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Il MAM di Rio val bene un Pollock: polemica sulla vendita di un’opera di ‘Jack the dripper’

Jackson Pollock, No. 16., 1950, oil, 22 1/2 x 22 1/2 Jackson Pollock, No. 16., 1950, oil, 22 1/2 x 22 1/2
Jackson Pollock, No. 16., 1950, oil, 22 1/2 x 22 1/2
Jackson Pollock, No. 16., 1950, oil, 22 1/2 x 22 1/2

Il Modern Art Museum di Rio de Janeiro sta cercando di vendere un dipinto di Jacson Pollock. L’operazione andrebbe a sanare le casse dell’istituzione e le consentirebbe di auto-finanziarsi per molti anni.

Un quadro di piccolo formato, No. 16 del 1950, dal valore artistico ed economico ben più grande. Se al MAM (Modern Art Museum) costerà fatica separarsi dal dripping e dalla pennellata energica di Pollock, i 25 milioni di dollari che valgono la sua vendita di certo lenirebbero la ferita.

Questa come altre. Il museo soffre da anni la mancanza di fondi federali e la gestione inizia a non riuscire più a sostenersi sulle sole donazioni della Rounet Law, un incentivo pubblico per gli investimenti culturali che a sua volta si vede costretta a stringere il rubinetto. La vendita dell’opera garantirebbe di sanare i debiti e di coprire per circa tre decadi il mantenimento e lo sviluppo del museo brasiliano.

Il quadro è stato donato nel 1954 dall’ex vice presidente Nelson Rockfeller, in seguito alla recente nascita del museo nel 1948. Nonostante il valore artistico indiscusso del dipinto, Jackson Pollock non è un artista brasiliano e la cessione della sua opera non danneggerebbe l’identità dell’istituzione, a fronte del guadagno di una mai sperimentata indipendenza e stabilità economica. Il consiglio direttivo ha approvato la manovra e anche il ministro della cultura brasiliano supporta l’idea.

«Con questo fondo, il MAM sarà in grado di pianificare nel breve, medio e lungo termine miglioramenti infrastrutturali, aumentare il personale e aggiornare la collezione d’arte brasiliana, colmando le lacune e acquisendo opere di artisti contemporanei» (Carlos Alberto Chateaubriand, Presidente MAM, fonte Estadão)

È invece l’Istituto dei Musei Brasiliani ad opporsi all’iniziativa, con la voce di Marta Mestre ad unirsi al coro delle critiche. L’ex assistente curatrice del museo afferma che “una simile decisione dovrebbe essere sottoposta a controllo pubblico in un forum più ampio, non presentato come finito, proveniente dall’alto” e che il contesto politico della donazione del dipinto, insieme al legame che ha creato con il museo, fanno dell’opera “un documento fondamentale per la storia dell’arte moderna e del Brasile”.

Il MAM avanza dunque un compromesso cercando acquirenti tra altri musei brasiliani, sottolineando come la pratica di cedere delle opere rappresenta una prassi per musei europei e americani. Se questa operazione dovesse fallire, l’istituzione di rivolgerà a case d’asta come Sotheby’s, Christie’s, o Phillips.

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