Tele di piccole e grandi dimensioni di Federica Giulianini sulle quali labili tracce figurative, animali o silenziose figure umane, occhieggiano da una struttura costruita da ampie campiture di colore
“La mia pittura è composta da un’eclettica tecnica, contemporaneamente statica e dinamica. Che induce a un’analisi emozionale intima e che innesta una relazione etica tra lo spettatore e il dipinto”. Con queste parole un’esordiente Federica Giulianini parlava nel 2015 dei suoi dipinti in occasione della mostra Acite, una delle sue prime personali, tenutasi alla Galleria Vibra Spazio Contemporaneo di idee di Ravenna. Ora la giovanissima artista ravennate, 30 anni ancora da compiere, ma un curriculum che nel frattempo si è infittito, presente – per citare qualche occasione – nel 2017 alla collettiva multilocata romagnola Selvatico e a SetUp Contemporary Art Fair a Bologna, espone una ventina di dipinti, frutto delle sue sperimentazioni degli ultimi anni, nella mostra Odyssea.
Si tratta della sua prima personale allo Studio d’Arte Cannaviello di Milano, dove sarà visibile fino al prossimo 3 marzo. Tele di piccole e grandi dimensioni sulle quali labili tracce figurative, animali o silenziose figure umane, occhieggiano da una struttura costruita da ampie campiture di colore, un sostrato che rievoca momenti chiave delle dinamiche plastiche fra astrattismo storico e primo espressionismo astratto, fra Nicolas De Staël ed Helen Frankenthaler. Un’indagine artistica che “si muove tra le vibrazioni ottiche della natura, del mondo animale e della forma stessa, nutrendosi di una sensibilità poetica, storico/culturale e mitologica che emerge dalla rivisitazione dei propri taccuini quotidiani”, come si legge nella presentazione. Noi ve la anticipiamo con una serie di immagini…