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Il Syrah S’16 Bio di Tenuta San Giaime: l’autentico vino delle Madonie

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Quando un vino si imprime nella memoria di solito accade per un certo carattere distintivo, che potrebbe essere anche biecamente commerciale: il prodotto X magari si ricorda perché costa 3 euro a bottiglia, stordisce per via delle schifezze con cui lo lavorano, ha un gusto piacione e convenzionale, e tutto finisce lì. Ma c’è anche il vino serio, per fortuna, in cui il carattere si esprime altrimenti.

Ad esempio il Syrah S’16 Bio di Tenuta San Giaime, da uve 100% Syrah, colpisce anzitutto per il suo carattere familiare. Ce ne parla Salvatore Cicco, siciliano di origine e milanese di adozione, che proprio a Milano ha voluto presentare il frutto della vendemmia 2016.

“Quando è venuto a mancare mio padre, Gaetano Cicco, io e mio figlio Alessio ci siamo chiesti cosa fare del suo piccolo podere. Ci è sembrato giusto continuare con quella che era la sua passione da dilettante, il vino. E così nel 2006 abbiamo ripiantato le barbatelle ed è partita l’avventura, con l’intenzione di essere più professionali e di non produrre solo per autoconsumo. Oggi siamo alla quinta vendemmia di Syrah, abbiamo comprato altro terreno e piantato altri vitigni, e cioè Grillo, Nerello Mascalese e Pinot nero. Presto raggiungeremo le trentamila bottiglie annuali: non andremo molto più in là dato che il vino non ci dà da vivere – io faccio l’imprenditore e mio figlio lavora in campo assicurativo. Quest’avventura deve rimanere qualcosa di artigianale, semplice, familiare”.

E anche naturale, se ho capito bene, giusto?
“Certamente, il carattere naturale è per noi un valore. L’obiettivo è fare il vino come una volta, senza chimica né chiarificazione né trucchetti, e in questo siamo in piena sintonia con l’enologo che segue tutta la vinificazione, Gianfranco Cordero: si tratta di un nome di rilievo nell’ambito del panorama vitivinicolo, italiano e non solo. La solforosa che aggiungiamo è ampiamente al di sotto dei massimi consentiti dalla legislazione sul biologico: in questo Syrah siamo a 40 mg per litro.”

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Come diceva giustamente Salvatore Cicco, se si lascia fare alla natura i risultati, in campo enologico, sono scarsamente prevedibili. Andando perciò a scoprire le carte del Syrah S’16 di Tenuta San Giaime, si avverte subito la sua natura giovanile e una corposità discreta, il che non denota mancanza di carattere: l’equilibrio si raggiunge grazie ai sentori di frutta rossa e mandorla. L’acidità spiccata andrà ad arrotondarsi con gli anni d’invecchiamento, immaginiamo io e don Salvatore, ma nel frattempo è la nota di robustezza che meglio può accompagnare i formaggi forti e gagliardi in degustazione oggi, ossia l’Erborinato piccante, la Caciotta stagionata e il Gran gessato. Tutti prodotti della Capralat di Nicosia, piccolo paese tra i Nebrodi e le Madonie.

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“Io sono di Gangi,” prosegue don Salvatore Cicco, “paese arroccato a mille metri di altitudine sulle Madonie, riconosciuto come ‘Borgo più bello d’Italia’ nel 2014 per le sue peculiarità storico-architettoniche. I vitigni sono proprio lì intorno, e la nostra intenzione è che esprimano al meglio la montagna siciliana, con le sue componenti argillose, le scarse precipitazioni, le escursioni termiche e la semplicità delle tecniche di coltivazione adottate. Sono abbastanza certo che non esista, oggi come oggi, un vino che possa fare da portabandiera di Gangi e del suo circondario. Io ed Alessio potremmo aver creato un prodotto ad alto valore simbolico, qualcosa che potrebbe fregiarsi del titolo di ‘vino delle Madonie’, una specie di segno identitario: sarebbe un’immensa soddisfazione per due come noi, orgogliosi delle proprie origini.”

Il vino delle Madonie”: un’idea bella tosta, dirà senz’altro qualche copywriter o esperto di marketing. Ma non dev’essere il marketing o il copywriting quel che conta davvero, se almeno un pochino sono entrato nella testa di Alessio e Salvatore Cicco: l’obiettivo primario è una linea di prodotto che trasmetta familiarità, naturalità e tipicità geografica. Non saranno mai milioni di bottiglie, ma basta molto meno per far imprimere nella memoria il meglio della Sicilia. E delle Madonie.

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