Nobile semplicità, quieta grandezza. L’intramontabile perfezione estetica delle sculture di Antonio Canova e di Bertel Thorvaldsen protagonista a Milano nella raffinata Canova/Thorvaldsen. La nascita della scultura moderna, una mostra -in scena alle Gallerie d’Italia (fino al 15 marzo, chiusa causa coronavirus)- che nasce proprio dal confronto tra i due grandi scultori neoclassici. Ripercorriamo l’esposizione attraverso queste meravigliose immagini realizzate in esclusiva per ArtsLife da Franco Ricci.
Le anatomie sono perfette, le anime misteriose. Se la carne marmorea viene modellata seguendo un preciso studio di forme e lineamenti, gli spiriti contenuti al loro interno faticano a emergere da questi contenitori straordinari, troppo belli per essere veri. E infatti, Antonio Canova, raramente si lasciò sporcare dalla realtà, rivolgendosi sempre alla bellezza ideale. Scolpì principalmente figure mitologiche e personaggi letterari, collocando la propria arte al di sopra di ogni contingenza: il suo spirito, come la sua opera, si ispira al passato volgendosi al futuro, non ha tempo e perciò è sempre moderna. Qui risiede la grandezza dell’opera canoviana.
“Sono impaziente di vedere quale risultato le mie opere avranno sulle anime del pubblico”
Antonio Canova
L’arte deve creare bellezza, pensava l’artista, per questo le sue sculture, prima di tutto, intendono riempire gli occhi. Ma le corde ultime, le più importanti da suonare, sono quelle dell’anima, da far vibrare al ritmo intimo della nostra personale sensibilità.
Colleghi e rivali, Antonio Canova (1757-1822) e Bertel Thorvaldsen (1770-1844) sono stati due dei principali scultori in età neoclassica e romantica. Uno italiano, di Possagno (Veneto), l’altro danese, hanno incrociato le loro vite e la loro arte a Roma, dove la loro grandezza si è consacrata.
Le Gallerie d’Italia raccolgono 160 opere in una mostra divisa in 17 sezioni, costruita grazie a prestiti internazionali come quelli dal Getty di Los Angeles, dal Prado di Madrid, dal Met di New York, gli Uffizi di Firenze o l’Hermitage di San Pietroburgo.
Confronti sugli stessi temi (Amore e Psiche, Venere, Paride, Ebe, le Grazie), celebrazioni proprie (Autoritratti) e altrui, poetiche personali e influenza sulla cultura di massa. Molti i temi che si incrociano lungo il percorso, che tratteggia similitudine e divergenze tra i due artisti. Entrambi, a modo proprio, pionieri della modernità. Soprattutto, probabilmente, nella capacità – guadagnata al termine di carriere incredibili – di slegarsi dalla classica committenza (basti pensare che Canova rifiutò l’invito di Napoleone a trasferirsi a Parigi) per seguire una propria visione artistica. La potenza evocata dalla loro poetica unica e libera è la magia che anima queste sculture tecnicamente eccelse.