La mostra dedicata ai ritratti di Paul Gauguin aprirà alla National Gallery di Londra il prossimo ottobre. I biglietti saranno in vendita da inizio agosto.
L’intento della mostra è mostrare come Gauguin abbia rivoluzionato l’arte del ritratto: grazie a prestiti internazionali l’esposizione illustrerà come l’artista utilizzasse i ritratti per esprimere se stesso e le sue idee sull’arte.
Era completamente disinteressato a esplorare lo status sociale , la personalità o il contesto familiare dei suoi modelli, alcuni dei principali motivi per cui si realizzavano i ritratti in passato.
Con oltre cinquanta opere, la mostra include dipinti, sculture, stampe e disegni, molte dei quali sono state raramente viste insieme. Sono presenti opere dal Musée d’Orsay di Parigi; dalla National Gallery of Art di Washington; dall’Art lnstitute di Chicago; dalla Galleria Nazionale del Canada; dal Museo Nazionale di Arte Occidentale di Tokyo; e dal Museo Reale di Belle Arti del Belgio.
Con quadri che risalgono ai suoi primi anni da artista fino alla sua ultima visita al Pacifico meridionale, la prima sala della mostra sarà dedicata agli autoritratti; i più numerosi tra tutti i dipinti di Gauguin. Facendo di se stesso il soggetto principale e assumendo personalità diverse questi quadri mostrano un Gauguin che provava costantemente a reinventarsi. Questa sala include inoltre un grezzo, grottesco autoritratto con il pollice in bocca per dimostrare il suo interesse per l’iconografia e l’arte non occidentale, e anche la sua radicale sperimentazione su diversi supporti (Vaso antropomorfo, in arenaria smaltata, 1889, Musée d’Orsay, Parigi).
La sala 2 è dedicata al periodo trascorso in Bretagna (1884-91) dove, nel remoto villaggio di Le Pouldu, voltò le spalle alla vita da agente di borsa parigino per diventare il protagonista di una nuova colonia di artisti. Questa sala contiene anche i ritratti di alcuni degli amici che si era fatto a Parigi e di parenti, tra cui Madame Mette Gauguin raffigurata in abito da sera, 1884 (Museo Nazionale di Arte, Architettura e Design, Osio). In dipinti come Soyez Symboliste: ritratto di Moréas’ (1890-91, Talabardon & Gautier, Parigi) e Giovane donna bretone, (1889, collezione privata) Gauguin iniziava a superare i limiti della ritrattistica rifiutando le convenzioni di somiglianza, adulazione e la coerenza dello spazio e del tempo.
Le relazioni tese del pittore con altri artisti vengono esplorate nella sala 3, in particolare con i due amici più importanti che nonostante i litigi con lui rimasero soggetti dei suoi ritratti per il resto della sua vita: Vincent van Gogh e Meijer de Haan (1852-1895). Un gruppo di ritratti di de Haan mostra come divenne un simbolo chiave nell’opera di Gauguin che superò di gran lunga la loro amicizia (nonché il modello stesso), ampliando le possibilità della ritrattistica di sfociare in qualcosa di nuovo su supporti diversi, tra cui il busto in legno di de Haan (1889-90, National Gallery of Canada).
La sala 4 illustra il primo viaggio di Gauguin a Tahiti (1891-93) dove aveva cercato una via di fuga dalla “civiltà” pur tenendo sempre un occhio puntato sulla Francia, mentre cercava, senza successo, di entrare nel mercato d’arte parigino anche se a distanza. Oltre a includere i dipinti di Teha’amana a Tahura, questa sala segue anche i continui esperimenti su diversi mezzi, che facevano riferimento diretto agli oggetti indigeni che lo circondavano a quel tempo, ad esempio in opere come Tehura (Teha’amana) in legno (1891-93, Musée d’Orsay, Parigi); e Arii Matamoe (La fine reale), (1892, J. Paul Getty Museum di Los Angeles).
Presentando il suo ritorno a Parigi e in Bretagna e il suo secondo soggiorno a Tahiti (1893-95), la sala 5 comprende anche le opere del caratteristico immaginario tahitiano. In un ritratto realizzato in Bretagna, una giovane donna bretone in preghiera è raffigurata con indosso un abito missionario tahitiano (Giovane ragazza cristiana, 1894, Sterling and Francine Clark Art lnstitute, Williamstown, Massachusetts, USA); mentre in Autoritratto con cappello, (1893-94, Musée d’Orsay, Parigi) può essere visto il dipinto Manao Tupapau (Lo spirito dei morti veglia), la cui stampa sarà anche in esposizione (1894, National Gallery of Canada).
La sa la 6 presenta una selezione di ritratti in cui Gauguin utilizza oggetti simbolici, disposti in nature morte, per sostituire le figure assenti. Questo tipo di ritratti fa ceva parte del repertorio di Gauguin sin dal 1880, tuttavia questa sa la mostra come la loro importanza fosse aumentata durante l’isolamento degli ultimi anni. Questi includono dei ritratti indiretti di Van Gogh, l’ amico di una volta scomparso ormai da un decennio, che ritraggono le fioriture dei semi di girasole inviati dalla Francia (come Natura morta con la “Speranza”, 1901, collezione privata, Milano); Gauguin potrebbe essere stato il primo a capire che i girasoli fossero il motivo caratteristico di Van Gogh e che lo avrebbero poi reso famoso.
L’ultima sala della mostra sarà dedicata ai ritratti dell’ultimo Gauguin. Nonostante una malattia ricorrente e una diminuzione della produzione artistica, il ritratto rimase un elemento essenziale nell’arte di Gauguin nei suoi anni finali sull’isola di Hiva Ooa, parte delle Isole Marchesi. L’uso dei ritratti per esprimere il suo ruolo nella politica locale si rispecchia nella scultura in legno intagliato realizzata per la casa che si era costruito, la caricatura del vescovo locale nelle vesti di un diavolo peccaminoso (Père Paillard, 1902, National Gallery of Art, Washington). Il suo ultimo autoritratto, forse il più semplice e diretto di tutti, probabilmente realizzato poco prima della morte, all’età di 55 anni, chiude il percorso espositivo (Autoritratto, 1903, Kunstmuseum Basel).
Christopher Riopelle, curatore di Neil Westreich dei dipinti Post 1800 presso la National Gallery e co-curatore della mostra commenta: “Gauguin ha radicalmente ampliato i parametri della ritrattistica. Aveva compreso che l’arte moderna sarebbe stata in realtà l’espressione della singola personalità idiosincratica e aveva capito che il ritratto doveva fungere da portale per accedere a ricchi e contraddittori mondi interiori. Il fatto di aver trovato il vocabolario stilistico per suscitare questa complessità è il segno distintivo del suo genio”.
Il Dott. Gabriele Finaldi, direttore della National Gallery, commenta: “Questa è la prima volta che una mostra si incentra sui ritratti di Gauguin. Di certo non un ritrattista convenzionale, la sua visione radicale e altamente soggettiva ha portato alla creazione di un gruppo di opere che sono suggestive, dinamiche e a volte inquietanti. Attraverso i dipinti, le stampe, le sculture e le ceramiche, la mostra esplora il modo in cui l’artista ha definito la propria identità nei suoi autoritratti e come ha realizzato le immagini di amici, amanti e soci”.
The Credit Suisse Exhibition: Gauguin Portraits
Apertura al pubblico lunedì 7 ottobre 2019
Orario giornaliero: 10-18 (ultimo ingresso ore 17)
Venerdì: 10-21 (ultimo ingresso ore 20.15)
Ingresso a pagamento