Berenice Abbott, Richard Avedon, Horst P. Horst, William Klein, Helmut Newton, Irving Penn, Man Ray, Francesca Woodman: questi sono solo alcuni dei nomi dei più rappresentativi artisti che sono venuti in contatto con Carla Sozzani e che ora, con le loro opere, adornano Villa Pignatelli che ospita la mostra “Between Art And Fashion. Fotografie dalla collezione di Carla Sozzani”. Fino al 10 marzo.
La raccolta, dopo essere stata presentata a Parigi nel 2016 alla Galerie Azzedine Alaïa, al Museo des Beaux-Arts di Le Locle in Svizzera nel 2017 e alla Fondazione Helmut Newton di Berlino nel 2018, approda per la prima volta a Napoli. E’ la monumentale Villa Pignatelli, al cui piano terra è situato l’Appartamento storico mentre il primo piano è destinato al Museo delle Carrozze e alla Casa della Fotografia, ad accogliere eventi, mostre e dibattiti sul tema della fotografia in tutte le sue declinazioni. L’ambiente neoclassico si rivela essere la scenografia perfetta per accompagnare il visitatore tra una selezione di centosessanta opere di ottantasette fotografi, scelta dal curatore Fabrice Hergott e promossa dal Polo museale della Campania e da Incontri Internazionali d’Arte.
La carriera della Sozzani, sia in ambito editoriale come caporedattore delle edizioni speciali di Vogue e direttore di Elle Italia, sia come gallerista, la ha nutrita di una conoscenza intima e personale dei grandi maestri dell’obiettivo, come si evince dalla collezione priva di distacco didascalico, ma ricca d’impatto emozionale. La figura femminile appare come la protagonista del percorso espositivo ma, mostrata umanamente in tutte le sue sfaccettature, non viene proposto un canone di bellezza ideale.
Lo spettatore è accompagnato in un percorso ordinato ma denso tra gli scatti di Helmut Newton, carichi di tensione erotica, le ballerine di Frantisek Drtikol, di ispirazione avanguardista e futurista, i nudi di Francesca Woodman che in una compenetrazione tra corpo e spazio generano uno sfocato misterioso e surrealista.
Tuttavia le opere tendono a suggerire una lettura completa e caleidoscopica della visione culturale, artistica, modaiola delle epoche ritratte, indagando quasi un intero secolo e spaziando dalla ritrattistica -è presente la nota fotografa di celebrità, Steve Hiett- a rappresentazioni paesaggistiche, da fotografia sociale a nudi. La mostra non tende a strumentalizzare la fotografia di moda per porre in risalto l’abito o l’accessorio, anzi indaga il corpo che non è più manichino, ma parte attiva dell’opera: nella sua plasticità si fa sia espressione del trend del fashion system sia espressione artistica.
Colori dominanti sono il bianco e nero, prediletti per far risaltare i contorni e quindi i contenuti emotivi delle fotografie. Tra le più suggestive le opere di Sarah Moon, da cui emerge una consistenza scultorea della composizione e quelle di Ralph Gibson, in cui l’oggetto in fotografia concorre a una sperimentazione enigmatica di stampo surrealista.