Dall’adolescenza, segnata dal suicidio della madre, all’incontro con la poesia surrealista francese. Il documentario di Rai Cultura René Magritte, le jour et la nuit parte da alcuni dei dipinti-icona del surrealismo per ripercorrere la vita di un artista che non voleva essere etichettato come tale.
Atmosfere angoscianti, ambigue o fantastiche. Semplicemente surreali. René Magritte (Lessines, 1898 – Bruxelles, 1967) è considerato, insieme a Paul Delvaux, il maggior pittore del surrealismo in Belgio. Dopo aver studiato all’Accademia di Bruxelles, si muove nell’ambito delle avanguardie del Novecento, assimilando influenze dal cubismo e dal futurismo. La svolta surrealista avviene, secondo le sue stesse parole, dopo aver visto il quadro di De Chirico Canto d’amore. Nel 1926 si mette in contatto con Breton, a capo del movimento surrealista, e l’anno successivo si trasferisce a Parigi, dove rimane tre anni, prima di fare ritorno in Belgio.
Più di ogni altro, Magritte gioca con lo spostamento di senso attraverso accostamenti inconsueti e deformazioni irreali. Il pittore belga è infatti conosciuto come le saboteur tranquille per la sua capacità di insinuare dubbi sul reale attraverso la rappresentazione del reale stesso, mostrando il mistero indefinibile. Il documentario di Rai Cultura ne ripercorre la vita e l’opera.