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Fake news: in scena al Teatro Litta di Milano fino al 25 novembre

Fake news: la pièce che mostra il ruolo e le conseguenze che hanno le notizie false oggi

La nostra quotidianità è costantemente “bombardata” da notizia false, le così dette “Fake News”. Quest’ultime sono simili ma diverse da quelle tipiche dell’era analogica, spesso filtrate dalle televisioni, studiate da Baudrillard. Lui sosteneva che le notizie filtrate dai mass media spesso stravolgono così globalmente la notizia, da creare la cosiddetta iper-realtà. Tuttavia le “Fake news” costruiscono una “iper-realtà al quadrato”, perché si basano completamente su un’invenzione frutto della fantasia di chiunque. Nell’era digitale chi vuole dire la propria può farlo in ogni modo, in ogni momento e su qualsiasi argomento. La libertà di esprimersi, non dovrebbe comportare anche degli obblighi? Ad esempio quello di rispettare la libertà altrui, di esprimersi con cognizione di causa e onestà intellettuale. Tuttavia spesso tutto questo non esiste e l’esito è un mondo dell’informazione sempre più alla mercé del “tiranno spietato” che “vomita” quello che pensa.

Al Teatro Litta di Milano (corso Magenta 24) va in scena lo spettacolo “Fake News”. La pièce è un esempio di teatro sperimentale, nel vero senso della parola. Infatti lo spettacolo è finalizzato ad esaminare il comportamento delle persone che vanno ad assisterlo. In che modo? Potrete scoprilo soltanto partecipando alla messa in scena!

Filippo Renda interpreta il conduttore di un talk show televisivo tedesco che intervista Simona (Roberta Rovelli). Quest’ultima è al centro della cronaca in quanto, dopo avere vinto 40 milioni di euro, decide di bruciare il biglietto vincente e di buttare la possibilità di diventare una multi-milionaria. L’atmosfera creata dal giornalista che intervista la donna è angosciante. L’uomo mette continuamente in dubbio la sanità mentale di Simona. Lei è stata preda degli utenti di facebook, che l’hanno insultata e schernita, ed ora il conduttore televisivo cerca in tutti i modi di provocare violentemente la sua sensibilità.

Il giornalista non mette solo in dubbio la buona fede dei racconti della donna ma sopra tutto insinua che lei abbia creato la notizia solo e soltanto per fare parlare di sé. Simona è dilaniata dal dolore di una infanzia difficile e di una adolescenza all’ombra della sorella. In lei è forte la voglia di riscattarsi. Secondo il suo intervistatore è il desiderio di emergere per curare le ferite del passato ad averla spinta a creare la fake news dell’ipotetica vittoria milionaria. Il talk show sembrerebbe più che finalizzato a fare emergere la verità, a fare aumentare lo share, spettacolarizzando le forti emozioni provate dall’intervistata. Uno spettacolo che fa riflettere sull’importanza del diritto di parola e della responsabilità che ognuno ha quando decide di mettere in pratica questo sacrosanto diritto. Tuttavia ci pone anche nella condizione di osservare le conseguenze che la libertà senza limiti può causare.

Le “fake news” sono sempre esistite, prima erano “strumenti” esclusivamente nelle mani dei potenti che governavano i mezzi di informazione, mentre oggi attraverso i social, tutti possono diffonderle. Sta a noi tutelarci e assumerci la responsabilità piena di ciò che esprimiamo.

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