La Gallerie dell’Accademia di Venezia aprono i battenti il 26 maggio dopo oltre due mesi di chiusura per il “Covid-19”. Il Museo, che conserva la più importante collezione di pittura veneta al mondo, aprirà regolarmente, “nel rispetto di tutte le norme di sicurezza”, come sottolinea il direttore Giulio Manieri Elia, dal martedì alla domenica dalle ore 8, 15 alle 19,15 con chiusura settimanale il lunedì. Per l’occasione viene esposto al pubblico, dallo stesso 26 maggio, un dipinto affascinante con Sant’Anna in trono con la Vergine Bambina tra i santi Girolamo e Francesco, detta la Pala di Sant’Anna, realizzato da Jacopo da Ponte detto il Bassano nel 1541. Un olio su tela (cm 144, 5 x 101,5) dalle forme grandiose, datato 1541 e firmato “Jacobus a ponte”, appartenente alla giovinezza del pittore.
L’opera curiosa e dall’insolita iconografia, con una Maria bambina grassottella, che volge lo sguardo distratto verso il basso, era stata commissionata il 21 febbraio 1541 dai monaci Riformati di Asolo e consegnata il 26 settembre dello stesso anno, come appare scritto sulla tela. Dal 1812 faceva parte delle Gallerie dell’Accademia, che l’avevano concessa in deposito, alla fine dell’Ottocento, alla chiesa parrocchiale di Sossano, da cui era passata nel 1956 al Museo Civico di Bassano del Grappa. Ora torna alle Gallerie dopo più di un secolo di lontananza per il riallestimento della sezione dedicata alla pittura veneta del ‘500. Esposta temporaneamente nella sala XXIII, sarà trasferita in autunno in un ambiente dedicato alla pittura di Jacopo Bassano.
Una presenza importante per documentare la fase giovanile del pittore, nato intorno al 1515 a Bassano del Grappa (e lì morto il 13 febbraio 1592), appartenente a una bottega di Bassano, con un padre pittore. Formato a Venezia presso Bonifazio de’ Pitati, era tornato in patria dove si era imposto come uno dei maggiori artisti. Già attivo con lavori di prestigio a metà anni Trenta, è attratto sin dalla prima attività dalla pittura di Tiziano e di Lorenzo Lotto. Negli anni 1534-1544 tende ad un naturalismo sintetico, fatto di luce, colore, forme armoniche (Fuga in Egittodel Museo Civico di Bassano, Sacra Conversazione dello stesso Museo, Madonna in trono tra i santi Giovanni Battista e Zeno di Borso del Grappa). Bravissimo anche nei ritratti di gentiluomini e senatori veneziani.
Le sue opere sono spesso firmate e datate, per fortuna degli storici, e in mancanza di questi dati preziosi, sistemabili cronologicamente grazie a un libro di conti di bottega. La bella Pala di Sant’ Anna appartiene al periodo giovanile, quando il pittore, dopo un primo naturalismo, si avvia verso la maniera. Utilizza una nuova spazialità grandiosa e compressa, con sant’Anna aggettante in avanti e Maria quasi in bilico sul suo braccio. Raffinata la tenda dorata dietro il gruppo sacro e fortemente realistici i volti dei santi. Si tratta di un primo passo verso nuovi importanti sviluppi e un lungo percorso sino quasi alla fine del secolo. Un momento sinora avaro di testimonianze che si arricchisce.