È stata sottoscritta la convenzione tra Comune di Treviso, Università Ca’ Foscari e TRA Treviso Ricerca Arte per il rilancio di Casa Robegan, parte del polo dei Musei Civici di Treviso e che, grazie a questo accordo, diventerà laboratorio museale sperimentale, spazio a gestione pubblico-privata esplicitamente dedicato alla ricerca e all’incontro tra arte contemporanea e impresa, nel solco delle migliori esperienze europee in questo settore. La nuova realtà sarà sede di dialogo permanente della cultura con il mondo delle imprese.
Nei mesi che seguono il lockdown, Treviso sarà la prima città italiana ad aprire un nuovo museo. Un unicum a livello nazionale ed europeo per la specifica volontà di contaminare cultura ed economia attraverso progettualità concrete e continuative in uno spazio museale civico.
L’innovativa partnership che coinvolge attivamente le competenze del Dipartimento di Management dell’Università Cà Foscari e determina il trasferimento dell’Associazione TRA di Treviso da Cà dei Ricchi per impostare un nuovo programma culturale a Casa Robegan, si inserisce nella strategia dell’Amministrazione comunale di Trevisodi ridisegnare l’offerta e la produzione culturale trevigiana, in stretto dialogo con le realtà localie assegnando identità, organizzazione e funzioni specifiche ad ognuna delle sue sedi museali, con un piano pluriennale di ampio respiro.
«Casa Robegan sarà non solo sede di mostre, ma un cantiere aperto dedicato al contemporaneo e alle arti applicate, gestito attraverso una formula innovativa di coinvestimenti pubblico-privati», aggiunge l’assessore ai Beni Culturali e Turismo del comune di Treviso, Lavinia Colonna Preti.«Un laboratorio che invita tutte le forze culturali e d’impresa della città a unirsi e portare il loro contributo, per rendere Treviso capitale della filiera circolare ricerca-arte-impresa, un connubio identitario per il nostro territorio che ha nel suo DNA una lunga tradizione di manifattura e artigianato artistico, che oggi va aggiornato per intraprendere un nuovo dialogo con i linguaggi dell’arte».
A Casa Robegan, edificio storico del centro di Treviso, nata proprio in origine come museo delle “arti applicate”, inizia così una nuova stagione di programmazione continuativa – aperta a mostre, formazione, incontri – e pluridisciplinare, visto che, nel solco delle origini, prediligerà il dialogo con il mondo produttivo locale. Un laboratorio vivo nel quale gli artisti applicano il loro sguardo e i loro linguaggi all’economia e le imprese possono beneficiare del potenziale innovativo che la creatività applicata può scatenare.
La supervisione delle attività verrà affidata nel primo triennio a un comitato composto da Maria Teresa De Gregorio e Lorenzo Traina per il Comune di Treviso, Katia Da Ros e Roberto Cortellazzo Wiel per TRA e Maria Lusiani e Fabrizio Panozzo per l’Università Ca’ Foscari.
Il programma
Il rilancio e la rifunzionalizzazione di Ca’Robegan verranno declinati in un’articolata serie di iniziative espositive, produttive, laboratoriali e di approfondimento. Un progetto che verrà affiancato da momenti di studio, formazione ed educazione, aperti e liberi per i cittadini e le scuole.
In concreto, verrà dato un reale contributo a una comunità culturale dall’importanza crescente nel panorama internazionale, ponendo particolare attenzione a tematiche legate al territorio, all’impresa e alla sostenibilità. Continuerà il supporto a giovani artisti emergenti, curatori e operatori culturali impegnati in quest’ambito. Come in molti centri delle principali città europee, arti visive, fotografia, nuovi media e linguaggi sperimentali animeranno quotidianamente un luogo che diventerà riferimento specializzato per l’intera città e il territorio, aprendo Treviso alla scena nazionale ed internazionale.
Pensare oggi ad una comunità culturale significa anche immaginarla e proporla in modo inclusivo, accessibile, permeabile e permeata da tutti, indipendentemente dall’età, dalle limitazioni fisiche, intellettive o sensoriali o linguistiche. Significa ripensare spazi, luoghi percorsi che tengano conto, anche ricorrendo a soluzioni innovative, di essere veicolo di innovazione sociale. Questa prospettiva sarà elemento ulteriormente qualificante della nuova sede museale, a favore della comunità, favorendo la rete fra le migliori competenze ed esperienze.
Il progetto sarà aperto all’adesione di ulteriori e nuove imprese, enti, associazioni, gruppi di cittadini che vorranno contribuire e partecipare ad animare il nuovo polo del contemporaneo cui, in questo modo, Treviso dedica una collocazione degna dell’importanza che questa arte ha da tempo assunto nel panorama della cultura italiana e internazionale.
