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Le 10 parole chiave del mercato dell’arte nell’anno di grazia 2022

ANNA WEYANT (B. 1995) Summertime signed and dated 'Anna Weyant 2020 ♡' (on the reverse) oil on canvas 30 x 40 in. (76.2 x 101.6 cm.) Painted in 2020. Price realised USD 1,500,000 Estimate USD 200,000 – USD 300,000
Remedios Varo, Papilla estelar, 1958

Il 2022 è stato l’anno del ritorno alla normalità “post-covid”, un anno da record per il mercato dell’arte che ha visto un picco storico (quasi 20 miliardi di dollari di vendite solo per le 3 major Christie’s, Sotheby’s e Phillips) tra aggiudicazioni stellari e vecchie e nuove fiere. Abbiamo selezionato una decina di parole chiave che raccontano in alcuni frame l’anno memorabile appena concluso:

1. COLLEZIONI PRIVATE / SINGLE-OWNER COLLECTION

La prima parola selezionata è “collezioni“. Il 2022 è stato infatti l’anno degli affidamenti eccezionali. Primo fra tutti quello della collezione di Paul Allen, co-fondatore della Microsoft, che con l’incasso di 1,62 miliardi di dollari lo scorso novembre ha fatto la storia da Christie’s diventando la collezione più cara di sempre. Superata così la Macklowe Collection che ha detenuto questo primato solo per pochi mesi (venduta da Sotheby’s in due parti, una nel 2021 e la seconda nel maggio scorso), incassando oltre 922 milioni di dollari. Sempre quest’anno sono state battute da Christie’s a maggio la collezione Bass (363 milioni) e Amman (oltre 317 milioni, con la Blue Marilyn da 195 milioni) e a ottobre la Getty Collection (oltre 150 milioni). Tornando da Sotheby’s, risultati di rilievo per la raccolta di David M. Solingerex presidente del Whitney Museum di New York, venduta a novembre (oltre 130 milioni) e quella di Joseph Hotung, morto nel 2021 e figlio di Robert Hotung, uno degli uomini d’affari più influenti nella storia di Hong Kong (oltre 100 milioni tra le aste di Londra e Hong Kong). Un ventaglio memorabile.

ANDY WARHOL (1928-1987) Shot Sage Blue Marilyn Price realised USD 195,040,000
ANDY WARHOL (1928-1987) Shot Sage Blue Marilyn

2. LUXURY AUCTION 

Il settore del lusso continua a crescere e a portare grandi soddisfazioni alle case d’aste. Sempre più collezionisti sono interessati agli orologi, ai gioielli, ai vini e liquori, alle borse e allo streetwear, che hanno prezzi meno impegnativi dei grandi capolavori dell’arte blue-chip. Qualche numero. Sotheby’s ha dichiarato che nel 2022 le vendite “Luxury” sono più che raddoppiate rispetto al 2021, raggiungendo i 2,3 miliardi di dollari (la maison, però, ha inserito in questa voce -forse non troppo a ragione- anche le auto da collezione e le dimore di lusso). Tra i prezzi eccezionali, quello del diamante Williamson Pink Star, venduto a ottobre a Hong Kong per 57,8 milioni di dollari. Christie’s invece, per le aste afferenti alla sfera del lusso, ha dichiarato 988 milioni con una crescita del 17% sul 2021. Tra i prezzi top per i gioielli si segnalano quello del diamante bianco The Rock (228,31 carati) venduto per 21,7 milioni di dollari e il Fortune Pink (18,18 carati) venduto per 28,8 milioni di dollari. Inoltre la maison di Pinault ha riferito che a Hong Kong è stato realizzato il totale più alto di sempre per le vendite di vino a livello globale (63,5 milioni di dollari). Da Phillips il reparto orologi ha realizzato per due anni di fila aste con il 100% dei lotti venduti a Ginevra, Hong Kong e New York. E le aste di Hong Kong e New York dedicate ai gioielli che si sono svolte nei mesi di novembre e dicembre hanno registrato un aumento del 125% e del 155% rispetto alle stagioni precedenti, con la partecipazione di 40 Paesi e prezzi elevati per diamanti, pietre preziose eccezionali e pezzi firmati.

