L’appuntamento da Aste Boetto con la sessione primaverile dell’arte moderna, contemporanea e con la fotografia si preannuncia particolarmente eterogeneo e ricco di proposte.
I cataloghi saranno esitati a Genova il prossimo 17 aprile, ma già dal 7 al 9 aprile sarà possibile visitare la preview milanese di una selezione di opere in Foro Buonaparte 48 (dalle ore 10.00 -18.30). Tutte le opere saranno poi visionabili nel capoluogo ligure da venerdì 13 a lunedì 16 aprile con orario 10.00-13.00 e 15.00 – 19.00.
L’asta, come detto, inizierà il 17 aprile alle ore 15.00. Il catalogo si apre la sessione di 139 lotti denominata “By Italy”. Si parte con una raccolta di dieci opere di Aldo Mondino stimate fra i 2 e i 15 mila euro provenienti da una collezione del Ponente Ligure. La vendita prosegue con lavori di Giulio Turcato (Cangiante 1971, € 3.500/3.900), Claudio Verna (Germinale 2003, € 5.000/5.600), Giorgio Griffa (Tre linee con arabesco 986 1993, € 7.000/7.800) e Arcangelo (Nord-Sud-Est-Ovest 1985, € 3.500/3.900).
Gino Severini è in asta con una “Natura Morta” del 1938, una tempera su cartone stimata € 7.000/7.800 seguita dal colorato “Punto limite di rottura alla gravità terrestre” del 1935 (dal ciclo Aeropittura M.A.P.B.A.) dell’artista legato al Futurismo Nicolay Diulgheroff (€ 10.000/11.500).
Un gruppo di lavori su carta propone nomi di spicco come Giuseppe Penone con “Senza titolo” del 1984 che quota 12.000/13.500 €, Carla Accardi (una china su carta) sempre con un “Senza titolo” del 1954 che stima € 13.000/14.500, un grande collage e tecnica mista su carta (cm 102,5×151,5) di Mimmo Paladino (Otel, 1987, € 10.000/11.500) e un altro “Senza titolo” del 1973 di Pierpaolo Calzolari offerto a € 18.000/20.000. “Contro tempo contro vento contro voglia” del 1990 è una colorata e allegra tecnica mista su carta (cm 70×100) di Alighiero Boetti (€ 18.000/20.000)
Un collage di Lucio del Pezzo, “Il segno dell’infinito”, realizzato nel 1996 è offerto a € 4.000/4.500 e un rilievo in pvc di Toni Costa “Dinamica visuale” del 1969 a € 30.000/33.500. Un grande olio di Emilio Scanavino, “Immagine” del 1957, che misura ben cm 117×90, è presentato a € 30.000/40.000. “Immanente” del 1977 di Emilio Vedova, una tecnica mista su carta intelata cm 70×100, stima 30.000/33.500 euro.
Alberto Biasi è in catalogo con solare “Senza titolo” del 1978, un acrilico e pvc su tela cm 135×90, già parte della Collezione della Galleria Tornabuoni di Firenze (€ 47.000/52.000). Di Mimmo Rotella verranno esitati due lotti storici degli anni ’50. “F 1956” un décollage su tela (cm 40×27) quota € 28.000/31.000. Ma è presente anche con una sovrapittura su foglio intelato “Aspettando” del 1990, un esempio in uno stile meno noto al pubblico di un lavoro del maestro dei manifesti strappati.
Una “Superficie blu” del 1993 di Enrico Castellani è tra i top lot del catalogo. L’acrilico su tela estroflessa in teca di plexiglass stima 90/100 mila euro. Segue, al lotto n° 100, una carta assorbente bianca, con strappi e graffiti, di Lucio Fontana “Concetto Spaziale” del 1962-1965 (€ 35.000/40.000).
