Uffizi Decameron è ispirato all’opera di Boccaccio in cui 10 giovani sfuggono al contagio della peste nera rifugiandosi in una villa sui colli sopra Firenze
“Anche se i musei hanno dovuto chiudere le loro porte, l’arte non si ferma. Per questo da adesso ci rivolgeremo al nostro pubblico anche attraverso Facebook. Uffizi, Palazzo Pitti e Giardino di Boboli vi terranno compagnia in queste settimane di comune impegno contro il diffondersi del virus”.
Con queste parole il direttore dalle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt presenta Uffizi Decameron, campagna social lanciata con l’obiettivo di tenere compagnia, nel segno della grande arte, a tutti coloro che restano in casa per aiutare la campagna di prevenzione del contagio da Coronavirus.
Il nome della campagna, che avrà anche l’hashtag #UffiziDecameron, è ispirato appunto alla celebre opera di Giovanni Boccaccio scritta nella metà del Trecento. In essa 10 giovani sfuggono al contagio della peste nera rifugiandosi in una villa sui colli sopra Firenze: per combattere la noia del ritiro forzato ciascuno di loro racconta una novella al giorno, ispirandosi ogni volta a un tema diverso.
Ogni giorno, sui profili Instagram e Twitter degli Uffizi, verranno pubblicate foto, video e storie dedicate ai capolavori custoditi anche a Palazzo Pitti e nel Giardino di Boboli.
“Racconteremo le storie, le opere, i personaggi dei nostri bellissimi musei, unendoci nel nome della cultura, dell’arte e – perché no – dello svago”, prosegue Smith. “Gli Uffizi saranno con voi, nelle vostre case, per superare tutti insieme l’attuale momento di difficoltà. Evitiamo ogni contagio, tranne quello della bellezza”.
Nell’ambito di Uffizi Decameron ci sarà anche “La mia Sala”, serie di “minitour virtuali” nei quali gli assistenti museali illustreranno in video alcuni più suggestivi angoli delle Gallerie. Con i loro segreti e le loro opere.
Ad arricchire ed affiancare Uffizi Decameron sarà anche la pubblicazione sui social di immagini, video e contenuti dedicati a Raffaello e ai suoi capolavori. Celebrati nella ricorrenza del cinquecentenario dalla sua morte.
È un gesto virtuale dal forte contenuto simbolico, che in parte consola della temporanea sospensione della grande mostra sul pittore urbinate, organizzata a Roma dalle Scuderie del Quirinale e dagli Uffizi. Alla quale le Gallerie hanno prestato una cinquantina di opere sulle circa 200 complessive in esposizione.