Williamson Pink Star

3. MILLENNIALS (grazie -anche- al potenziamento e al perfezionamento degli strumenti online)

Millennial, la nostra terza “parola chiave”, è legata a doppio filo a quella che abbiamo scelto per il secondo posto, Luxury. Questo perché dai report delle case d’aste principali è emerso che l’età dei bidder è sempre più bassa e che questi giovani sono sempre più interessati alle aste della sfera del lusso. Sotheby’s ha dichiarato che oltre il 40% degli offerenti quest’anno erano nuovi per la maison (quasi il 50% nelle categorie luxury) e che il 2022 ha visto un numero record di offerenti sotto i 40 anni (nelle categorie luxury, il numero sotto i 20 anni è più che triplicato). Da Christie’s business e concorrenza sono stati guidati da una nuova generazione di collezionisti: il 35% di tutti gli acquirenti nel 2022 erano nuovi e il 34% di questi nuovi acquirenti erano millennial (rispetto al 31% nel 2021). L’amministratore delegato Guillaume Cerutti ha affermato che il cambiamento generale sta creando un “microambiente stimolante”. Dal resoconto emerge che i millennial sono molto più a loro agio nell’offrire online rispetto ai collezionisti più anziani, anche se iniziano con prezzi più bassi e nelle aste di borse, orologi e vino. Ma si stanno espandendo anche nei settori della fotografia, del design e della fine art. Inoltre quest’anno il 31% dei collezionisti millennial erano donne, rispetto a solo il 20% della clientela boomer. Circa il 40% degli acquirenti più giovani è arrivato dall’Asia. Questi bidder sono meno interessati all’arte asiatica classica e hanno spostato il loro interesse verso arte e oggetti di lusso occidentali. Anche Phillips ha dichiarato che “Quasi un terzo degli acquirenti erano collezionisti millennial”.

L’auctioneer Jacky Ho veste una felpa Puma x Mr Doodle

4. SEOUL (E IL MERCATO ASIATICO) – HONG KONG (CAUSA “PRESA” CINESE) PERDE TERRENO, IL “RITORNO” DI SINGAPORE E TOKYO

Il 2022 è stato ambivalente per il mercato asiatico. Se la roccaforte ormai storica Hong Kong sta dimostrando chiari segnali di declino (soprattutto per le aste),  al contempo nuove realtà si stanno dimostrando sempre più frizzanti (Seoul, Shangai, ma anche Tokyo e soprattutto Singapore – dal ritorno di Sotheby’s all’acquisizione del gruppo MCH di una quota di minoranza del 15% in Art Events Singapore, organizzatore di Art SG, che si terrà, finalmente, per la prima volta dal 12 al 15 gennaio 2023 al Marina Bay Sands Expo e al Centro Congressi). Prima su tutte la capitale coreana, che sta diventando il più importante centro per l’arte in Asia, anche grazie alla crescita vigorosa del collezionismo dei giovani, la logistica semplice, la potente espansione della cultura e della musica del Paese e il sostegno fornito sia dal governo che da privati. Molti infatti nel mondo dell’arte si chiedono se, viste le potenzialità di Seoul, si possa definirla “la nuova Hong Kong”. Sicuramente è lecito affermare che la Corea del Sud ha trovato la sua collocazione all’interno della mappa dell’arte internazionale. A ulteriore testimonianza, il successo dell’edizione inaugurale di Frieze Seoul, andata in scena lo scorso settembre, e l’avvento di numerose gallerie blue-chip del calibro di Thaddeus Ropac, Peres, Koenig, Gladstone, Perrotin, Pace e Lehmann Maupin. In questi ultimi anni, e forse anche in competizione con la crescita della Corea, si sono smossi gli animi nella scena artistica giapponese. Il Giappone infatti era una forza dominante nel mondo dell’arte negli anni ’80, con collezionisti che compravano pezzi da record alle aste internazionali. Ma negli anni a seguire il Paese è andato in una sorta letargo a livello internazionale, dal quale si sta svegliando per rivendicare un ruolo di attore chiave nel mercato dell’arte globale. Tra le iniziative di successo la Art Week Tokyo che è nata anche con l’obiettivo di accrescere il legame con il mercato internazionale e il lancio, a luglio 2023, della nuova fiera “Tokyo Gendai”.

