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Francobolli celebrativi: 25 anni dall’intesa Israele-Santa Sede

Egeria Egeria
Cafarnao
Cafarnao

Per le immagini destinate all’emissione celebrativa del venticinquesimo anniversario dell’Accordo fondamentale tra Israele e la Santa Sede in distribuzione dal 10 settembre e che portò all’allacciamento dei rapporti diplomatici, i due Paesi hanno congiuntamente deciso di attingere dal sito archeologico di Cafarnao.

La città che nel Vangelo è citata, eccezion fatta s’intende di Gerusalemme, come nessun’altra e che Gesù fece “sua”. Qui scelse Pietro e con lui Andrea, Giacomo, Giovanni e l’esattore delle tasse, Matteo; compì numerosi miracoli e nella Sinagoga pronunciò il discorso sull’Eucarestia. Il tempo non giocò a favore del villaggio, tratto momentaneamente dall’oblio nel quale era caduta e che in seguito si protrasse fino alla fine del 1800 avanzato da Egeria, una donna spagnola, devota e determinata, che decise di farsi pellegrina per visitare i Luoghi Santi affidando il racconto dell’avventuroso viaggio durato tre anni, dal 381 al 384, all’ “Itinerarium”.

Nel 1866 l’inglese Charles William Wilson avviò una prima, timida campagna di scavi. Ripresi con vigore dopo che nel 1894 la Custodia francescana di Terrasanta acquistò la proprietà delle rovine. Cominciò così la ricostruzione, rallentata dalla Grande guerra, con i resti ritrovati sul posto, di quella che fu una sontuosa sinagoga (un edificio rettangolare di 24,40 x 18,65 metri in stile greco romano con capitelli corinzi composta da due edifici: la sinagoga vera e propria e una scuola per scribi).

Sulle prime ritenuta quella in cui Gesù pronunciò il discorso sull’Eucarestia e sui cui gradini guarì l’indemoniato, in seguito le ricerche degli archeologi Virgilio Corbo e Stanislao Loffreda, permisero di datare la sua costruzione tra il IV e in V secolo dopo Cristo su una precedente Sinagoga. Forse quella vista e descritta dalla coraggiosa pellegrina Egeria che visitò la Terra Santa e che nel 1984 venne ricordata con un francobollo spagnolo da 40 pesetas.

Egeria
Egeria

Firmato da Ronen Goldberg, che per l’occasione ha utilizzato scatti fotografici di Abraham Graicer e Stanislao Loffreda, il foglietto congiunto in distribuzione nei due Paesi dal 10 settembre, e che il giorno successivo verrà presentati a papa Francesco, ruota intorno a due immagini che rimandano all’ebraismo e al cristianesimo. La Sinagoga di Cafarnao e la Casa di Pietro con, sullo sfondo, il lago di Tiberiade che sembra avviato ad un pericoloso prosciugamento.

Una volta liberata dalle rovine e parzialmente ricostruita la Sinagoga è tornata a risplendere nella sua sontuosità mettendo in rilievo lo stile greco-romano attraverso capitelli corinzi, un porticato a colonne doriche. Una delle quali colonne, quella a destra sullo sfondo, porta la scritta dei donatori: “Erode (figlio) di Monimos e Giusto suo figlio insieme con i loro figli costruirono questa colonna”.

Oltre la Sinagoga è l’antica chiesa ottagonale, decorata con mosaici chiaramente risalenti all’epoca bizantina, costruita sulla casa di Pietro, e quindi di Gesù, diventata “una reliquia primaria del Cristianesimo primitivo”, attraverso “la ‘Domus Ecclesia’ nella quale la comunità cristiana della circoncisione si è riunita, forse anche per un lungo periodo di tempo, nel nome di Gesù”. In una stanza dell’edificio originario, coperta da intonaco, sono state ritrovate lampade, giare e piccoli ami da pesca. In seguito la stessa venne usata dalle prime comunità cristiane come testimoniano graffiti incisi in greco, aramaico e altre lingue, il nome, il monogramma di Cristo, il nome di Pietro ed altre parole, come Amen, Kyrie eleison.

25° relazioni bilaterali Israele Vaticano
25° anniversario relazioni bilaterali Israele Vaticano

In tempi relativamente recenti, ossia il 29 giugno 1990, il cardinale Duraisamy Simon Lourdusamy consacrò il Memoriale a forma di nave opera con la carena che copre e protegge, in maniera un po’ troppo invasiva, la Casa di Pietro in periodo bizantino trasformata in chiesa. Opera dell’italiano Ildo Avetta il Memoriale dalle forme un po’ troppo invadenti, protegge i reperti archeologici legati al principe degli apostoli e al tempo stesso permette la loro osservazione da parte di pellegrini e visitatori.

Il francobollo vero e proprio ottenuto con perforazione circolare praticata all’interno dello stesso foglio, raffigura la chiesa di Pietro (casa di Pietro) nella caratteristica forma ottagonale. “Una testimonianza – come sottolineano all’Ufficio filatelico e numismatico del Vaticano – della profondità e unicità delle relazioni e delle interazioni tra ebraismo e cristianesimo e, da 25 anni, tra Santa Sede e Stato d’Israele”.

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