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Filippo de Pisis al Museo del Novecento: parola alla curatrice Danka Giacon

Filippo de Pisis, dettaglio di Ritratto di donna, 1950, Pinacoteca di Brera, Milano

Con un’ampia retrospettiva, il Museo del Novecento di Milano restituisce a Filippo de Pisis il ruolo di protagonista nell’esperienza della pittura italiana tra le due guerre. In scena fino al 1° marzo 2020.

Oltre 90 dipinti distribuiti in 10 sale. Quella che il Museo del Novecento dedica al poeta e pittore Filippo de Pisis (Ferrara, 1896 – Milano 1956) si presenta come la più ampia retrospettiva milanese degli ultimi 50 anni. Curata da Pier Giovanni Castagnoli con Danka Giacon, conservatrice del Museo del Novecento, l’esposizione mira a restituire all’artista il ruolo di protagonista nell’esperienza pittorica italiana a cavallo tra le due guerre.

Un artista a tutto tondo, non soltanto pittore e poeta ma anche botanico, entomologo, letterato e filosofo. Capace di raffigurare con delicata maestria un’infinita vastità di soggetti, dai ritratti alle nature morte, dai paesaggi alle vedute cittadine incontrate nel corso dei suoi numerosi viaggi. Personaggio sensibile e stravagante, de Pisis era affetto da una grave malattia psichica che lo condannò a un continuo via vai in manicomio, conducendolo infine a una morte precoce.

Nel video, la mostra “de Pisis” raccontata da Danka Giacon, curatrice e conservatrice del Museo del Novecento.

 

Filippo de Pisis, Il marinaio francese, 1930, Collezione privata

 

Filippo de Pisis, Il gladiolo fulminato, 1930, Museo d’arte moderna e contemporanea di Ferrara

 

Filippo de Pisis, dettaglio di Ritratto di donna, 1950, Pinacoteca di Brera, Milano

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