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Mercato dell’arte in quarantena. Pensieri e previsioni di Enzo Savoia, Bottegantica

Gino Severini, Il balcone, 1930, da Bottegantica Gino Severini, Il balcone, 1930, da Bottegantica
Enzo Savoia, Bottegantica
Enzo Savoia, Bottegantica

Ci sarà un B.C. e un A.C., before corona, after corona nei nostri A.D. anno domini da qui in avanti. La pandemia è una crisi sanitaria, sistemica, economica, psicologica globale che ha pervaso (anche) il sistema dell’arte e il suo mercato, con relative e logiche ripercussioni. Non sappiamo per quanto tempo saranno limitati movimenti e spostamenti internazionali. Non abbiamo idea di come torneremo a girandolare per mostre, biennali, fiere (se non altro, quasi sicuramente, finirà l’isteria collettiva e compulsiva della proliferazione patologica della fiera ovunque e per qualsiasi cosa). Si pianifica e programma nell’incertezza quasi assoluta attendendo la discesa del santo vaccino. Aspettando che ne sarà del nostro amato circo dell’arte, abbiamo chiesto ai maggiori attori del sistema in Italia pensieri, previsioni e possibili scenari post-epidemia, dalla propria sospesa quotidianità in quarantena.

Primo semestre ormai quasi totalmente bruciato. Fiere che si ammassano orgiasticamente una sopra l’altra da settembre a dicembre, illudendosi che poco e nulla cambierà (ora si danno alle viewing rooms). Case d’asta che provano a sopperire fondendo gli incanti, implementando l’online e posticipando in autunno. Istituzioni e vari professionisti del settore che si buttano nel nuovo verbo social, la patologica litania quotidiana di contenuti online, alcuni interessanti, il più delle volte di una noia e inutilità cosmica, scaturiti dal rincorrere gli altri, perché bisognadirenecessariamentequalcosaperesserepartedelsistema (da leggere fastidiosamente tutto d’un fiato), come se anche qua non dovesse valere l’eterno principio: o lo fai bene, con cognizione di causa, o lassa stà.

Bene, quindi, il mondo dell’arte sta cambiando? Cosa ne sarà quando tutto sarà finito? Saremo tutti sereni in guanti e mascherina sotto gli umidicci capannoni delle fiere? Chi e con quale entusiasmo avrà voglia di comprare passate le (forse) ferie estive? Si ridimensioneranno i prezzi? Sparirà la fascia medio-piccola delle gallerie? Girerà ancora tutta la fuffa onanistica che satura il contemporaneo? Ce ne saremo finalmente liberati, o continuerà a imperversare? Cambierà il gusto? Vincerà la qualità? Ci sarà il rimbalzo (e picco) di vendite come la scorsa crisi (2008) in arte e beni di lusso? Chi lo sa. Nessuno lo sa. Si naviga a vista. Si prova a sperare e sparare pregando il santo vaccino che tutto e tutti immunizzi. E via come prima.

Ma intanto, ora, cosa fanno relegati alla coatta quarantena i maggiori attori del sistema? Come passano le giornate a casa? Quali sono i loro programmi e le loro previsioni per il post-pandemia? Abbiamo chiesto a Enzo Savoia, direttore della Galleria Bottegantica, specializzata nell’arte dell’ottocento e del primo novecento, di raccontarci la propria sospesa quotidianità (quella che a tutti noi attanaglia) e cosa ne sarà del prossimo futuro della galleria e di ciò che su di essa gravita.

Tutto rimandato (se va bene) a settembre, miart, Basel… Che fa un gallerista ora, durante la quarantena?

Superato lo shock inziale del ritorno anticipato da Tefaf Maastricht 2020, la nostra galleria ha da poco lanciato una nuova iniziata online: #botteganticagenda, un diario online pubblicato sulla nostra newsletter e social networks nel quale saranno proposte interviste, video e documentazione storica dall’archivio Bottegantica con approfondimenti e curiosità dalla nostra collezione, insieme a focus mirati di analisi sul mercato dell’arte, nel presente e futuro. Con tale progetto moriamo a raccontare nuove storie arricchendo la quotidianità con speciali su opere d’arte, movimenti artistici, tecniche di restauro, passati e futuri progetti fieristici ed espositivi.

Il primo semestre 2020 è praticamente in toto bruciato. Che scenario pensi si possa prospettare a settembre quando forse qualcosa ricomincerà? Quanto tempo ci vorrà per tornare alla normalità (se mai si ritornerà)?

Il mercato a settembre vedrà l’apertura delle gallerie con una programmazione prudenziale. E’ difficile valutare ora se sarà praticabile l’aperture delle fiere nel secondo semestre. Vuoi perché la gente dovrà ancora uscire dallo shock del lockdown, vuoi perché non tutti i paesi si saranno già totalmente affrancati dal problema epidemico.

Bottegantica
Bottegantica

250/300 fiere d’arte all’anno. Servono? Non sarebbe meglio cancellarne qualcuna per il bene di tutti?

Ci sarà probabilmente una selezione naturale, almeno all’inizio.

Pensi che il mondo dell’arte intero possa cambiare passata l’epidemia? Si abbasseranno i prezzi.. cambieranno le dinamiche.. il gusto? Ci convertiremo tutti a fruire virtualmente le opere dal divano…

Oggi la tendenza è quella di implementare i siti esistenti rafforzandone la parte commerciale. Sia le case d’asta che i grandi portali d’arte stanno cercando di formulare nuove proposte alla clientela.

Prima cosa che farai appena finita la quarantena?

Aprire la galleria e comunicarlo alla nostra clientela, cercando di far partire, con ancora più passione e dedizione, il motore dell’arte.

Bottegantica
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