Ugo Nespolo è a Palazzo Reale di Milano dal 6 luglio al 15 settembre. Una mostra strutturata come un viaggio, condotto attraverso una multiforme esperienza artistica vissuta al di fuori dei canoni dominanti.
Un costante senso d’insofferenza verso gli obblighi del conformismo creativo ha condotto Ugo Nespolo a sperimentare una ricerca multiforme. Cultura e ironia i concetti antistanti ogni opera, disparati i materiali con cui le ha realizzate: dal legno ai metalli, dalle ceramiche ai vetri. In una mostra articolata come un viaggio, Palazzo Reale di Milano ne racconta l’esperienza artistica in Nespolo fuori dal coro, dal 6 luglio al 15 settembre. I primi lavori di Nespolo sono degli anni Sessanta e anticipano il movimento dell’Arte Povera fondato da Germano Celant, le cui prime mostre vedono infatti la partecipazione di Nespolo. Di questo periodo sono Molotov, Condizionale, Power Violence, Radio, Semplicissimo e molti lavori Senza titolo, assemblaggi ad alto tasso di creatività fatti di vimini, formica, legno, colle, acciaio, ferro, carta.
Nasce in questi anni la tecnica dei “puzzles”, che del lavoro di Nespolo diventano ben presto la più riconoscibile cifra distintiva. L’artista ritaglia e rifila pezzi sagomati di legno, incastrati e fatti combaciare fra di loro per comporre figure dai contorni irregolari: tessere perlopiù monocromatiche, che danno vita alla combinazione di inedite immagini policrome. Precoce è anche la passione di Nespolo per il cinema: l’artista dà vita, con Mario Schifano, al Cinema degli Artisti, ispirato al New American Cinema che conosce tramite Jonas Mekas, Warhol, Yōko Ono, P. Adams Sitney. Tra il 1967 e il 1968 realizza film come Grazie Mamma Kodak, La galante avventura del cavaliere dal lieto volto, Le gote in fiamme, Neonmerzare, Buongiorno Michelangelo, Boettinbianchenero, Tucci-Ucci, che hanno come protagonisti gli amici Enrico Baj, Lucio Fontana, Mario Merz, Michelangelo Pistoletto, Alighiero Boetti. A Milano, grazie a Fernanda Pivano, conosce anche i più significativi esponenti della beat generation, Jack Kerouac e Allen Ginsberg, che diventa il protagonista del film A. G. (1968).
Tra il 1973 e il 1985 Nespolo è a New York dove si afferma la pop art, cui guarda con interesse, pur senza trascurare la tradizione delle avanguardie europee, dal Futurismo al Dada: Depero, in particolare, gli offre il modello di un’arte ludica, pienamente inserita nel contesto della vita quotidiana. Di qui l’attenzione per il design e la pratica assidua di un’arte applicata, che ha portato Nespolo a cimentarsi nei settori più disparati, dall’abbigliamento all’arredamento, dalle copertine di libri e di dischi alla grafica pubblicitaria.
Nespolo è stato protagonista di importanti mostre realizzate in tutto il mondo: da New York a Tokio, da Londra a Seoul, da Pechino a Mosca, sino a quella itinerante del 1997 nelle capitali del Sud America, in una ininterrotta e straordinaria esperienza di arte e vita. Un percorso dunque estremamente lineare fatto di eclettismo e di ricerca per una mostra e un personaggio che insieme alla dimensione culturale rivendica con le sue opere un ruolo autonomo, originale, popolare e per questo “fuori dal coro”.