Il 6 dicembre ha inaugurato “Fiori sempre vivi”, la personale di Giovanna Repetto (1990) a cura di Lorenzo Balbi nella bellissima sede di Palazzo Cavalli Franchetti a Venezia.
Molto legata al mondo floreale sin da piccola, la sua ricerca le viene ispirata da un libro, il suo primo riferimento d’ispirazione, che le venne regalo dalla madre. Giovanna, appassionata di flora, ha sviluppato la sua ricerca artistica partendo proprio da questo elemento. Il suo scopo è quello di ricreare dei paesaggi e delle zone esistenti che caratterizzano alcuni luoghi della laguna di Venezia però con una vena polemica. I suoi paesaggi naturali risultano inevitabilmente “falsi” e decontestualizzati.
Ci sono zone lagunari che periodicamente vengono sommerse, sempre più spesso e in maniera sempre più violenta (basti pensare all’ultima alluvione che a novembre ha colpito il veneziano) ma alcune rimangono all’asciutto per un tempo abbastanza prolungato in modo da permettere la crescita e la fioritura di una pianta autoctona chiamata Limonium, una pianta erbacea perenne caratterizzata da piccoli fiori rosa e viola. Questa pianta, che non cresce isolata, crea visivamente delle vere e proprie nuvole galleggianti sull’acqua. L’artista in una stanza della mostra vuole ricreare questo paesaggio: la pianta che si può osservare nella sala è reale ma allo stesso tempo de-localizzata, posta su spugne risulta un fake: le piante osservabili in mostra non sono state prese dal territorio lagunare ma vengono dal Kenya, quindi non sono quelle “originali”.
Questo contrasto vero/non-vero, reale/falsificato, è la metafora della situazione in cui si trova legata Venezia da molti anni, obbligata ad essere vittima dell’inarrestabile trasformazione della città inarrestabilmente sempre più turistica ed in cui qualsiasi bene o servizio banale, come quello di comprare dei fiori, non viene più gestito da locali ma da hotel o tour operator. Sempre più spesso si vedono botteghe o piccole attività di veneziani chiuse, come quella situata proprio a lato di Palazzo Cavalli Franchetti. Fino a qualche mese fa si trovava uno storico fioraio, ora chiuso poiché vittima di tale situazione.
La ricerca di Giovanna Repetto parte quindi dall’analisi di queste contraddizioni, evocando nelle sue opere paesaggi viventi ma morti. Nella prima sala del percorso espositivo si incontra un video che pone l’accento sulla folle tecnologia utilizzata per mantenere a tutti i costi in vita organismi ormai morti, come le piante sradicate dal loro terreno e portate allo stremo per essere belle e profumate in modo da poter essere esposte negli hotel e fare “bella figura”. La ricerca artistica di Giovanna fa parte di un processo di tamponamento, seppur senza cura, di queste specie floreali attraverso la prativa dell’agopuntura. L’agopuntura è una attività che viene attuata sull’uomo per creare una percezione di benessere mentale e fisico e permettere che la connessione tra flussi energetici non si interrompa. Tale pratica è una medicina alternativa di origine cinese che nasce dall’idea che il corpo sia attraversato da flussi energetici e quando quest’ultimi si interrompono percepiamo dolore fisico. Attraverso l’ago questo flusso si sblocca.
La stessa pratica Giovanna la utilizza nel suo processo artistico volgendolo a queste piante e fiori che in mostra si trovano distesi al suolo. Il concetto è il prendersi cura di loro. Nel video inoltre si mostra bene la successione di azioni chimiche che queste piante devono affrontare durante i loro viaggi per arrivare (ad esempio) a Venezia dal Kenya, o dall’Olanda o dall’Ecuador. Con un approccio fotografico Giovanna Repetto realizza di sua mano un video che mostra tutti questi tremendi passaggi.
Per l’artista Repetto la mostra “Fiori sempre vivi” è la prima personale in un ambiente istituzionale e, con il coraggio che contraddistingue la generazione giovane, propone una nuova tipologia di installazioni e video che riuniscono tutto il suo lavoro di ricerca. Gesti ripetuti e consapevoli scandiscono le immagini del video, immagini di paesaggi reali e spiazzanti.
Informazioni utili
L’esposizione sarà visitabile fino al 18 gennaio 2020
Dal giovedì al sabato e dalle 14:00 alle ore 18:00