Sotheby’s incassa 93,295,300 sterline con l’asta che apre la settimana dei contemporanei a Londra. Sei invenduti e due ritirati su 68 offerti. Nel 2018 il totale era stato 109,292,700.
Hanno aperto la vendita ben sette opere di artiste donne che affrontano il tema della corporeità e della forma femminile. In totale le artiste in catalogo erano 13, il numero più alto mai visto prima in una vendita serale.
Questi lavori con “il nastro rosa” hanno venduto per 11.977.200 sterline. Alcuni superando le stime, altri senza fare scintille. Il totem ironicamente voluttuoso di Rebecca Warren ha fatto 555 mila, raddoppiando la stima e realizzando il nuovo record mondiale per l’artista. Mentre il colossale “Juncture” di Jenny Saville ha fatto 5,442,200 sterline, non molto al di sopra della quotazione più bassa. Questo prezzo arriva a pochi mesi di distanza dal suo record per un’artista donna vivente realizzato proprio da Sotheby’s (9,537,25 sterline per “Propped“, ottobre 2018). L’enorme nudo carnoso del 1994 in asta stasera era stimato £ 5.000.000-7.000.000. Il disegno a carboncino, sempre della Saville, che ha aperto l’asta da £ 100 mila sterline è arrivato a 250 mila.
“Untitled #9” di Agnes Martin è passato di mano per 2,775,000 £, delle due opere di Louise Bourgeois la prima non ha brillato: il tributo alla madre “Remembering” ha fatto 735,000 mentre la seconda, una scultura che è rimasta nella stessa collezione dal 1998, ha superato le stime con l’aggiudicazione a 1,815,000. Tra le altre donne, anche se non inserite in questa sorta di “sezione sul corpo”, si segnala Toyin Ojih Odutola che nel suo debutto in una evening auction, ha realizzato il nuovo record d’asta con ‘Selective Histories’ a £250,000.
Il podio della serata è stato occupato dai “soliti noti”: Jean-Michel Basquiat, Gerhard Richter e un’iconica tela Pop di Roy Lichtenstein. Solo quarto il piccolo ma delizioso ritratto di Lucian Freud ‘Head of a Boy’, all’asta per la prima volta, che era offerto a £4.5-6.5 milioni ed è stato battuto a 5,779,100. Il giovane ritratto è Garech Browne, amico di lunga data dell’artista ed erede della famiglia Guinness.
Medaglia d’oro per “Apex” (1986) di Basquiat, che era proposto con stima a richiesta. Partito da 4 milioni, si è fermato a 7.050.000 che con i diritti sono diventati 8,227,950 £. Questa grande tela era stata venduta per £16,500 nel 1988. A fine catalogo le sue due opere su carta hanno letteralmente spazzato via le previsioni triplicando le stime.
Argento per Richter con 6,918,100 per il suo giallo “Abstraktes Bild” e infine bronzo per “Vicki! I – I thought I heard your voice” di Lichtenstein a 5,836,050 £. Continua a volare alto Adrian Ghenie. Il suo “Duchamp’s Funeral I” (2009) ha fatto 4,298,400 sterline.
Molto bene gli italiani. Lucio Fontana era in asta con cinque lavori che in totale hanno fatto oltre 7,7 milioni di sterline. Hanno brillato la lacerazione su ottone del 1962 “Concetto spaziale, New York 8” che ha superato la stima più alta di 1,8 milioni salendo fino a 2,655,000 £ e la ceramica il Guerriero che è arrivata a 1,185,000 (da 600 mila). Infine il legno di Alberto Burri del 1958 ha fatto 1,515,000, mentre Rudolf Stingel che solitamente regala ottime performance stasera è rimato al palo.
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