E tra gli artisti italiani giganti del Novecento non poteva mancare anche padre della Metafisica, Giorgio de Chirico, presente con un olio del 1952 raffigurante una “Battaglia” fra due cavalieri a cavallo stimata € 50.000/56.000.
Si prosegue con i classici nomi nostrani come Emilio Isgrò (27/30 mila euro) che è rappresentato da due opere importanti, un libro cancellato del 1972 (Come é stato) e una lettera bianca di grandi dimensioni del 2005 (€ 25.000/27.500). Non mancheranno opere di Mario Schifano, Franco Angeli, Tano Festa e poi una rara bachelite di Vincenzo Agnetti (“Cultura cancellata dalla forma e tradita dal contenuto”, € 70.000/90.000). Da segnalare infine un’introvabile matassa chilometrica di Alberto Garutti “KM 90,300: la distanza dalla porta della mia casa a Milano all’affresco seicentesco di Paolo Pagano nella chiesa di Valsolda” del 2016 (filo su rocchetto di cartone) scelta dagli esperti di Aste Boetto come copertina del catalogo e stimata € 14.000/15.500.
Nella sezione WORLDWIDE (lotti 140 – 183), come suggerito dal titolo stesso, saranno presenti opere di artisti internazionali. Andy Warhol è in asta con un ritratto di Man Ray del 1975 (una serigrafia su carta, € 3.500/3.900) e un esempio della serie -macabra quanto iconica- delle sedie elettriche (€ 8.000/8.900). Una litografia di Francis Bacon, “Eschilo” del 1981, quota € 15.000/16.500. E’ un “Omaggio a Beuys” il lavoro del 1988 di Nam Paik June (laser painting, radio con televisore, coniglio di legno, 270×320 cm dimensione totale) stimato € 80.000/120.000. Chiude il catalogo un insieme di lotti di varie tecniche e multipli (lotti 184 -308) con prezzi contenuti.
Dal lotto 310 al 394 è di scena la fotografia. Questa sessione sarà esitata dalle ore 18.00. Si segnala un rappresentativo soggetto dei coniugi Becher (26/29 mila euro), due lavori di Vanessa Beecroft di grandi dimensioni “VB62, Santa Maria dello Spasimo, Palermo, Italy 2008” proveniente dalla Galleria Lia Rumma di Napoli e stimata € 10.000/11.500, mentre “VB43, Gagosian Gallery, Londra 2000” proviene dalla Galleria Minini di Brescia ed è quotata € 15.000/16.500. Una foto di Arnulf Rainer, esponente dell’azionismo viennese, “Senza titolo” 1970/72, con interventi a pastelli ad olio stima € 14.000/15.500. Jan Saudek è in asta con “Portrait of Man: # 121” del 1995 (€ 1.000/1.100).
Il catalogo si chiude con una curiosa sezione dedicata alle Playmate, scatti di moda e nudi artistici. Gli esperti di Aste Boetto affidano a queste parole l’introduzione alla sensuale sezione:
“Le opere del grande fotografo Michel Comte, dove due donne, una sull’altra, sembrano fondersi con il cemento dei muri tutt’intorno, ma su di un piano all’aria aperta, incastonate ma anche librate: statue umane di vigorosa sensualità. Per rimanere alla plasticità, Helmut Newton pare scolpire il corpo maestoso di una Playmate, ma anche quello più delicato e non meno sensuale della modella Kristine DeBell. Se una divertita e disinibita Sharon Stone sale verso il cielo su una scala antincendio, per gli scatti di Philips Dixon, il fotografo Brett Weston ammanta la nudità dei riflessi della luce, sotto l’acqua, come in un mondo parallelo abitato da una sirena dipinta in carne e ossa. Una giovanissima Brigitte Bardot guarda dentro l’obbiettivo fotografico di Ghislan Dussart, con quel carico di innocenza che sta lì a ricordarci che la bellezza e il desiderio non sono mai censurabili, perché così Vera e Chiara è la nudità”.
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