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Il mistero della piccola “Mummia”. A Pompei, ancora un’altra grande scoperta

Un fiore bianco e un graffito con scritto Mummia ritrovati a Pompei Courtesy Parco Archelogico di Pompei
Un fiore bianco e un graffito con scritto Mummia ritrovati a Pompei
Brani degli affreschi appena ritrovati, Courtesy Parco Archelogico di Pompei

Un fiore candido e un misterioso graffito con il nome “Mummia”

Non c’era modo migliore di celebrare la riapertura al pubblico del Parco Archeologico di Pompei dopo la chiusura a causa dall’emergenza sanitaria determinata dal Covid-19.

Un fiore candido e un misterioso graffito

Una nuova, straordinaria scoperta rivela interessanti,dettagli della vita quotidiana dell’antica città romana, cristallizzati nel tempo dagli strati di  materiale piroclastico seguiti all’eruzione del Vesuvio  del 79 d.C.

In questa sorta di istantanea dei momenti precedenti la terribile distruzione della città, un altro tassello si aggiunge alla ricostruzione di questa straordinaria storia “a puntate”. E come spesso accade, porta con sé un mistero da svelare.

È la volta di un grande criptoportico con il nome di una bimba graffito su un muro, “Mummia” che si trova nella villa suburbana di Civita Giuliana, impreziosita da un fiore esaltato nel suo candore dallo sfondo scuro e brillante.

La nuova scoperta non fa dunque parte della serie di scavi della Regio V che hanno portato alla luce una serie di ritrovamenti che hanno incantato il mondo intero. In questo caso ci troviamo nella villa suburbana a Nord dell’area degli Scavi fuori le mura del sito archeologico.

Le operazioni di scavo nella villa suburbana di Civita Giuliana a Pompei

Occorre premettere che il suburbio dell’antica città di Pompei era popolato da numerosi complessi insediativi sparsi sul territorio. Si poteva trattare di fattorie (destinate soprattutto alla produzione di vino ed olio) oppure di  residenze  stagionali o temporanee di ricchi proprietari.

Le operazioni di scavo, interrotte a causa dell’emergenza causata dal coronavirus, sono riprese la scorsa settimana.

Fanno parte di una operazione congiunta avviata tra la Procura di Torre Annunziata con il procuratore Pierpaolo Filippelli, i carabinieri e ovviamente,  il Parco Archeologico di Pompei.

Da tempo infatti, le forze dell’ordine indagavano sulla serie di scavi clandestini che interessavano la zona, una pratica di depauperamento del patrimonio archeologico nazionale che purtroppo, coinvolge tutte le aree archeologiche del nostro paese.

Circa due anni fa, la  scoperta di cunicoli sotterranei clandestini – esplorati dai Carabinieri con il supporto logistico dei Vigili del Fuoco – ha portato al ritrovamento di una serie di ambienti di servizio e di una stalla di una villa suburbana, parzialmente interessata da alcuni scavi all’inizio del secolo.

Purtroppo questi scavi clandestini, come evidenziato dal Parco Archeologico, hanno danneggiato gli intonaci e rovinato oggetti. Per questo motivo è stata decisa questa importante operazione sinergica tra il Parco Archeologico di Pompei e la Procura della Repubblica di Torre Annunziata, che anche oggi ha portato alla luce questo pezzo di storia antica da preservare e rendere fruibile in futuro alla collettività

La prima fase di scavo

Come spiega la nota diffusa dal Parco Archeologico di Pompei:

Nella prima fase di scavo era stata identificata una mangiatoia lignea di cui è stato possibile realizzare un calco, la sagoma integra di un cavallo e le zampe di un secondo animale. Le operazioni di scavo hanno, poi,  portato alla luce integralmente tale ambiente ed hanno individuato la parte restante del secondo cavallo e un terzo equide, con i resti di una ricca bardatura di tipo militare”.

http://pompeiisites.org/
Courtesy Parco Archeologico di Pompei

Una importantissima villa suburbana

Come ha spiegato il Direttore Massimo Osanna all’Ansa:

Gli elementi fanno pensare ad una grande, importantissima villa suburbana, imponente e affacciata sul mare. Così ricca da ospitare nelle sue stalle anche cavalli di gran razza, finemente bardati in bronzo. Una residenza di altissimo pregio con ambienti riccamente affrescati e arredati, sontuose terrazze digradanti che si affacciavano sul golfo di Napoli e Capri, oltre ad un efficiente quartiere di servizio , con l’aia, i magazzini per l’olio e per il vino e ampi terreni fittamente coltivati».

È dunque probabile che la villa appartenesse ad un generale o ad un altissimo magistrato militare, come i resti della bardatura militare lascia supporre.

Un fiore bianco e un graffito con scritto 'Mummia' ritrovati a Pompei
Scavi a Civita Giuliana, Courtesy Parco Archeologico di Pompei

L’importante famiglia dei Mummii a Pompei?

Tuttavia, quel graffito scritto dalla mano di una bambina che ha inciso probabilmente il suo nome, rappresenta un piccolo mistero. Questo nome, infatti, potrebbe indicare che la fanciulla appartenesse alla potente famiglia romana dei Mummii. Un piccolo mistero, perché la presenza di questa famiglia non era fino ad ora stata rilevata a Pompei dagli scavi  nel corso del tempo.

Ovviamente ulteriori studi da parte degli esperti, saranno in grado di fornire nuovi dettagli. Il criptoportico infatti, è ancora parzialmente da esplorare e non è escluso che gli scavi forniscano altre sorprese.

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