Robilant + Voena a FRIEZE Seoul 2022

5. PARIGI MON AMOUR (BASEL, ASTE e FONDAZIONI PRIVATE, ovvero la consacrazione del binomio arte-moda, le gallerie emulano sempre di più i marchi di lusso)

Dopo aver passato alcuni anni in disparte, con la luce offuscata da altre città, Parigi è tornata ad essere una roccaforte del mercato artistico internazionale. Il mercato dell’arte in Francia ha continuato a crescere dopo la già clamorosa performance del 2021. Oltre alla presenza di Christie’s e Sotheby’s, diversi operatori d’asta parigini hanno registrato ottimi risultati, come Artcurial e Aguttes. La capitale francese ha attirato un numero crescente di grandi player internazionali come David Zwirner, nel 2023 arriverà Hauser & Wirth; Gagosian e Continua hanno aperto nuovi spazi nel Paese. E soprattutto è arrivata lei, il “terremoto” Paris+ par Art Basel (20-23 ottobre), la prima edizione di Art Basel ai piedi della Torre Eiffel diventata il simbolo della potenza di fuoco degli ultimi anni della Ville Lumiére. Ne hanno parlato tutti. Ma non solo. Ne hanno parlato tutti BENE. La critica è stata molto buona, le vendite sono state un successo (solo per citarne una, un Matisse da 45 milioni da Acquavella) e i galleristi si sono dichiarati contenti. Il brand Art Basel si conferma una garanzia insomma. Parigi inoltre quest’anno è stata al centro anche di mostre che sono state osannate a livello internazionale, come la mega rassegna che la Fondation Louis Vuitton ha dedicato a due giganti dell’arte moderna: Joan Mitchell e Claude Monet. Nell’ottica di esaltarne il ruolo di prim’ordine non solo nel campo dell’astrattismo ma dell’intero discorso artistico, la pittrice è stata posta in dialogo con un gigante della pittura: Claude Monet. La mostra, intitolata Monet – Mitchell e curata da Suzanne Pagé, ha ripercorso la carriera di Mitchell in ordine cronologico, a partire dai primi lavori astratti degli anni ’50 e chiuderà a febbraio 2023.

Robert Motherwell, Je t'aime N°2, 1955 (PACE) - 6,5 milioni di euro
Robert Motherwell, Je t’aime N°2, 1955 (PACE)

6. ARTE ULTRA-CONTEMPORANEA (GIOVANISSIME PITTRICI FIGURATIVE SOGGIOGATE ALLE SMANIE SPECULATIVE… ma non solo, mentre già si segnalano le prime avvisaglie di un ritorno all’astratto…)

