Quotidiano meditato da classicità. Il mondo urbano entra nelle sale della Galleria Raffaella Cortese con Sbandata, la quarta personale di Marcello Maloberti ospitata dalla galleria milanese.

Una collaborazione iniziata 16 anni fa quella tra la galleria e Maloberti, che sfocia ora -dal 29 novembre al 2 marzo- in una riflessione sulla vita quotidiana e sul contesto urbano, in cui mistero, eleganza e sacralità intessono un dialogo serrato.

La mostra -nata da uno stretto dialogo con il curatore Pierre Bal-Blanc- ci pone di fronte a forme di vita precarie e informi, salvo poi, attraverso un linguaggio neorealista, trascendere il quotidiano per portarci ad osservarlo da una dimensione ulteriore, esterna.

Con la volontà di sottolineare come l’artista operi svincolato da linee guida e restrizioni, il testo critico del curatore sarà scritto dopo la fine della mostra. La citazione dalla classicità non è solo nel titolo -che nella cultura classica indica una “sbandata amorosa”- ma torna nelle opere, con cui Maloberti rilegge la Storia dell’Arte attraverso vari supporti e linguaggi.

Gli spazi della galleria, collegati tra loro da richiami concettuali e visivi, si dispiegano uno dopo l’altro come nel rivelarsi di un segreto. In via Stradella 7 sono esposti i collage dell’artista, una sorta di inventato delle idee sviluppate poi negli altri spazi. Al civico 4 invece ci troviamo a camminare su immagini ritagliate di cupole classiche, in un’atmosfera in cui vertigine e sacralità si fondono. Nel terzo spazio -via Stradella 1- la citazione del classico si esplicita nel richiamo a un grande maestro quale Piero della Francesca. L’iniziale spaesamento va superato ricercando le connessioni tra le opere e gli spazi.

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