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I conoscitori tedeschi tra Otto e Novecento

I CONOSCITORI TEDESCHI TRA OTTO E NOVECENTO

I CONOSCITORI TEDESCHI TRA OTTO E NOVECENTOI conoscitori tedeschi tra Otto e Novecento, ricognizione su due secoli di storiografia dell’arte tedesca, e non solo

È da poco uscito I conoscitori tedeschi tra Otto e Novecento, edito da Officina Libraria. Nel volume sono raccolti gli atti di un convegno del 2013, organizzato dal Kunsthistorisches Institut di Firenze, alla memoria di due grandi conoscitori: Luciano Bellosi e Miklós Boskovits.

Si intersecano in questo lavoro un po’ tutti i filoni principali della storiografia artistica tedesca, partendo dal barone Carl Friedrich von Rumohr fino ad arrivare ai conoscitori contemporanei. Attraverso interventi monografici si delinea così una galleria di svariati personaggi che mettono in risalto le dinamiche che hanno percorso due secoli di storia dell’arte tedesca, e non solo. Alcuni saggi riguardano tematiche particolari, come ad esempio le dispute sulla paternità degli affreschi della Basilica superiore di Assisi.

Il volume raccoglie una collezione variegata di interventi, diversi tra loro per tematica e personalità, che sottolinea come l’identità (e le storie) del conoscitore costituisce un filo rosso che ha legato esperienze e ricerche anche molto lontane tra loro, nel tempo, negli intenti e nei metodi.

>> I conoscitori tedeschi tra Otto e Novecento è un volume importante, sia per l’apporto scientifico del contenuto, sia per la mole: 530 pagine, di cui ben 96 di illustrazioni (32 tavole a colori e 64 in bianco e nero).

La pubblicazione, oltre all’introduzione dei curatori (Francesco Caglioti, Andrea De Marchi e Alessandro Nova), include un saggio introduttivo di Mina Gregori incentrato sulla figura stessa del conoscitore, definizione che comincia ad apparire dal Seicento, quando era sovrapposta a quella dell’artista. Artista conoscitore per eccellenza è stato, ad esempio, Velázquez, che venne inviato due volte in Italia dal re di Spagna alla ricerca di dipinti di valore da acquisire per la corte spagnola.
La figura dell’artista conoscitore però viene presto vista in maniera negativa, in favore del “dilettante-conoscitore”. Vengono a tal proposito illustrate le posizioni di Pietro Guarienti, personaggio influente del colto e autorevole ambiente accademico bolognese del ‘700, e di Luigi Lanzi, autore di Storia pittorica della Italia (1795-96). È poi introdotta la figura dal barone Carl Friedrich von Rumohr (collezionista, mecenate e grandissimo conoscitore – protagonista del primo saggio monografico del volume), intento nella ricerca di opere antiche e scomparse tra musei, gallerie e archivi. A lui va il merito della riscoperta di un artista come Giovanni da Milano. Scoperta poi portata a termine, nella sua completezza, da Giovanni Battista Cavalcaselle, conoscitore ottocentesco le cui attribuzioni sono riconosciute come valide tutt’oggi (in percentuale molto più numerosa di quelle del celeberrimo -ma controverso- Giovanni Morelli).

È proprio nell’Ottocento, si sottolinea, che si assiste alla ricostruzione della storiografia artistica (soprattutto per quanto riguarda le epoche più antiche), che nel ‘700 aveva conosciuto grande confusione (soppressioni, riforme, riutilizzi – Rivoluzione francese e regime napoleonico): è questo il periodo d’oro della connoisseurship.
Tra gli esempi più clamorosi vengono citate l’attribuzione del San Sebastiano di Dresda ad Antonello da Messina apportata dal Cavalcaselle e quella della Venere di Dresda attribuita a Giorgione dal Morelli.

La Venere dormiente, nota anche come Venere di Dresda. Giorgione, 1507-1510, Gemäldegalerie, Dresda
La Venere dormiente, nota anche come Venere di Dresda. Giorgione, 1507-1510, Gemäldegalerie, Dresda

Dopo il saggio introduttivo della Gregori sono proposti quelli di oltre 25 studiosi, suddivisi in cinque macro-sezioni che analizzano il fenomeno della connoisseurship nell’arco di circa due secoli di storia. “Tra Italienische Reisen e collezionismo” è il titolo della prima sezione, in cui si approfondiscono alcune figure come quelle di von Rumohr e il suo lavoro sul Moretto o di Johan David Passavant in rapporto con la Scuola senese.

Strumenti, fra Otto e Novecento” è la seconda sezione, dove si affronta l’intreccio tra la pratica dell’esperto, il mercato artistico e la costituzione dei grandi musei europei, dove domina la figura dello storico dell’arte Wilhelm von Bode.
Nella terza sezione, “La diaspora del primo Novecento”, si approda poi alle vicende novecentesche, con la tragica e inevitabile diaspora verso l’Inghilterra e gli Stati Uniti, dove si affermarono conoscitori di origine tedesca come Richard Offner, Wilhelm Suida e Wilhelm R. Valentiner.  Dopo la quarta parte, “Tra disegno e pittura”, si conclude con “L’eredità e il dialogo con le tradizioni” dove vengono illustrati gli sviluppi che ci sono stati dopo la Prima guerra mondiale, con i ritratti di due tra i più grandi conoscitori tedeschi contemporanei: Robert Oertel e Ulrich Middeldorf.

I conoscitori tedeschi tra Otto e Novecento presenta una mole di materiale estremamente interessante, curato in maniera eccellente: note, appendici, tabelle e indici sono compilati con cura e chiarezza, ma se non conoscete tedesco e inglese dovrete rinunciare a qualcosina qui e là. Tutte le citazioni, le lettere in appendice del saggio di Sonia Chiodo su Richard Ofner, l’appendice al saggio di Mattia Vinco su Georg Gronau e la critica giorgionesca e il saggio di Irene Hueck su Robert Oertel difatti sono pubblicati in lingua originale.

Francesco Caglioti è professore di Storia dell’arte moderna all’Università degli Studi di Napoli “Federico II”.
Andrea De Marchi è professore di Storia dell’arte medievale all’Università degli Studi di Firenze.
Alessandro Nova è direttore del Kunsthistorisches Institut di Firenze.

I CONOSCITORI TEDESCHI TRA OTTO E NOVECENTO
a cura di Francesco Caglioti, Andrea De Marchi e Alessandro Nova
39,00 €
ISBN: 978-88-97737-80-3
Officina Libraria

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