Giverny – Il giardino di Monet, in libreria il volume di Jean-Pierre Gilson & Dominique Lobstein ne racconta la storia e il fascino
Claude Monet, il più amato tra i pittori impressionisti, si stabilisce nel 1893 a Giverny, in Normandia, dove trova una casa da sogno, con un giardino e un corso d’acqua che scorre accanto. Vi risiederà con moglie e figli fino alla fine dei suoi giorni. Il pittore trasforma il terreno in un giardino fiorito e acquatico: così che Giverny è diventato il fulcro della sua pittura.
Monet aveva per anni dipinto senza mai mostrare a nessuno le sue ninfee che proprio in quel giardino incantato avevano preso vita. Il pittore aveva accatastato innumerevoli tele in cantina, fino a quando George Clemenceau, ex Primo Ministro, scrittore, critico d’arte e caro amico di Monet, in visita a Giverny le vede e, capendo il potenziale e la forza di quelle creazioni artistiche, incoraggia il pittore a proseguire con quel soggetto. Proprio da questa amicizia nasceranno poi le famosissime Ninfee dell’Orangerie, enormi pannelli talmente avvolgenti che lo sguardo dello spettatore si perde in un’atmosfera di serenità e pace.
«Ho potuto giudicare che in voi l’uomo è all’altezza dell’artista, e non è cosa da poco. Voi ritagliate dei pezzetti di cielo e li gettate in faccia alla gente. Niente sarebbe così stupido come dirvi grazie: non si ringrazia un raggio di sole»
Georges Clemenceau, 1899
Il giardino nel corso della storia ha cambiato spesso significato nell’immaginario collettivo – culturale e artistico – passando da manifestazione del Divino (il giardino dell’Eden) a manifestazione e vanto del potere terreno di re e imperatori. Con l’età moderna il giardino ha assunto un significato meno simbolico e più borghese, diventando un luogo pace, quiete e piacere personale. Ma artisti e pittori hanno sempre dimostrato un’attrazione particolare verso il tema del giardino, da Durer a Botticelli, fino agli impressionisti, con Pissaro e Renoir, e poi ancora -oltre l’impressionismo- Matisse, Nolde e Kandinskij.
Ma tra tutti, quello che viene più naturale associare alle suggestioni floreali e naturalistiche fornite dal giardino è sicuramente Monet, il padre dell’impressionismo. Nel giardino di Giverny sono nate le famose Ninfee di Monet, testimonianza dell’arte innovatrice del maestro.
«Se sono diventato pittore lo devo ai fiori»
Claude Monet
Rimasta chiusa e abbandonata per oltre vent’anni, la casa di Giverny rinasce grazie alle attente cure di Gérald van der Kemp e apre le porte al pubblico nel 1980. Con 700.000 visitatori all’anno, è tra le maggiori mete turistiche di Francia.
Arriva ora in libreria l’edizione italiana (edita da Ippocampo) di Giverny – Il giardino di Monet, libro fotografico che porta il lettore in un viaggio (incantato e incantevole) tra la natura di quel giardino che ha visto nascere tanti capolavori.
Le fotografie di Jean-Pierre Gilson rendono omaggio a questo giardino d’eccezione, svelandone alcuni aspetti poco noti. Nel corso delle varie stagioni, papaveri, tulipani, narcisi, iris e rose in fiore accompagnano il lettore in una passeggiata scandita da lettere immaginarie scritte da Dominique Lobstein (L’ABCdaire de l’impressionnisme, Honoré Daumier: Du rire aux armes) per fa rivivere la presenza del pittore, della sua famiglia e degli amici, l’atmosfera della casa e dei giardini, nonché il fascino e la magia di questo luogo unico.
Giverny – Il giardino di Monet
Jean-Pierre Gilson & Dominique Lobstein
Edizioni L’Ippocampo
ISBN 978-88-6722-420-3
Pagine 144
Rilegatura cartonato
Dimensioni 24 x 31 cm