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Natura e amore per la libertà dell’uomo. Magritte a Lugano. Contro gli ideali borghesi

Magritte René Magritte, La grand siècle, 1954, olio su tela. © foto ArtsLife
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René Magritte, Le grand siècle, 1954, olio su tela| © foto ArtsLife

Surrealtà. Stato di sogno. Natura e amore. Silenzio. La poetica di René Magritte (Lessines 1898-Bruxelles 1967) si rivela al MASI (Museo d’arte della Svizzera italiana) di Lugano in un percorso del tutto inedito. Dal 16 settembre 2018 al 6 gennaio 2019. Più di novanta opere, la maggior parte provenienti da grandi collezioni private, raccontano la nascita e la maturazione della sua “magica” parabola surrealista. L’esposizione Magritte. La Ligne de vie è curata da Xavier Canonne (direttore del Musée de la Photographie di Charleroi e membro del comitato esperti della Fondation Magritte), Julie Waseige (specialista dell’opera di Magritte ed ex collaboratrice scientifica del Musée Magritte) e Guido Comis (curatore del MASI).

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Magritte. La Ligne de vie, MASI Lugano| © foto ArtsLife

In linea con la tradizione del museo ospitante, il quale cerca di offrire punti di vista insoliti ed esclusivi riguardo artisti di primo piano, i curatori hanno scelto di ispirarsi alla conferenza La Ligne de vie (La linea della vita) che Magritte tenne nel 1938 presso il Koninkijk Museum di Anversa. In questo modo è come se Magritte ci guidasse con le sue parole all’interno della mostra, rivelandoci i misteri del suo stile. Magritte parlò poche volte in pubblico. Riteneva fosse compito dello spettatore interpretare e comprendere le sue opere. Le definiva misteri inspiegabili.

Durante la conferenza offrì ai suoi spettatori un metodo di interpretazione indagando le radici della sua filosofia, senza però spiegare nulla. Fin dall’inizio manifestò il suo impegno politico nei confronti della causa proletaria distaccandosi dagli ideali borghesi che venerano il denaro, le razze, le patrie, gli dei e l’arte. È necessario soffermarsi su temi come la natura e l’amore per poter indagare quello che l’artista chiama “stato di sogno”, mistero, che offre all’uomo la libertà di cui necessita. L’unico mezzo per raggiungere la libertà e il sogno durante le ore di veglia è il surrealismo.

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Magritte. La Ligne de vie, LAC, Lugano|© foto ArtsLife

La mostra parte dalle opere del periodo pre-surrealista nel quale si confronta con De Chirico, i Futuristi, Ernst, Picasso e Duchamp, artisti che hanno rotto con la tradizione pittorica e hanno permesso la nascita della pittura surrealista. La tensione verso la ricerca di una nuova visione del mondo, che trascendesse quella imposta dalla società borghese, lo ha portato nel 1915 all’incontro con il futurismo e a dipingere alcune tele secondo questo stile, “in totale stato d’ebrezza” come lui stesso ha affermato. Ed è interessante osservare l’accostamento presente in mostra del suo autoritratto del 1924 con l’opera Testa di Mario Sironi del 1913.

Il dinamismo delle forme e degli oggetti non è mai stato il suo interesse principale, piuttosto preferiva soffermarsi sullo studio degli oggetti immobili che racchiudono in sé il mistero. L’incontro con l’opera di De Chirico, in particolare Canto d’amore, che cita esplicitamente durante la conferenza di Anversa, lo porta a ridare valore all’oggetto. Oggetto che torna ad essere il soggetto principale del dipinto ma completamente decontestualizzato.

Una seconda sezione della mostra Parole e immagini è dedicata al periodo parigino che va dal 1927 al 1930 dove Magritte realizza alcune delle sue opere più famose. L’associazione di parole ad immagini, la falsa denominazione di un’immagine. La parola in un dipinto non è altro che una pennellata di colore sulla tela. Ma l’uomo assuefatto dal peso delle convenzioni tenta sempre di darle un significato allontanandosi dalla realtà materiale. Inoltre il titolo dell’opera per Magritte, riprendendo il pensiero di Nougé (scrittore belga), non serve a commentare l’opera ma si pone come un’estensione della stessa.

 

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René Magritte, Le parfum de l’abîme, 1928, olio su tela| © foto ArtsLife

 

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René Magritte, Le Sens propre, 1929, olio su tela|© foto ArtsLife

Dopo il 1936 l’artista belga definisce le sue opere come “affinità elettive“, la stessa definizione che usò Goethe per spiegare le proprietà degli elementi chimici che tendono a legarsi con alcune sostanze a discapito di altre. Egli infatti racconta di essersi addormentato in una stanza dove era presente un uccello in gabbia . Il senso di smarrimento è provocato dall’affinità tra i due oggetti. Affinità che si cela nella mente dell’osservatore.

Sono presenti in mostra anche opere successive alla conferenza del 1938 che testimoniano come l’artista sia poi rimasto a fedele all’approccio artistico illustrato quel giorno. Ad eccezione del periodo “Renoir”,  dove sperimenta le tecniche dell’impressionismo, e del periodo “vache”, nel quale dipinge tele dai colori vivissimi prendendo in giro i Favues. Infine troviamo documenti e film realizzati dallo stesso Magritte alla fine degli anni ’50 insieme al suo gruppo di amici rispecchiando gli intellettuali di Bruxelles di quel periodo.

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René Magritte, La Ruse symétrique, 1928, Olio su tela| © foto ArtsLife

 

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René Magritte, Les Marches de l’été, 1939, Olio su tela| © foto ArtsLife

 

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René Magritte, L’Apparition, 1928, Olio su tela| © foto ArtsLife

Magritte chiude il suo discorso affermando che la felicità dipenda dalla capacità di ognuno di arrivare a conoscere il proprio enigma. Un’enigma che non può essere raccontato e svelato dall’arte tradizionale. Compito dell’artista è, infatti, quello di spingere il suo spettatore a vedere sempre oltre a ciò che è rappresentato sulla tela. L’arte deve portare allo spaesamento, alla caduta di ogni certezza. Deve rompere con le abitudini mentali tipiche dell’essere umano. La mostra al MASI di Lugano accompagna i visitatori all’interno della poetica di Magritte senza svelare i significati ultimi delle opere. Senza risolvere l’enigma. Ognuno ha il compito di svelare da sé il proprio mistero.

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René Magritte, Progetto di pubblicità per le sigarette Belga, 1935, Gouache su carta| © foto ArtsLife
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Film realizzato da René Magritte| © foto ArtsLife

Informazioni utili

Magritte. La ligne de vie

Dal 16 settembre 2018 al 6 gennaio 2019

Museo d’arte della Svizzera italiana

sede LAC Lugano Arte e Cultura

Piazza Bernardino Luini, 6 Lugano

Il mistero dell’opera di Magritte in mostra al MASI di Lugano. Le immagini

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