La sede romana della Gagosian ospita la prima mostra personale in Italia di Shio Kusaka (classe 1972), una delle artiste più interessanti tra i giovani talenti che la celebre galleria affianca ogni anno accanto ai grandi nomi dell’Arte Contemporanea.
L’artista giapponese – che vive e lavora a Los Angeles – ha colpito la critica internazionale per la sua capacità di unire la tradizione millenaria della ceramica orientale con elementi compositivi contemporanei che variano dall’astratto al figurativo a seconda del contesto spazio-temporale.
La matrice formale della ceramica giapponese del periodo Yayoi (dal 250 a. C al 300 d.C) si fonde dunque con l’atto del disegno e dell’incisione che , a seconda del contesto o dell’ispirazione, varia dall’astrazione geometrica minimale a giocosi motivi come i dinosauri ripresi dai libri dei figli, fragole , gocce di pioggia o palloni da basket.
Per il suo esordio italiano, l’artista ha ideato una serie di opere che coinvolgono la raffinata sala ovale della galleria di via Francesco Crispi , a partire dal piedistallo curvo che sublima l’esposizione e la unisce in una sorta di unicum tra le ceramiche e lo spazio espositivo che diviene componente attiva del progetto artistico.
Perfino i tenui colori pastello degli smalti – blu pallido, rosa, giallo, bianco sporco – si sposano perfettamente con l’elegante contesto esterno alla galleria , a pochi passi da Piazza Barberini, tra via Veneto e Piazza di Spagna. Del resto la bellezza avvolgente della Città Eterna raramente lascia indifferenti gli artisti che espongono nella galleria romana. L’incontro finisce quasi sempre per instaurare un dialogo che in qualche caso porta alla creazione di nuovi lavori, anche successivi all’esposizione stessa.
In virtù delle caratteristiche della grande sala ovale ( lunga 23 metri, larga 13 e con soffitti alti 6 metri) Kusaka presenta dunque al pubblico italiano vasi di grandi dimensioni ( i più grandi mai realizzati dall’artista) dove la tradizione artigianale giapponese della lavorazione al tornio si fonde con la ‘cultura alta’ delle decorazioni ispirate alle geometrie dell’astrazione.
Rivelando le sue abilità tecniche, l’artista asseconda le forme di ogni vaso disegnando o intagliando linee geodetiche continue in un processo che è al tempo stesso sistematico e intuitivo. Mentre alcune linee appaiono sottili e parallele, altre assomigliano a delle onde e a schemi topografici.
Le opere della Kusaka instaurano nel visitatore il piacere della lenta percezione : alla delicata perfezione del primo impatto, si può scorgere con attenzione, il lavoro artigianale di ogni pezzo. I suoi vasi non sono quasi mai perfettamente simmetrici e c’è spesso un motivo che contraddice le ripetizioni minimaliste che ricordano le griglie di Agnes Martin . Un’interruzione della regola, una contraddizione, seppur quasi impercettibile. L’elogio tipicamente orientale della bellezza dell’imperfezione – metafora della vita – che enfatizza la genuinità del lavoro artigianale.
Nella saletta alla quale si accede prima dell’ingresso alla sala ovale, una selezione di vasi più piccoli dove Kusaka ripropone i motivi dei lavori più grandi.
Un catalogo illustrato accompagna la mostra che sarà visitabile fino al 26 maggio 2018.
Informazioni :
Shio Kusaka
Gagosian Gallery
Via Francesco Crispi 16 – Roma
telefono: 06 4208 6498 – roma@gagosian.com