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Dai Macchiaioli a Segantini e Boldini. L’importanza del collezionismo, a Novara

Giuseppe De Nittis, Eleganze ad Hide Park, Londra, 1876, olio su tela, 43x33, © Art'sLife
Giuseppe De Nittis, Eleganze ad Hide Park, Londra, 1876, olio su tela, 43×33, © ArtsLife

Viaggio nel tempo al Castello di Novara. Ottocento in collezione, dai Macchiaioli a Segantini è la nuova mostra presentata da METS – Percorsi d’Arte in collaborazione con Sergio Rebora ed Elisabetta Staudacher: 80 opere, tra dipinti e sculture, saranno fruibili al pubblico fino al 24 febbraio 2019.

Il percorso espositivo è il risultato di un intenso lavoro di sinergia che ha coinvolto più enti nell’organizzazione di un ambizioso progetto. Molte delle opere, infatti, escono per la prima volta dallo scrigno privato dei collezionisti o provengono direttamente da musei e gallerie estere. Il comitato scientifico, composto da Luisa Martorelli, Fernando Mazzocca e Aurora Scotti Tosini, e coordinato dai curatori Sergio Rebora ed Elisabetta Staudacher, ha selezionato un ventaglio di opere che intrecciano trasversalmente cronologia e temi. Autori quali Giovanni Fattori, i fratelli Gerolamo e Domenico Induno, Giuseppe De Nittis, Silvestro Lega, Giuseppe Pellizza da Volpedo e Giovanni Segantini popolano le sale del Castello visconteo-sforzesco a testimonianza del ruolo fondamentale che il collezionismo ha avuto nella storia dell’arte figurativa italiana del XIX secolo.

Giovanni Boldini, Emiliana Concha de Ossa (Pastello rosa), 1887-1888, pastello su tela, 130×130, © ArtsLife

Nella seconda metà dell’800, in particolar modo dopo il 1860, si registra infatti l’incremento della pratica del collezionismo dovuta soprattutto all’ascesa della borghesia delle imprese e dei commerci. Per queste realtà l’opera d’arte era uno status symbol da possedere e grazie anche al moltiplicarsi di esposizioni nazionali di Belle Arti e la nascita in Italia del mercato dell’arte organizzato in Empori e Gallerie – famosa quella fondata a Milano dai fratelli Grubicy nel 1870 -, si crea in questo periodo un ricco traffico di bellezze artistiche di autori provenienti da aree geografiche differenti e di diversa estrazione sociale. Il fenomeno, variegato in una casistica multiforme ed eterogenea, si realizza principalmente in due tipologie: le collezioni “dirette”, costruite cioè mediante l’acquisto o la commissione e quelle “retrospettive”, formatesi a distanza di tempo e spesso modellate su esempi precedenti o un preciso disegno critico.

Giovanni Fattori, Artiglieri sul Lungarno, 1890, olio su tela, 40×71,5, © ArtsLife

Dall’Unità di Italia ai primi anni del ‘900 la forte vocazione positivista che si registra nelle scienze ha grande risonanza, oltre che nelle lettere, anche nell’arte figurativa. La fedeltà al vero è il nuovo filtro con cui l’artista sonda motivi e situazioni, tipici dei primi anni sono i soggetti storico-risorgimentali e quelli di vita quotidiana (Gerolamo Induno, Giovanni Fattori, Luigi Nono) mentre, nel successivo ventennio (1870 – 1880), gli influssi d’Oltralpe si risolvono in sintonie e contrasti generando ora, un gusto che predilige pittura e scultura di genere – vita pastorale, vita borghese nelle città moderne (Francesco Paolo Michetti, Silvestro Lega, Giuseppe De Nittis, Giovanni Boldini) -, ora, tendenze neo settecentesche, ora, scene e ambienti dal gusto orientalizzante (Alberto Pasini, Domenico Morelli). Gli anni ’90, invece, si distinguono per una poetica ideologicamente più impegnata: i temi del lavoro si intrecciano a quelli di denuncia di ingiustizie e povertà fino ad arrivare ai primi esiti simbolisti (Giovanni Segantini, Gaetano Previati, Giuseppe Pellizza da Volpedo, Emilio Longoni, Angelo Morbelli), tutti accomunati dalla tecnica divisionista.

Giuseppe De Nittis, Piccadilly (giornata invernale a Londra), 1875, olio su tela, 68,5×104, © ArtsLife

Elisabetta Staudacher in apertura del catalogo dedicato alla mostra – più di 400 pagine di analisi, approfondimenti e curiosità – riporta la lettera che nel 1861 un giovanissimo principe Umberto di Savoia scrisse al presidente Conte Carlo Belgioioso dopo essere stato nominato Socio Onorario dell’Accademia di Belle Arti di Brera: “se il mio nome misto fra i Soci Onorari dell’Accademia può attestare in più valevole modo il mio buon desiderio di incoraggiare e proteggere per quanto da me si possa in avvenire le belle arti fra noi, io mi compiaccio sommamente del grazioso pensiero al quale s’inspirò il Consiglio”. Incoraggiare e proteggere, in questi due infiniti si racchiude il sentimento portante di una pratica che ha permesso all’arte ottocentesca di svincolarsi dalle tenaglie della committenza e vivere di un imperante individualismo, dando vita ad una stagione artistica fortemente connotata e tutta italiana.

Gaetano Previati, Madonna col bambino e fiori (Trittico), 1916, olio su tela, 70×132,5, © ArtsLife
Giuseppe Pellizza da Volpedo, Il ritorno dei naufraghi al paese (L’annegato), 1894, olio su tela, 34,5×57,5, © ArtsLife

Informazioni utili

OTTOCENTO IN COLLEZIONE. Dai Macchiaioli a Segantini

Castello Visconteo Sforzesco
Piazza Martiri della Libertà, 215
Novara

20 ottobre 2018 – 24 febbraio 2019
Martedì – Domenica, 10.00 – 19.00

Aperture straordinarie: 1 Novembre, 8 Dicembre, 26 Dicembre, 1 Gennaio 2019, 22 gennaio 2019

Biglietti: Intero: €10,00;
Ridotto: €8,00 (over 65, under 26, gruppi di almeno 15 persone, soci di enti convenzionati: Fai, Touring Club Italiano, Abbonamento Musei Lombardia)
scolaresche: €5,00 (gruppi di studenti di scuole elementari, medie e superiori accompagnati dai loro insegnanti)
gratuito: bambini sotto i 6 anni

www.metsarte.com

Dai Macchiaioli a Segantini. L’importanza del collezionismo, a Novara

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