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Angelica Dass e le infinite sfumature dell’uomo

Angelica Dass, Humanæ Angelica Dass, Humanæ
Angelica Dass, Humanæ
Angelica Dass, Humanæ

Con Humanæ Angelica Dass sfida gli stereotipi razziali e prova a rappresentare lo spettro cromatico della pelle umana. 4000 ritratti testimoniano la varietà di una razza unica ma piena di sfumature.

Quando il figlio che Angelica Dass, artista Brasiliana che formatasi tra Sudamerica e Spagna, ha avuto dalla relazione con il marito di origine ispanica è venuto alla luce, in famiglia si è iniziato a discutere e a scherzare sulla particolare tonalità che la sua pelle aveva assunto, dal “pancakes, alla nocciola, al cioccolato”.

«Non ho mai capito come mai adottiamo una ridotta classificazione delle persone etichettandole come nere, bianche, rosse o gialle, che sono colori associati con le razze» (Angelica Dass)

Da qui l’idea di creare un itinerario fotografico che indagasse la ricchezza cromatica della pelle umana. Humanæ, questo il nome del progetto, raccoglie 4000 primissimi piani scattati in 18 Paesi che registrano analiticamente i toni epidermici dell’uomo. Per la classificazione si è affidata a PANTONE, il codice di riferimento internazionale per la catalogazione dei colori, utilizzato tanto nel mondo della grafica quanto in quello industriale.

Angelica Dass, Humanæ
Angelica Dass, Humanæ

Prelevando un campione di 11 x 11 pixel dal naso di ciascun soggetto, la Dass lo abbina poi ad una precisa tonalità PANTONE, che diviene poi lo sfondo del ritratto. Sotto ogni immagine, l’artista stampa poi il numero ufficiale PANTONE. Il suo, per esempio, è “7522 C”, un marrone caldo.

«Usando questa scala, ho definitivamente realizzato che nessuno è ‘nero’ e che nessuno è ‘bianco’. Questi concetti ereditati dal passato sono completamente privi di senso» (Angelica Dass)

Il progetto, che potenzialmente potrebbe continuare all’infinito, mette in luce due aspetti significativi che contribuiscono a demolire le residue teorie razziste. La biblioteca cromatica di PANTONE raccoglie 1,867 tonalità, ma queste, secondo la Dass, potrebbero non essere sufficienti a catalogare la varietà che la pelle umana presenta, che conterebbe quindi un numero di sfumature incalcolabile. Ancora più significativo, la Dass ha notato come persone di differente etnia e origine geografica, presentino esattamente lo stesso colore della pelle.

Quante razze conta l’uomo? Sicuramente una.
Quante sfumature possiede? Probabilmente infinite.

 

Angelica Dass, Humanæ
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