Ecco in che condizioni sono i mosaici del Nartece, i monumentali portoni in bronzo bizantini, le colonne, i marmi della Basilica di San Marco, corrosi dal sale dell’acqua marina
“La chiesa ha una struttura di mattoni che imbevuti di acqua salata si ammalorano anche fino a un’altezza di diversi metri, mettendo a rischio la tenuta dei mosaici che adornano le volte. Rimane il fatto che ci era stato promesso, a noi Procuratori di San Marco, a Venezia e a tutta l’umanità, che tali eventi non sarebbero più accaduti”. Così il Primo Procuratore di San Marco, Carlo Alberto Tesserin, commentava lo scorso anno l’episodio di acqua alta che oggi, confrontato con un’inondazione di portata più che doppia, evidenzia la gravità dei rischi corsi da quel gioiello dell’umanità che è la Basilica di San Marco, a Venezia. Ieri tutta la cripta è stata sommersa e dentro la basilica, nel momento di picco di marea, si misurava dalla pavimentazione quasi un metro e 10 di acqua. Un incendio, per fortuna già spento, ha interessato il museo Ca’ Pesaro, con il parziale crollo di un solaio a piano terra.
Dopo il picco di 190 centimetri toccato nella serata e nella notte, anche per oggi – 13 novembre – le previsioni sono funeste, con l’acqua alta che potrebbe tornare a 160 centimetri di altezza. E tornare a insidiare la salute dello straordinario pavimento in mosaico del Nartece, dei monumentali portoni in bronzo bizantini, delle colonne, dei marmi: “invadendo l’atrio con 70 centimetri d’acqua, che sicuramente produrranno danni ai materiali lapidei, mattoni e alle colonne dello storico edificio”, come ha spiegato Pierpaolo Campostrini della Procuratoria di San Marco. “Noi abbiamo messo in atto un sistema di valvole e di pompe che protegge la basilica fino ad acque alte di 80 centimetri, ma poco possiamo contro acque alte di 130 centimetri e il problema è che sono previsti altri picchi nei prossimi giorni. Stiamo studiando un sistema che possa proteggere i muri e quindi gli intonaci e i mosaici anche con le acque alte eccezionali, ma c’è bisogno dell’intervento dello Stato“. Intanto il Ministero per i Beni Culturali “ha attivato l’unità di crisi per la verifica e la messa in sicurezza del patrimonio culturale eventualmente danneggiato dall’eccezionale alta marea che sta colpendo Venezia”, come comunicato dal segretario Generale del Mibact, Salvo Nastasi.