Un’ampia selezione delle celebri performances degli anni 80 e 90, con una preziosa sezione di opere della giovinezza che svelano una Abramović interessante pittrice
“I miei legami con l’Italia? Iniziarono quando era una ragazzina, quando con i miei amici venivamo dalla Serbia a Trieste a comprare i Blue Jeans!”. Parte con un simpatico ricordo personale l’attesissimo intervento della grande Marina Abramović alla conferenza di presentazione della mostra Marina Abramović. The Cleaner, in programma dal 21 settembre al 20 gennaio 2019 a Palazzo Strozzi, a Firenze.
Un’esposizione ampia e rigorosa nelle scelte critiche ed allestitive, che parte dagli spazi della Strozzina con un’interessantissima selezione di opere giovanili, fra cui alcuno sorprendenti dipinti dell’artista poco più che ventenne, per poi dipanarsi al primo piano del palazzo con le performances più celebri, molte con l’ex compagno Ulay, proposte in video e in diversi casi re-interpretate da giovani performer.
Sulla mostra torneremo con un’ampia riflessione, intanto vi anticipiamo una serie di immagini: non prima di citare l’uscita filosofica con cui la Abramović ha chiuso il suo intervento. Alla giornalista che le chiedeva come si rapportasse con i ritmi velocissimi della vita di oggi, ha risposto sicura: “La vita è veloce, ma noi dobbiamo fare in modo che l’arte sia lenta…”.