Le prime iniziative
Ca’ Robegan ospiterà quindi una complessa serie di attività: dalle attività di divulgazione a quelle espositive, da quelle di formazione a quelle convegnistiche.
Per l’inizio del nuovo percorso, previsto dall’autunno 2020, si annunciano sin d’ora iniziative di divulgazione e formazione tese a rafforzare il rapporto tra cultura, arte e impresa. Destinatari principali saranno da un lato manager e imprenditori che avranno l’occasione di approfondire le potenzialità della collaborazione concreta con professionisti dell’arte e della cultura e, dall’altro, gli operatori culturali che potranno conoscere le opportunità di una relazione strategica con il mondo dell’impresa. Uno dei primi temi proposti sarà quello del “patrimonio culturale aziendale” e della “brand identity” viste come risorse immateriali di cui le imprese dispongono e che possono valorizzare grazie ai linguaggi dell’arte e della cultura e allo sviluppo di iniziative mirate come quelle del “muse d’impresa”
La prima programmazione espositiva, a marzo 2021, prevederà invece una grande mostra, curata da Carlo Sala, sul rapporto tra l’arte contemporanea e lo sport, settore nel quale il territorio trevigiano ospita alcuni tra le più importanti aziende e brand mondiali. Dagli anni Ottanta a oggi una molteplicità di autori internazionali hanno esplorato il tema attraverso una pluralità di strumenti espressivi: dalla pittura, alla fotografia, dalla video-arte all’installazione. La mostra vuole declinare la tematica, partendo da quelle opere che hanno consacrato la figura degli sportivi come gli “eroi” del nostro tempo e gli stadi come i nuovi “templi” rappresentati in chiave estetica, celebrativa, straniante e in alcuni casi fantastica. Una seconda parte della mostra vuole invece indagare lo sport come espressione di valori, di crescita personale, di volontà del superamento dei propri limiti; inoltre, l’atto della gara rispecchia perfettamente la competitività insita alle società contemporanee. Il percorso della mostra alternerà un ampio corpus di lavori degli ultimi tre decenni che vanno dalle opere dei protagonisti del sistema artistico internazionale, fino alle creazioni site specific degli autori emergenti, realizzate per entrare in dialogo con la sede espositiva.
Il Ruolo di TRA – Treviso Ricerca Arte
Presieduta da Roberto Cortellazzo Wiel, Treviso Ricerca Arte è un’associazione culturale promossa dal tessuto professionale e imprenditoriale della città, già protagonista da quasi un decennio di una vivace programmazione di arte e cultura contemporanea a Treviso principalmente nella sede di Ca’ dei Ricchi. TRA ha acquisito, nel tempo, visibilità sul territorio nazionale. Il suo obiettivo è tuttora quello di divulgare l’arte contemporanea e renderla strumento educativo e formativo rivolto alla cittadinanza.
L’associazione si sposterà a Casa Robegan e condividerà la responsabilità economica e organizzativa della programmazione culturale. Si impegnerà inoltre a gestire a proprie spese le attività definite in base alla programmazione concordata con gli altri partner e continuerà, come è successo negli ultimi anni, a collaborare per la realizzazione di eventi e Festival organizzati da altre realtà e promossi anche dall’Amministrazione.
Nell’ambito dell’accordo TRA si occuperà dell’offerta culturale, impegnando nel progetto risorse per oltre un milione di euro nell’arco del quinquennio. La progettualità avrà inizio dalla primavera 2021, anche in funzione all’evolversi dell’attuale scenario.
Il Ruolo del Dipartimento di Management di Ca’ Foscari
Il Dipartimento di management dell’Ateneo veneziano ha attivato da più di un decennio il “Laboratorio di Management dell’Arte e della Cultura” che, nel tempo, è divenuto uno dei più importanti centri italiani per la ricerca e la didattica sulle relazioni tra arte, impresa, cultura ed economia. Grazie a progetti di ricerca finanziati dalla Regione del Veneto e dall’Unione Europea ha dato vita a numerose relazioni concrete tra le imprese venete e il mondo della produzione artistica e culturale, sviluppando un modello di Art&Business che può ora trovare una base operativa proprio a Casa Robegan. «La nozione di ‘arti applicate’, nel passaggio dal Novecento al nuovo secolo, riceve nuovo significato e nuova spinta a Casa Robegan. Applicare l’arte non equivale più solamente a produrre in azienda oggetti molto belli ma si può estendere all’intervento artistico sui processi, la comunicazione e l’identità aziendale. Abbiamo l’occasione di dare sostanza anche in Veneto all’intuizione di Olivetti sul valore dell’estetica e della cultura per esprimere la responsabilità sociale d’impresa»,le parole del Professor Fabrizio Panozzo del Dipartimento di Management dell’Università Ca’ Foscari.