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ART MARKET PILL. L’ascesa verticale di Chris Ofili, dal Turner Prize ai top lot milionari

Chris Ofili di fronte a The Caged Bird’s Song, 2017, National Gallery, Londra, Source: The Telegraph.co.uk Chris Ofili di fronte a The Caged Bird’s Song, 2017, National Gallery, Londra, Source: The Telegraph.co.uk
Chris Ofili di fronte a The Caged Bird’s Song, 2017, National Gallery, Londra, Source: The Telegraph.co.uk
Chris Ofili di fronte a The Caged Bird’s Song, 2017, National Gallery, Londra, Source: The Telegraph.co.uk

ARTMARKETPILL è un nuovo appuntamento di Artslife ideato da Giada Pellicari che intende sviluppare alcuni focus su certi singoli artisti o correnti del mondo dell’arte. Verranno proposte delle ricerche di mercato inerenti a nomi più storicizzati o contemporanei, mettendo in luce i passaggi pubblici in asta e rendendo evidenti i risultati ottenuti attraverso l’uso di grafici. Di conseguenza, il mercato secondario sarà prevalentemente il segmento di riferimento.

Il primo protagonista per questa ARTMARKETPILL è Chris Ofili, uno di quei nomi che si muove nel mercato primario ma che presenta già dei risultati in asta molto importanti, divenendo, insieme a Mark Bradford, uno di quei casi interessanti da analizzare. Entrambi presentano alcune caratteristiche comuni: appartengono alla stessa generazione, utilizzano lo stesso medium, sono nelle scuderie di alcuni dei Top Player del mercato.

Rappresentato da ben due tra le maggiori gallerie a livello globale, ovvero David Zwirner e Victoria Miro, Chris Ofili era visibile recentemente all’interno delle loro Viewing Room durante l’ultima Art Basel HK, realizzata quest’anno solamente virtualmente. Le Viewing Room hanno il pregio di mostrare pubblicamente i prezzi, dando modo di avere dei dati che, generalmente e soprattutto per alcune gallerie, vengono considerati confidenziali.

All’interno della VR di Victoria Miro è stato presentato un bel pastello e acquerello su carta del 2012, di medie dimensioni, 39,7 X 26 cm, appartenente alla serie Poolside Magic con un valore di 75.000$.

Victoria Miro Gallery, ABHK Viewing Room: CHRIS OFILI, “Poolside Magic 5,” 2012, charcoal, watercolour and pastel on pape,).$75,000
Victoria Miro Gallery, ABHK Viewing Room: CHRIS OFILI, “Poolside Magic 5,” 2012, charcoal, watercolour and pastel on pape,).$75,000

A questo punto è incredibile pensare che la prima opera andata all’incanto fosse stata un piccolo acquerello del 1996 di 25,5 X 20,5 cm, battuto da Sotheby’s, a Londra il 23 giugno 1997, nell’ambito dell’asta di beneficenza Contemporary Art Works In Aid Of The Institute Of ContemporaryArts. Il lotto aveva raggiunto una cifra esigua di Euro 3.327 (Hammer Price).

L’anno successivo Ofili avrebbe vinto il Turner Prize, divenendo il primo artista di colore a ottenere quel premio, evento che influirà ampiamente sull’innalzamento del suo valore.

Chris Ofili è un maliardo della pittura, in grado di amalgamare sacro e profano, magia e mistica, simbolismo e multiculturalismo all’interno di una stessa opera. Spesso vengono a coesistere materiali diversi, come glitter, collage, resina, olio e sterco di elefante, che vengono sovrapposti a strati in maniera metodica e meditativa.

Formatosi prima alla Chelsea School of Art e poi alla Royal Academy of Arts, entrambe a Londra, ha avuto una carriera strepitosa lanciata grazie alla personale Afrodizziac tenutasi da Victoria Miro a Londra nel 1996. Lì è dove Charles Saatchi ha acquistato la famosissima Holy Virgin Mary, divenuta una delle protagoniste indiscusse della sua mostra Sensation: un progetto storico che ha definito un’intera generazione dei YBA, tenutosi prima lo stesso anno a Londra alla Royal Academy of Arts e due anni dopo a New York. Qui, la tela esibita al Brooklyn Museum of Art ha innescato l’ira da parte dell’allora sindaco Rudolf Giuliani a causa dell’uso di sterco di elefante apportato su di una Madonna fortemente erotizzata, rappresentata con un seno di fuori e circondata da genitali volanti camuffati in farfalle. L’opera, inoltre, veniva esposta a terra, appoggiata su due tondi sempre di sterco, un dispositivo espositivo utilizzato più volte da Ofili in quegli anni.

