I cortili, gli impiegati, le rivolte, i primi supermercati e poi i grattacieli. Milano cresce e cambia attraverso l’obiettivo di Cesare Colombo, protagonista della mostra Fotografie 1952-2012 presso il Castello Sforzesco di Milano. Fino al 14 giugno 2020.
Quelle di Cesare Colombo (1935 – 2016) sono memorie impresse nel tempo di una città che è di chi la abita e la vive, che ci sia nato o giunto dopo anni di peregrinazioni. Con lo sguardo discreto di un osservatore dedito e curioso, il fotografo meneghino ha documentato l’evolversi della sua città natale con amore e partecipazione, raccogliendo scatti che immortalano i cambiamenti repentini di un capoluogo sempre proiettato verso il futuro. Tra pellicole dai colori tenui e bianco e neri potenti, ottiche larghe e prospettive che non lasciano scampo alla verità, Milano emerge dai volti disorientati delle madri che fanno la spesa al supermercato per la prima volta, o da quelli dei colletti bianchi che discutono temi (apparentemente) importanti riuniti intorno a un tavolo.
La mostra Cesare Colombo. Fotografie 1952-2012, a cura di Silvia Paoli con le figlie del fotografo Silvia e Sabina Colombo nasce da una generosa donazione. Infatti, nel 2019 gli eredi dell’artista hanno offerto 100 fotografie al Civico Archivio Fotografico di Milano, selezionando le immagini più esemplificative della sua carriera. Ad occuparsi dell’allestimento, l’amico e collega Italo Lupi, che ha saputo sfruttare lo spazio della Sala Viscontea del Castello Sforzesco attraverso una disposizione semplice ed efficace delle opere.
Un percorso che si sviluppa longitudinalmente invita il visitatore a una passeggiata attraverso i protagonisti della Milano di Cesare Colombo. Così, l’immagine complessiva della città è messa lentamente a fuoco attraverso le professioni, i movimenti, il contesto giovanile del ’68, i quartieri periferici, le tendenze e le innovazioni. Al centro, due lunghi tavoli illustrano la biografia del fotografo tramite riviste, copertine e scritti che lo riguardano, illuminati da 22 abat-jour che conferiscono al tutto una dimensione domestica e familiare, come a valorizzare l’uomo dietro il fotografo.
Così, se da un lato dalla compostezza di Gae Aulenti alle prese con un progetto architettonico si passa all’energia di Patty Pravo durante il concerto del ’68 al Palalido, passando per Giorgio Armani che prepara una sfilata o i volti iconici di Gaber e Jannacci durante un concerto, dall’altro c’è la città della gente comune, dagli studenti che protestano agli operai che scendono in piazza, passando per i paninari che conquistano la città a colpi di risate. A concludere il viaggio, una fotografia del 2008 che immortala un gruppo di uomini di etnie differenti coinvolti dai festeggiamenti di Capodanno in Piazza Castello: l’ennesimo volto di una Milano sempre più multiculturale, di una Milano che si trasforma attraverso chi la vive.
Informazioni utili
21 febbraio – 14 giugno 2020
Milano, Castello Sforzesco, Sala Viscontea
dal martedì alla domenica 9-17,30
ingresso libero