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L’angoscia di Paolo VI prende vita. L’inedita scultura di Floriano Bodini a Legnano

Floriano Bodini con Paolo VI. Ritratto di un Papa Floriano Bodini con Paolo VI. Ritratto di un Papa
Floriano Bodini con Paolo VI. Ritratto di un Papa
Floriano Bodini con Paolo VI. Ritratto di un Papa

Legnano accoglie la statua in legno di Paolo VI. Ritratto di un Papa, insieme ad altre sculture e disegni dell’artista Floriano Bodini. Una mostra totalmente inedita, dal momento che l’opera non è mai stata concessa in prestito dai Musei Vaticani, dove risiede senza essere mai esposta. Un valore che si aggiunge alla curatela di Flavio Arensi, Direttore artistico della città, e di Sara Bodini, figlia dell’artista. Dal 15 dicembre al 31 marzo a Palazzo Leone da Perego, Legnano.

Spesso tutto si riduce ad una questione di prospettiva.

Nel 1968 ci immaginiamo l’Italia scendere in piazza, i giovani cantare per la loro libera espressione e le minoranze di ogni genere rivendicare i loro diritti civili. Nella nostra mente colleghiamo immediatamente il mitico Sessantotto al concetto di cambiamento, di rivoluzione. Sociale, culturale e anche artistica. Ma è spostando l’obiettivo e scivolando in uno studio di via Hayez a Milano che troviamo, lontano dall’eco delle proteste, Floriano Bodini a lavorare il legno.

In cantiere c’è una grande scultura, raffigurante un papa. Puntiamo bene la nostra inquadratura perché almeno due elementi di questa scena potrebbero risultare anacronistici. Una scultura “raffigurante”, figurativa, rappresenta a quel tempo un canto del cigno per una pratica artistica che in quegli anni andava sbiadendo. Le tendenze contemporanee, dall’arte povera al minimalismo, sarebbero culminate appena un anno dopo nella celebre mostra svizzera When Attitude Become Forms. E la figura del papa, nello specifico, non è certamente la più in voga tra gli artisti più desiderosi di appartenere a quel tempo di subbuglio ideologico.

Floriano Bodini, Paolo VI. Ritratto di un Papa
Floriano Bodini, Paolo VI. Ritratto di un Papa

Centriamoci allora nella prospettiva di Floriano Bodini che costruisce la figura di Paolo VI. È sempre il 1968 e l’artista ha incontrato il papa a malapena due volte, senza la possibilità di disegnare nemmeno un bozzetto. Ma la sua persona lo incuriosisce e decide quindi di ricorrere alle fotografie per i lineamenti e alla testimonianza della conoscenza comune Don Pasquale Macchi per l’aspetto caratteriale, umano. È proprio questo tratto a destare interesse in Bodini, come in tutti del resto.

Giovanni Battista Montini è stato uomo controverso, gettato e imprigionato in dinamiche all’interno delle quali si è faticosamente fatto strada. Chiamato a gestire il Concilio Vaticano II, indetto però dal suo predecessore Giovanni XXIII, Paolo VI ha avuto l’arduo compito di accompagnare, talvolta indirizzare, il passaggio della chiesa nella modernità.
E allora il giudizio su di lui diviene questione di prospettive. Punti di vista differenti, ma quasi sempre critici. Il ramo ultratradizionalista della Chiesa lo accusava di aperture eccessive, di modernismo; mentre il settore ecclesiastico più vicino alle idee socialiste lo tacciava di immobilismo.

Floriano Bodini, Paolo VI. Ritratto di un Papa (Immagini dall'esposizione)
Floriano Bodini, Paolo VI. Ritratto di un Papa (Immagini dall’esposizione)

Possiamo immaginare, assumendo la sua prospettiva, che vivesse nell’intimo una profonda angoscia. Come al centro della fune, era continuamente teso e tirato e attaccato da due poli opposti. Possiamo immaginare che la fune ad un certo punto si sia spezzata, generando una frattura nell’animo del papa, o che più semplicemente le sue scelte e azioni fossero dettate dalla necessità di soddisfare esigenze esterne molto differenti tra loro. Lo stesso solco divisorio divide il volto dell’inquietante Ritratto di un Papa in due espressioni divergenti.

“Floriano Bodini, di 35 anni, ha ottenuto una cosa straordinaria, dal punto di vista tecnico e artistico, cosa impossibile in pittura, estremamente difficile in tre dimensioni, mai da me vista realizzata con tanta evidenza: è riuscito cioè a dare contemporaneamente allo stesso volto diverse e opposte espressioni, tutte psicologicamente plausibili e tipiche del personaggio”

Dino Buzzati, Corriere della Sera – venerdì 24 maggio 1968

Alta, snella, crudele la scultura sembra aver nutrito la sua forma fino ad elevarsi, ma senza accumulare spessore umano. Le sue mani ossute si allungano a sopprimere il volo pacifico di una colomba, come a soffocare quella speranza che la stessa religione professa. Resa forse ingenerosa per un papa che si è distinto per cultura, spiritualità e animo altruistico, ma certamente eloquente di quello spettro sfruttatore che la Chiesa ha sempre accompagnato alle sue opere di bene.

Floriano Bodini, Paolo VI. Ritratto di un Papa
Floriano Bodini, Paolo VI. Ritratto di un Papa

Ma, come anticipato, è nel volto che vediamo più incisivamente impressa questa duplicità. Spostandoci da sinistra a destra, l’emotività che la prospettiva ci restituisce è diametralmente opposta. Un lato sereno, disteso, rasserenante; l’altro arcigno, malevolo, sconvolto. Una metamorfosi visuale che non altera però l’immagine di Paolo VI, che rimane sempre fedelmente somigliante a se stesso.

La forza della statua, oltre che nell’incredibile qualità realizzativa dell’artista, risiede dunque nel mondo che apre. Da una parte la sconvolgente soggezione imposta da una figura aulica ma sinistra, dall’altra le implicazioni religiose, politiche, sociali, ma soprattutto umane che hanno caratterizzato il papato di Giovanni Battista Montini.

A pochi mesi dalla canonizzazione di Paolo VI alcune domande ci chiamano ancora ad interrogarci.
È stato un buon papa? Non ha avuto abbastanza coraggio? O ne ha avuto troppo? È stato un uomo che ha sofferto? Ha trovato soddisfazione nel suo operato?

Chi lo sa, questione di prospettiva.

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