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Grande, grande, grande! Gli 80 anni di Mina, diva e aliena della musica italiana

mina-olio-1 mauro belletti

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Mina 80! Buon compleanno alla diva aliena della musica italiana. Sempre grande, grande, grande…

Assente dalle scene dal ’78, ma mai così presente. Mina, artista controcorrente, carismatica, la più grande cantante italiana, ancora oggi. Ogni sua uscita è un evento. L’ultima in coppia con Fossati, dopo tanti anni a rincorrersi.

La fama le stava stretta e così, forse senza nemmeno saperlo, ha cambiato il sistema, lo ha plasmato su sé stessa. Certo, se sei Mina puoi. Ma tante altre “mine” hanno venduto tutto di sé per aggrapparsi al successo. Lei ha avuto il coraggio del salto nel buio. Il pubblico non l’ha più abbandonata. E dal suo “ritiro” non ha mai smesso di cantare, col grande pregio di cantare solo quello che le pare. Pare abbia inciso Rosso di Raffaella Carrà (in Canarino Mannaro, album del 1994) perché l’ha vista in TV cantata da una ragazza di Non è la Rai.

Ribelle in musica e ribelle in amore. Dal grande successo di Tintarella di luna alla consacrazione TV con Studio Uno il passo è breve. Il pubblico la adora, i pubblicitari se la contendono e diventa protagonista di una lunga serie di Caroselli, i registi vogliono i suoi brani nei loro film. Nel ’63 un figlio avuto fuori dal matrimonio le causa la storica cacciata dalla RAI, la stampa si accanisce contro di lei. Ma il pubblico no, non le volta le spalle.

La TV è costretta a accoglierla nuovamente, e lo fa a braccia aperte, di nuovo a fianco di Antonello Falqui a Studio Uno prima fino a, dopo 10 anni di successi ininterrotti, allo strepitoso successo di Milleluci con Raffaella Carrà. È il suo ultimo show in TV, la sigla finale è Non gioco più. In classifica il successo continua, L’importante è finire e Ancora, ancora, ancora (scritte da Malgioglio) fanno arrabbiare i censori (sono troppo spinte per l’epoca, dicono), ma bissano nuovamente il successo dei suoi già famosissimi classici.
Il suo ultimo concerto è stato il 23 agosto del 1978. Da allora nessuna apparizione pubblica, ma tanta musica (troppa, per alcuni detrattori: ha inciso più di 1.500 canzoni), pubblicità, posta del cuore, editoriali.

«Se c’è una cosa che non mi va di fare è cantare. Voglio dire, in pubblico. A me non piace cantare davanti alla gente»

Un’artista geniale anche nel costruire e curare il proprio immaginario, anche grazie al fidato Mauro Balletti, fotografo e storico collaboratore di Mina, che da decenni si diverte a giocare con l’immagine della diva (o antidiva) per eccellenza della canzone italiana, stravolgendola, reinventandola, ribaltandola, distruggendola e ricomponendola. L’ha trasformata nella Gioconda (per Olio), in un culturista (Rane Supreme), in un’opera di Picasso (Ti Conosco Mascherina), le ha fatto crescere la barba (Salomè).

Mina, sempre unica, nel corso della sua carriera ne ha letteralmente combinate di tutti i colori: è diventata un’aliena intergalattica, un’abitante di Paperopoli, un quadro di Tamara de Lempicka, è stata immortalata in stile Nihonga… Non finirà certo di stupirci a 80 anni.

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