Il gallerista milanese sceglie di “personalizzare” con il nome Abbondio lo spazio nato nel 2001. Nella confermata sede di Viale Sabotino 22 al via la collaborazione con l’artista e curatore Olu Oguibe
“Tra alti e bassi molto ho imparato, molto dovrò ancora imparare, ma sono giunto alla conclusione che nel futuro non ci debba essere più possibilità di confusione sulla paternità di quello che vi verrà proposto”. Con queste parole, affidate – ormai è il mezzo per eccellenza – ad un post su Facebook, il gallerista milanese Giampaolo Abbondio annuncia un nuovo passaggio della sua avventura nell’arte contemporanea: la “paternità” a cui accenna lo porta infatti a cambiare il nome del suo spazio milanese di Viale Sabotino 22 – debutto l’8 ottobre – da Galleria Pack, appunto, in Giampaolo Abbondio Art Gallery. “Non ultimo, eliminiamo così l’equivoca consonanza con il Padiglione d’Arte Contemporanea – PAC”, scherza il gallerista.
“Quando nel 2001 è nata Galleria Pack, eravamo tre soci fondatori, nessuno poteva assumersi la paternità della nascente creatura, decidemmo quindi di battezzarla Pack come tributo ad Alighiero Boetti, l’amore per le cui opere era stato il denominatore comune che ci aveva unito”, ricorda Abbondio. Prime novità della “neonata” galleria? “Sarà proporre una nuova collaborazione, quella con Olu Oguibe, artista, curatore e critico d’arte dal curriculum smisurato, almeno quanto lo è il suo talento. Seguiranno poi i graditi ritorni di Matteo Basilé, Maria Magdalena Campos-Pons e Andrei Molodkin a chiudere la programmazione di questa stagione”.