A Milano il regista cinematografico e dall’illustratrice, designer e scrittrice Juman Malouf presentano 538 opere d’arte e oggetti provenienti dal Kunsthistorisches Museum e dal Naturhistorisches Museum di Vienna
Il titolo della mostra rende omaggio a una delle opere esposte, il sarcofago di Spitzmaus, una scatola di legno egiziana del IV secolo a.C. che conteneva la mummia di un toporagno. E infatti la mostra che si apre alla Fondazione Prada a Milano dal 20 settembre 2019 al 13 gennaio 2020, progetto espositivo concepito da Wes Anderson e Juman Malouf, si intitola proprio “Il sarcofago di Spitzmaus e altri tesori”. Riunisce infatti 538 opere d’arte e oggetti selezionati dal regista cinematografico e dall’illustratrice, designer e scrittrice e provenienti da 12 collezioni del Kunsthistorisches Museum e da 11 dipartimenti del Naturhistorisches Museum di Vienna. Dagli oggetti di colore verde ai ritratti di bambini, dalle miniature agli strumenti di misurazione del tempo, dalle scatole agli oggetti in legno, dai ritratti di nobili e gente comune a soggetti naturali quali il giardino, meteoriti e animali presentati come reperti scientifici o come rappresentazioni artistiche. Guardando al passato e ispirandosi al modello della Wunderkammer, la mostra sfida i canoni tradizionali che definiscono le istituzioni museali. Da non perdere assolutamente: qui intanto un’ampia galleria fotografica su cui prepararsi…
SFOGLIA LA FOTOGALLERY
10 • Beauty Marks (Ciara)
Album mediocre per un’artista che in passato ha dato prova di poter essere pazzesca. Divertente il duetto con Kelly Rowland che, come Ciara, di posti bassi in classifica ne ha masticati parecchi. Però Ciara rimane Ciara quindi love.
2019
09 • High Expectations (Mabel)
La figlia di Neneh Cherry dà alle stampe un prodotto per il rapido consumo che entra in classifica perché raggiunge il suo obiettivo: adattarsi perfettamente alle playlist dei grandi centri commerciali. Le “alte aspettative” - come da titolo - dei battitori di cassa saranno pienamente soddisfatte. Don't Call Me Up è la hit che ha trainato l'album.
2019
08 • Sunshine Kitty (Tove Lo)
Il feat. con Kylie Minogue per il pezzo “Really Don’t Like U”, con corrispettivo video, vale tutto l’album. Se siete gay v’innamorerete anche della traccia n°7 (Jacques), ma non fatevi illusioni, il disco è “a play on pussy power” come dichiarato dalla Tove Lo. L'intro recita, in italiano: «Ma ricorda: non vuoi mangiare lo stesso piatto ogni giorno, e con il piatto intendo... Figa».
2019
07 • Madame X (Madonna)
Veramente complesso sviscerare un pensiero onorevole su questo disco in poche righe. Un settimo posto può servire almeno a far percepire il gradimento di chi scrive? Medellín con Maluma il singolo di lancio.
2019
06 • III (BANKS)
Terzo atto di una discografia che dovrebbe iniziare a scuotersi un attimo, considerate le potenzialità dell’autrice, ma che purtroppo rimane abbastanza flat. Il disco, molto languido, suona meglio in cuffia che su Alexa. Gimme, prodotta da Hudson Mohawke, il pezzo forte.
2019
05 • Mint (Alice Merton)
Un disco d’esordio che con un paio di giri di basso ha saputo scalare le classifiche di mezzo mondo. Beh complimenti Alice. Per una popstar tedesca è già tanta roba. No Roots e Lash Out i singoli di lancio.
2019
04 • Thank u, next (Ariana Grande)
“La gatta frettolosa fece i gattini ciechi” recita un proverbio. Che però vale zero se di nome fai Ariana e di cognome Grande. Dischi come fossero tweet i suoi, ma tutti azzeccatissimi. Grazie Ariana per aver salvato il pop anche in questo miserrimo 2019. I singoli Thank U, Next e 7 rings dritti in vetta della Billboard HOT 100.
2019
03 • BUBBA (Kaytranada)
Tra line di basso, percussioni profonde e riverberi prende forma un album che fonde la sensualità dell’r’n’b con l’energia del funk. La voce di Kali Uchis (che lo scorso anno era seconda in classifica con il suo Isolation) si inserisce magistralmente nel flow firmando il pezzo (cantato) più bello del disco: 10%. 17 brani per un totale di 50 minuti che sembrano quasi un djset. Bellissimo.
2019
02 • Norman Fucking Rockwell (Lana Del Rey)
In lontananza sulla cover del disco il mondo va in fiamme. Brucia come la passione di Lana, sospesa tra il ricordo di una ferita e quello di un’America svanita. Dopo averlo ascoltato vi sarà più chiaro il senso delle parole “romantico realismo”.
2019
01 • Lost Girls (Bat for Lashes)
Lunga vita ai concept album in un’epoca di imprecisati miscugli. Il titolo del disco è una citazione del cult anni ‘80 di Joel Schumacher, quel memorabile “Lost Boys” con i teenager vampiri. Natasha Khan canta come una sirena e il suo è un pop con sfumature dark, da sempre il mio preferito.
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