Chris Ofili, The Holy Virgin Mary, 1996 Source: MOMA
Chris Ofili, The Holy Virgin Mary, 1996
Source: MOMA

La tela di grandi dimensioni è il Top Lot in assoluto di Chris Ofili, battuto da Christie’s a Londra il 30 giugno 2015, nell’ambito dell’asta Postwar e Contemporary Art. La stima, compresa tra Euro 1.974.700 e 2.538.900, è stata nettamente scavalcata dal risultato finale che ha superato i tre milioni di Euro: 3.526.250. Contando anche il Buyer’s Premium, l’opera è stata aggiudicata per 4.065.766 Euro.

Secondo Chris Ofili, l’iconografia della Vergine Maria era stata rappresentata in maniera sensuale nel corso della storia dell’arte, rendendo questa figura decisamente erotizzata. Riteneva che la sua non fosse altro che una continuazione di tale tendenza, a cui, però, aveva aggiunto delle connotazioni della sottocultura Hip Hop, inglobando, così, un approccio multiculturale e fortemente etnico, approccio che tuttora accomuna tutta la sua produzione, a cui si è aggiunta successivamente l’influenza di Trinidad.

L’opera è stata donata nel 2018 al MoMa di New York dal multi-milionario e gestore di fondi di investimento Steve Cohen, noto collezionista d’arte contemporanea e uno di quei pochi nomi in grado di realizzare operazioni di alta finanza tramite l’uso delle garanzie. Grazie a questo passaggio, si ha avuto modo di dedurre a posteriori che la tela fosse stata acquistata da lui.

Graphic Analysis, Tre Top Lot Chris Ofili © G. Pellicari, aprile 2020
Graphic Analysis, Tre Top Lot Chris Ofili © G. Pellicari, aprile 2020

Come si evince dal grafico, il secondo Top Lot è incarnato da Orgena, dipinto di grandi dimensioni realizzato nel 1998,la cui stima si aggirava tra 864.359 e 1.234.799 Euro, andato all’incanto da Christie’s il 30 giugno nell’ambito della nota asta di Post-War and Contemporary Art. Si tratta di un lavoro che identifica una matrona di colore rappresentata in maniera divinizzata, appositamente dipinta per la mostra del Turner Prize. Orgena è divenuta, così, una delle opere più iconiche della produzione degli anni Novanta di Ofili. Il prezzo finale ha superato di oltre un milione la stima iniziale, raggiungendo il valore di Euro 2.037.419 per l’Hammer Price e di Euro 2.332.884 incluso di Buyer’s Premium.

Chris Ofili, Orgena, 1998 Source: Christie’s
Chris Ofili, Orgena, 1998
Source: Christie’s
Se andiamo a rivedere il grafico organizzato in ordine temporale che si trova qui di seguito, si può notare una caduta del valore nell’anno 2011, nonostante la stima dell’opera fosse superiore a quella venduta nel 2010.
Graphic Analysis in ordine temporale, Tre Top Lot Chris Ofili, ©G. Pellicari, aprile 2020
Graphic Analysis in ordine temporale, Tre Top Lot Chris Ofili, ©G. Pellicari, aprile 2020

Il terzo Top Lot è un dittico senza titolo, datato 1999, di cm 180,7 X 121,9 cm, composto da un uomo e una donna, quest’ultima molto similare alla Orgena già trattata. In questo caso, l’opera ha raggiunto un Hammer Price coincidente con la soglia della stima che andava tra i 1.393.600 e i 2.090.400 Euro.Il prezzo incluso di Buyer’s Premium è di poco più di Euro 1.618.318. Il dittico è stato poi rivenduto l’anno seguente sempre da Christie’s, raggiungendo però un risultato inferiore rispetto a quanto fosse stato pagato, ovvero Euro 994.000 (Hammer Price).

E’ interessante riscontrare che tutti e tre i Top Lot di Ofili siano stati messi all’incanto da Christie’s.

Chris Ofili, Untitled Diptych, 1999 Source: Christie’s
Chris Ofili, Untitled Diptych, 1999 Source: Christie’s

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