Il mercato dell’arte ultra-contemporanea, ovvero le opere degli artisti under 40 che concentrano tutte le principali tendenze (artiste donne, NFT, Street art, artisti africani, ecc.) è in piena espansione. Il mercato ha accolto i nuovi talenti di oggi come i “riferimenti” di domani. Nel report rilasciato a ottobre da Artprice si legge «le opere delle più giovani star dell’Arte Contemporanea possono diventare molto più costose dei grandi Old Master in pochi anni. Né la rarità di un’opera né il posto di un artista nella storia dell’arte sembrano importare oggi tanto quanto la sensazione di novità e la passione che suscita. Se osserviamo più da vicino questo fenomeno, lo vediamo sia sconcertante (la velocità con cui i giovani artisti raggiungono quotazioni mozzafiato) sia affascinante, perché sembra integrare quasi tutte le tendenze attuali del nostro tempo. Questi includono NFT, Street Art, arte della diaspora africana e arte africana e, naturalmente, la promozione vigorosa e disinibita delle artiste donne (finalmente!)». A inizio 2022 Flora Yukhnovich, nata nel 1990 e rappresentata da Victoria Miro dal 2021, ha stabilito un nuovo gigantesco record di vendite: 3,1 milioni di dollari all’asta. Risale proprio a marzo il suo record d’asta: 3.601.641 $ per “Warm, Wet ‘N’ Wild” (2020). È proprio nelle vendite pubbliche che i giovani artisti hanno raggiunto quotazioni inpensabili per la loro età e per il loro CV. Anche se le case d’asta sono i luoghi in cui questa tendenza è più visibile, anche le gallerie blue-chip si sono accorte di loro. Gagosian, ad esempio, ha preso nella sua scuderia Jadé Fadojutimi (nato nel 1993) e Anna Weyant (nata nel 1995). Quest’ultima ha raggiunto prezzi stellari e nel 2022 (con un fatturato di 7,7 milioni) ha rincorso il suo record d’asta più volte con prezzi over million. Il suo top price è per “Falling Woman” (2020) battuto per 1.623.000 $ da Sotheby’s a maggio. Partiva da una stima 150-200.000 $! Solo qualche giorno prima  “Summertime” (2020) aveva realizzato 1.500.000 $ da Christie’s. Stessa cifra per “Loose Screw” (2020) battuta qualche mese dopo sempre dalla maison di Pinault.

ANNA WEYANT (B. 1995), Summertime, signed and dated ‘Anna Weyant 2020 ♡’ (on the reverse), oil on canvas, 30 x 40 in. (76.2 x 101.6 cm.)
Painted in 2020. Price realised USD 1,500,000 Estimate USD 200,000 – USD 300,000

7. SURREALISMO STORICO (FINI, REGO, TANNING E TOYEN, MA ANCHE MAGRITTE, PICABIA E COMPAGNIA)

È stata la stagione delle grandi pittrici surrealiste, da una parte all’altra del globo: Leonora Carrington, Remedios Varo, Dorothea Tanning, Leonor Fini, Paula Rego, Toyen. Ma anche dei sensazionali record d’asta di due capisaldi del movimento: Magritte e Picabia. Dopo decenni di oblio il Surrealismo è tornato prepotentemente alla ribalta delle cronache grazie anche al “latte dei sogni” della 59ma Esposizione Internazionale d’Arte di Venezia di Cecilia Alemani e alle numerose mostre disseminate nei grandi musei internazionali, a cominciare dalla Peggy Guggenheim Collection con “Surrealismo e magia. La modernità incantata” conclusasi lo scorso 26 settembre. Per continuare alla maestosa Surrealism Beyond Borders della Tate Modern di Londra (24 febbraio – 29 agosto 2022), fino alla mostra Dal Fauvismo al Surrealismo: capolavori dal Musée d’Art Moderne de Paris, nelle sale del Museo Guggenheim di Bilbao (11 febbraio – 22 maggio 2022). E poi ancora oltreoceano, con il MALBA, il Museo d’Arte Latinoamericana di Buenos Aires, che nel 2020 ha organizzato la retrospettiva Costellazioni in onore della pittrice Remedios Varo, tra le migliori proposte tra l’altro di tutta Paris + par Art Basel. Segnaliamo, oltre al gigante Max Ernst che ha costellato in lungo e largo tutto l’anno solare, il picco assoluto (forse la cosa più riuscita di tutta la manifestazione) raggiunto in Biennale proprio da una delle grandi protagoniste appena scomparse, Paula Rego (morta a giugno).

Francis Picabia 1879 - 1953 Pavonia
Francis Picabia, Pavonia

8. L’INVERNO DEGLI NFT (-98%) 

Alcuni esperti del settore hanno parlato per questo 2022 di “inverno degli NFT“. Quando sono esplosi con la vendita di Christie’s nel marzo 2021 di “Everydays: the First 5000 Days (2021)” di Beeple per l’incredibile cifra di 69,3 milioni di dollari, sembrava che ormai fossimo giunti a una svolta nel mondo dell’arte. E infatti nei mesi successivi gli NFT sono schizzati ai vertici del mercato. Ma già nell’estate del 2022, la mania delle criptovalute era scemata tanto che alcuni osservatori del mercato hanno affermato che eravamo entrati nell’era glaciale delle criptovalute. Secondo il The Art Newspaper Art Basel Miami «ha simboleggiato la campana a morto di una delle parole d’ordine preferite del 2021: NFT. Con il commercio in calo di un sorprendente 98%, molti ex cripto-evangelisti si stanno ritirando dal commercio d’arte basato su blockchain […]. Ovviamente, i fan più accaniti diranno che il crollo era prevedibile e che il 2023 vedrà il mezzo salire di nuovo».

