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Pendulum. Oscillazione perpetua tra innovazione e distruzione, al MAST di Bologna

Vincent Fournier, Space Shuttle Discovery, Orbiter Process Facility Bay 2, John F. Kennedy Space Center [NASA], Florida, U.S.A., 2011, © Vincet Fournier, from the Space Project série
Vincent Fournier, Space Shuttle Discovery, Orbiter Process Facility Bay 2, John F. Kennedy Space Center [NASA], Florida, U.S.A., 2011, © Vincet Fournier, from the Space Project série

Il MAST di Bologna, in occasione dell’anniversario di apertura (ottobre 2013), presenta PENDULUM: l’opera di 65 artisti per un totale di 250 immagini sul tema del progresso e dell’industria.

Dal 4 ottobre 2018 al 13 gennaio 2019 la Fondazione apre i suoi archivi al pubblico proponendo la mostra PENDULUM, merci e persone in movimento, una selezione eterogenea di fotografie che spaziano dai primi del Novecento alla nostra contemporaneità.

Floto + Warner, Sala verniciatura dell’ Eclipse,Eclipse Aviation, Albuquerque, NM USA, 2007, Stampa a pigmento, 40, 6 x 50, 8 cm, © Floto+Warner

Il curatore Urs Stahel ha creato un ampio ventaglio di immagini caratterizzate da una forte dialettica: si va dai maestri come Robert Doisneau, Dorothea Lange, Helen Levitt, Lewis W. Hine, ai talenti più giovani quali Ulrich Gebert, Yto Barrada, Jaqueline Hassink, Richard Mosse, passando anche per una serie di scatti anonimi.

Mario De Biasi, Gamba de legn, 1951, Stampa ai sali d’argento 45, 7 x 55 cm, © Archivio Mario De Biasi

La stella polare che guida le varie esperienze è il tema del progresso e dell’industria e di conseguenza tutto ciò che ne consegue: il pendolo rappresenta l’oscillazione continua tra innovazione e distruzione, le due forze contrastanti che sorreggono il paradosso moderno ed è proprio l’altra faccia della medaglia che preoccupa e si vuole mettere in luce, a fianco della velocità e del progresso il rallentamento del regresso umano.

Richard Mosse, Skaramaghas, dalla serie “Il castello”, C-Print su carta metallizzata 127 x 733 cm, © the artist, courtesy carlier | gebauer, Berlin, Jack Shainman Gallery, New York

Emblematica è l’immagine di Richard Mosse realizzata con una termocamera, “Skaramaghas” dalla serie “Il castello”, una stampa ai sali d’argento 26, 7 x 36 cm, in cui in una stessa area portuale il trasporto di merci lungo le rotte mondiali si scontra con l’arrivo di flussi di migranti. E’ proprio questo il punto di arrivo della mostra, la contraddizione della modernità, come sottolinea Urs Stahel “il solo fenomeno che ci spinge a rallentare il passo, a cercare persino di fermare tutto, è quello delle migrazioni. Le uniche barriere esistenti sono quelle che frenano i perdenti locali e globali della modernità”.

Ugo Mulas, Alfa Romeo Pirelli, c. 1970, Stampa ai sali d’argento, 26, 7 x 36 cm, Fotografie Ugo Mulas © Eredi Ugo Mulas. Tutti i diritti riservati

Nel 1836 Giacomo Leopardi faceva dell’ironia amara sulle parole del cugino Lorenzo Mamiani che vedeva nel progresso il dono che Dio aveva fatto all’umanità, posta al centro dell’universo. “Le magnifiche sorti e progressive” riportate nella “Ginestra” leopardiana sono oggi come allora l’emblema del paradosso, il cui pendolo prima o poi dovrà cessare di oscillare.

Informazioni utili

MAST.
via Speranza 42, Bologna
4 ottobre 2018 – 13 gennaio 2019
www.mast.org

Ingresso gratuito

Orari di apertura
Martedì – Domenica 10.00 – 19.00

Pendulum, le magnifiche sorti e progressive al MAST di Bologna

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