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Premio Cairo 2019, vince Namsal Siedlecki con le sue Teste in rame. 25mila euro in palio all’artista

Premio Cairo 2019 a Namsal Siedlecki
Premio Cairo 2019 a Namsal Siedlecki

L’opera vincitrice di Siedlecki, del 2019, si compone di tre sculture di volti realizzate in rame elettrodepositato, di 30x12x21 centimetri ciascuno.

È Namsal Siedlecki, con l’opera Teste (Trevis Meponos), l’artista vincitore della ventesima edizione del Premio Cairo, appena assegnato nel corso della cerimonia tenutasi a Palazzo Reale di Milano. Siedlecki, trentatreenne artista di madre italiana, è nato negli Stati Uniti ma ha la doppia cittadinanza, e ha sempre vissuto in Italia; quest’anno ha già vinto a Bergamo la quarta edizione del Club GAMeC Prize, premio acquisizione di 3mila euro assegnato ogni anno ad un artista italiano Under 35. L’opera vincitrice, del 2019, si compone di tre sculture di volti realizzate in rame elettrodepositato, di 30x12x21 centimetri ciascuno. Il Premio Cairo, che prevede l’esposizione delle opere finaliste sino al 27 di quel mese nella sede di Palazzo Reale, conferma la propria leadership nel panorama italiano: negli anni vi hanno partecipato, complessivamente, 365 artisti e tra questi 41 hanno poi esposto alla Biennale d’arte di Venezia.

LE MOTIVAZIONI DELLA GIURIA

“L’edizione 2019 è stata caratterizzata dalla partecipazione di dieci artisti italiani e, per la prima volta, da dieci artisti di differenti nazionalità che operano in Italia. E in tale occasione la memoria di miti antichi si fonde plasticamente con riti di consumo contemporanei, facendo della scultura un rinnovato processo alchemico.”

Premio Cairo 2019 a Namsal Siedlecki
Premio Cairo 2019 a Namsal Siedlecki

La novità di quest’anno è che il premio si è aperto anche a giovani artisti stranieri: i venti finalisti sono stati selezionati dalla rivista Arte, dieci italiani e dieci stranieri che hanno scelto l’Italia come luogo dove creare le loro opere. Gli artisti finalisti, dieci donne e dieci uomini, erano Bea Bonafini, Guglielmo Castelli, Nataliya Chernakova, Emma Ciceri, Oscar Isaias Contreras Rojas, Giulia Dall’Olio, Nebojša Despotović, Irene Fenara, Teresa Giannico, Délio Jasse, Kensuke Koike, Gao Lan, Edson Luli, Andrea Martinucci, Ruben Montini, Maki Ochoa, Greta Pllana, Alessandro Scarabello, Namsal Siedlecki, Alessandro Teoldi. La giuria, presieduta dalla collezionista Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, era composta da Mariolina Bassetti (Christie’s), Gabriella Belli (Muve), Luca Massimo Barbero (Fondazione Cini), Andrea Viliani (Madre), Gianfranco Maraniello (Mart) e dall’artista Emilio Isgrò.

Chi è Namsal Siedlecki

Namsal Siedlecki, nato nel 1986 a Greenfield (Usa), vive e lavora a Seggiano (GR).

Unendo passato e presente, la ricerca di Namsal Siedlecki riflette sulla vita e sulla morte attraverso la trasformazione della materia. Le sue opere, sculture e installazioni, riprendono i segreti millenari dai quali l’uomo ha tratto insegnamento osservando la natura e si rifanno a tecniche e materiali antichi come la galvanizzazione in rame. Lavorando con forme organiche, ex voto e oggetti più recenti, l’artista rielabora in chiave contemporanea luoghi e tempi tra loro distanti. Siedlecki ha doppia cittadinanza, vive in Italia e al momento lavora nei pressi di Grosseto. Oltre ad aver partecipato a numerose mostre in spazi pubblici e privati, nel 2015 ha vinto il Premio Moroso e il Cy Twombly Italian Affiliated Fellow in Visual arts presso l’American Academy di Roma; quest’anno, invece, si è aggiudicato il Club Gamec Prize della Galleria D’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo

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