilmente degli anni ’50, dal titolo Le apparenze ingannano. Un autoritratto in duplice veste: in parte si ritrae con il corpo martoriato e in parte con un bellissimo vestito, per la prima volta svela il suo corpo.
Due opere mai esposte prima in Italia – Autoritratto con scimmia e Nina con collar, come ci sei riuscito?
Per la preparazione della mostra ci sono voluti più di sei anni di lavoro. Il progetto, le richieste di prestiti ai musei e ai privati e altro ancora. Non è stato sempre facile. Nel caso dell’Autoritratto con scimmia che arriva per la prima volta in Italia, ottenere il prestito è stato molto difficoltoso perché è un capolavoro assoluto, uno degli autoritratti più belli e significativi di Frida ed è ovviamente la fonte di attrazione del Museo di Buffalo. Per fortuna il progetto ha convinto i responsabili del museo e hanno deciso, per la prima volta, di prestare l’opera. Mentre Nina con collar è stata una coincidenza fortunata. L’opera, che si pensava dispersa, è poi riemersa due anni fa: ho rintracciato e contattato il nuovo proprietario dell’opera che affascinato dal progetto ha accettato di prestarla. Questa sarà la prima volta al mondo che sarà vista.
Puoi azzardare qualche previsione numerica di pubblico?
L’artista è amatissima ed è fuori discussione che la mostra sarà di richiamo e che sarà un successo numero di pubblico. Frida Kahlo, come nessun altro, piace alle folle, ai giovani e ai meno giovani, penso proprio grazie alla sua passione esistenziale, al suo essere anticonformista e liberale. Frida Kahlo come nessun altro ha creato un certo fanatismo mondiale e penso anche abbastanza unico e raro, piace alle folle, intendiamoci ritengo che sia un effetto bellissimo, perché, sia come artista sia come donna, merita tutto questo successo.
Quello che vorrei che, oltre al successo numerico, si possano cogliere le differenze con le mostre precedenti dedicate all’artista. Il Mudec avrà una mostra popolare, non intendo in senso negativo,e potrà attirare visitatori che non avevano avuto ancora l’occasione di conoscere il museo.
Secondo te, che approccio dovrebbe avere il pubblico della mostra?
Vorrei che il pubblico andasse oltre la passione per l’icona, che si approcci con un occhio più intimista, per capirla, amarla e ammirarla anche e soprattutto per le sue capacità artistiche. E’ fondamentale l’osservazione delle opere nei particolari, in particolare soffermarsi sugli sfondi.
Dopo questa mostra al Mudec proseguirai con una nuova esposizione al Pac, di cosa si tratta?
A fine marzo, al Pac, sarò il curatore di una nuova mostra dedicata a un’altra artista messicana Teresa Margolles. Avremo in città due momenti cruciali dell’arte messicana, al Pac vedremo un’ artista contemporanea con la sua arte di denuncia, e quindi un’altra faccia del Messico, legata alle problematiche odierne. Un confronto tra il Messico post-rivoluzionario di Frida e l’arte contemporanea con installazioni che rappresentano il presente e la cruda e dura contemporaneità e quindi tutte le problematiche legate alla violenza e al narcotraffico. Un racconto storico diverso fatto da due grandi artiste.
Diego Sileo (Milano 1977) è un teorico e storico d’arte, nel 2004 ha iniziato la sua collaborazione con il Comune di Milano e dal 2013 è curatore del PAC Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano. Ha conseguito la specializzazione presso l’Università degli Studi di Milano e il dottorato in arte contemporanea latinoamericana presso l’Università degli Studi di Udine. Studioso e grande conoscitore dell’arte sudamericana, ha frequentato corsi di specializzazione presso l’Università di Città del Messico e l’Università di Buenos Aires. Dal 2010 ha partecipato, come unico membro europeo, del progetto di ricerca sul nuovo archivio di Frida Kahlo e Diego Rivera del Museo Frida Kahlo di Città del Messico. Le sue ricerche hanno contribuito a rendere nota in Italia l’opera di artisti quali Remedios Varo, Leonora Carrington, María Izquierdo, David Alfaro Siqueiros, José Clemente Orozco e Diego Rivera. Ha partecipato a numerosi convegni italiani e internazionali come relatore su tematiche e problematiche dell’arte contemporanea latinoamericana. È autore delle prime monografie italiane di Remedios Varo (2007), Abel Azcona (2015) e Carlos Martiel (2016) e ha al suo attivo diversi saggi per riviste di settore e per cataloghi di mostreLa sua preparazione sulla storia artistica e personale di Frida fa sì che sia uno degli studiosi più accreditati.
FRIDA KAHLO. Oltre il mito
a cura di Diego Sileo
MUDEC – Museo delle Culture di Milano
1 febbraio – 3 giugno 2018
MUDEC – Museo delle Culture di Milano (Via Tortona, 56)
ORARI Lun 14.30 -19.30 30 [Lunedì mattina aperto dalle 10.00 alle
14.30 SOLO per gruppi e scuole su prenotazione con
ingresso ogni 15 minuti]
| Mar, Mer, Ven, Dom 09.30 – 19.30 | Gio, Sab 9.30-22.30
Il servizio di biglietteria termina un’ora prima della chiusura
BIGLIETTI Intero € 12,00 | Ridotto € 10,00
hola, tengo una colección de cartas, libros y pinturas que pertenecieron a FRIDA KHALO, quisiera saber si ustedes pueden certificarlas autentificarlas y valuarlas, por favor les agradecería mucho si pudieran contactarme, muchas gracias