104 CryptoPunks che Sotheby’s aveva annunciato a febbraio 2022 sono stati ritirati alla vigilia della loro vendita programmata. Il ritiro di tale lotto, stimato tra i 20 ei 30 milioni di dollari, sottolinea la misura in cui gli operatori del mercato NFT rimangono alquanto scettici sul servizio fornito dagli intermediari tradizionali.

9. AMORE E ODIO: LA DINO-MANIA

Picchi e schianti. La Dino-mania dopo una vertiginosa ascesa degli ultimi anni ha appena registrato un paio di insuccessi, tanto da sollevare alcuni interrogativi sulla tenuta del mercato dei giganti preistorici. L’ultimo esempio in ordine di tempo è il risultato dell’asta di Sotheby’s dedicata al teschio di un T-Rex (Maximus Rex). È stato venduto a “solo” 6,069,500 $. Cifra nettamente più bassa delle stime di 15-20 milioni (il lotto era offerto senza riserva). Forse ha intaccato la fiducia dei collezionisti sulla affidabilità di questi fossili anche l’annullamento dell’asta pianificata di un esemplare di T. rex più grande, stimato tra i 15 e i 25 milioni di dollari, da Christie’s a Hong Kong dopo che erano state sollevate domande su quante ossa di dinosauro vere fossero incluse (leggi qui la notizia). Rimane il fatto che la Dino-mania è una delle tendenze di questi mesi.

10. SOSTENIBILITÁ

Secondo un’indagine condotta da Art Basel sul collezionismo globale nel 2022, ci sono stati sottili cambiamenti nei comportamenti dei collezionisti di HNW in merito agli eventi. Il numero a cui hanno partecipato è rimasto costantemente inferiore al 2019 e si è visto un leggero spostamento verso eventi più locali. I collezionisti hanno partecipato a una media di 41 eventi legati all’arte nel 2019. Nel 2022 sono scesi a 37 (compresi quelli già frequentati e programmati per il resto dell’anno). Quando è stato chiesto loro se intendevano fare viaggi più o meno internazionali per esperienze ed eventi legati all’arte nei prossimi 12 mesi, le risposte hanno mostrato che la maggioranza (77%) desiderava viaggiare di più. L’impatto ambientale però, rimane una preoccupazione crescente e le indagini hanno mostrato una progressiva consapevolezza dell’importanza delle opzioni sostenibili nell’acquisto di opere e nella gestione delle raccolte (dal 62% considerando queste opzioni nel 2019 al 77% nel 2022). Nonostante queste preoccupazioni,  solo il 12% ha previsto di viaggiare di meno e  le motivazioni più importanti per farlo sono stati i rischi che riguardano il COVID-19 (83%), mentre il 63% continua a ritenere importante o molto importante viaggiare di meno per ridurre la propria impronta di carbonio. Tra le iniziative che si legano a questa nuova consapevolezza che cresce dell’impatto ambientale e sociale dell’arte, segnaliamo il lancio di “Sotheby’s Impact“, a sottolineare l’impegno dell’azienda a rendere le industrie dell’arte e del lusso più inclusive, sostenibili e collaborative. Lo scorso settembre, Sotheby’s ha ospitato il suo Inaugural Impact Gala che ha raccolto oltre 3 milioni di dollari per l’Instituto Terra, la ONG fondata dal fotografo Sebastião Salgado e dalla moglie che si occupa di rimboschimento ed educazione ecologica nella Foresta Atlantica brasiliana.

Sebastião Salgado. Suruwahá Indigenous Territory, State of Amazonas, Brazil

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