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È l’Europa, bellezza, di Michele Gerace

È l'Europa, bellezza

È l'Europa, bellezzaÈ un libro imperfetto, avventato, e per questo forse autentico, che si perfeziona ogni volta che il lettore, chiamato a confrontarsi senza tabù su temi di grande complessità e rilevanza, sceglie di condividere una piccola responsabilità e si coinvolge in una lotta contro l’indifferenza. Agisce. Accetta l’invito all’agitazione culturale.

Questo libro si basa su capitoli pubblicati nel blog “È l’Europa, bellezza” su Eunews.it contenenti conversazioni da bar con persone che rappresentano comunità territoriali, associative, accademiche e culturali.

Le conversazioni si accompagnano a iniziative, anche radiofoniche e televisive, che con il tempo si sono dimostrate estremamente contagiose e che in questo momento sono espressione di una bellissima comunità in movimento. Per ciascun capitolo è indicato un tempo medio di lettura ed è consigliato l’ascolto di un brano musicale.
Aiutato dall’ascolto di buona musica, il lettore audace potrà leggere l’intero libro tutto di un fiato. In tal caso potrà ritenersi impegnato per un paio d’ore.

I capitoli seguono un filo narrativo, si richiamano l’uno agli altri, contengono conversazioni con chi ancora crede nella bellezza dell’idea di Europa e nella necessità pratica degli Stati Uniti d’Europa.

«Mi fa molto piacere che Michele Gerace abbia provato, finalmente, a mettere insieme tante sue conversazioni e incontri con persone che di Europa si sono occupati, modestamente appassionati, o che per l’Europa si sono indignati, arrabbiati o semplicemente incuriositi. E che trovino qui traccia alcuni degli incontri fatti insieme al Bar Europa, una formula nata per caso, guarda un po’ tra chiacchiere al bar, alla ricerca di un confronto senza pretese e ruoli predefiniti, senza vetrine per alcuno, più che altro per passione e per rivendicare la voglia di non prendersi sul serio.
Il fatto che tanti di questi incontri ci abbiano lasciato più con domande che con risposte, e’ un ottimo segno. Perché in sostanza quando si incontra qualcuno o si parla di qualcosa e’ buon segno pensare poi con alcuni termini dubitativi, non necessariamente perché se ne diffidi o lo si giudichi male, ma perché le domande che ci poniamo su qualcuno o qualcosa dimostrano che non ne siamo indifferenti, che ci interroghiamo sui perché un po’ come quando eravamo bambini. Come quando le risposte non spettavano a noi, ma già le cercavamo». Marco Piantini, Consigliere per gli Affari europei della Presidenza del Consiglio dei Ministri

Presentazioni a Roma
09 Febbraio , ore 18:00
12 Febbraio , ore 19:00

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