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Sotheby’s Milano: miglior risultato per un’asta online in Europa per la maison

10,4 milioni di euro: l’asta di Contemporary di Sotheby’s Milano raggiunge il miglior risultato per un’asta online in Europa per la maison

E’ stato l’unico appuntamento internazionale del semestre italiano di Sotheby’s. L’asta “Contemporary Art, Milan”, che era prevista “live” ad aprile ma che con lo scoppio dell’emergenza covid-19 è stata trasferita online (dal 4 al 16 giugno), ha realizzato 10,415,375 euro.

I lotti erano una sessantina. Il top price è stato per una natura morta del 1951 di Giorgio Morandi che è stata aggiudicata a 1.452.500 euro. Era stimata €750.000-1.000.000. Considerando il cambio euro-dollaro, nella valuta americana il dipinto vale 1.636.747 dollari, raggiungendo e superando un’altra still-life dell’artista bolognese (sempre del 1951) che è stata battuta a 1.580.000 dollari nella Day Sale che si è svolta solo online di arte impressionista e moderna di Sotheby’s dello scorso maggio (dal 4 al 18). Morandi rimane dunque sul podio delle opere più care vendute in un’asta online da Sotheby’s.

Tra gli altri risultati di spicco si segnala al secondo posto nella top ten della vendita la seconda “Natura morta” di Morandi in catalogo: realizzata nel 1948 – già nella raccolta di Antonio Mazzotta e in quella triestina di Giorgio Irnieri-  da una stima di €650/850.000 è stata battuta a 1,068,500.

Medaglia di bronzo a pari merito per Alberto Burri e Lucio Fontana. Il primo con una “Composizione con Sughero” del 1954 che era stimata tra i 250 e i 350 mila euro e ha fatto 552,500 euro. Il padre dello Spazialismo con un iconico taglio singolo su un pallido azzurro, battuto anch’esso a 552,500 euro. Aggiudicato invece poco oltre la stima più bassa, a 516,500 euro, un barocco del 1956, “Concetto Spaziale” olio, tecnica mista e vetri su tela.

“En Plein Air” di Mario Schifano, una delle versioni più alte della serie dall’omonimo titolo che  segna profondamente il percorso di Schifano verso la figurazione e dialoga alla pari con i riferimenti americani dell’artista, approfonditi grazie alle esperienze e agli incontri fatti durante il suo soggiorno a New York (1963 – 1965) è stato battuto a 432,500 euro.

Pochi gli invenduti (sei) mentre molti lotti hanno superato di gran lunga le stime. Ma prima di parlare dei lavori che hanno fatto scintille, segnaliamo subito la bella notizia della vendita del tricolore di Francesco Vezzoli. L’opera “L’italia siamo noi – omaggio a Lucio Fontana”, che rappresenta la ferita e lo spiraglio che ci ha lasciato la pandemia di Covid-19, è stata battuta a 87,500 euro, al di sopra della stima più alta (20.000 – 80.000 euro).

La bella notizia sta nel fatto che il ricavato della vendita di questo lotto andrà in beneficenza: sarà devoluto a favore del Progetto di Ricerca su Covid19 dell’Unità Operativa di Malattie Infettive del Policlinico di Milano. L’immagine è stata creata da Vezzoli in esclusiva per Vanity Fair per l’emergenza sanitaria. E’ comparsa sulla cover del numero della rivista del 15 aprile 2020 abbinata al messaggio #L’Italiasiamonoi.

Francesco Vezzoli

Veniamo a parlare delle aggiudicazioni eccezionali: il “Senza titolo” di Gino De Dominicis del 1992 era stimato 80-120 mila euro. Ma dopo ben 26 rilanci è arrivato a 492.500. Oltre sei volte la stima più bassa. Raggiunge così il suo nuovo record d’asta. Superando di parecchio quello precedente di 270 mila euro realizzato da Farsetti con una tempera del 1990  “Senza titolo (Scala)” nel 2014.

Anche  “Planetario” del 1981 di Fausto Melotti, in acciaio e ottone, proveniente da una collezione privata tedesca, ha visto quadruplicare la stima più bassa: da 60 mila euro è salito fino a 250 mila.

Yayoi Kusama ha stupito con Dots Accumulation, un esempio quanto mai aderente alla creatività dalla ripetizione compulsiva propria dell’artista giapponese. Realizzato nel 1993, da una valutazione di € 120/180.000 è stato venduto a 237,500 dopo una gara combattuta tra 10 bidder.  

I rilanci sono stati 13 per “Segno e disegno di Alighiero Boetti. Il piccolo ricamo del 1978 in bianco e nero da 80 mila euro è salito alla cifra tonda di 200 mila. I due elementi in ottone del 1967 di Lucio FontanaCONCETTO SPAZIALE, NATURA” sono passati di mano per 150 mila euro. Mentre è 187,500 euro la cifra realizzata da uno smalto e buchi su lamiera di ottone del 1959.
La “Merda d’artista” n. 82 di Piero Manzoni del 1961 da una quotazione di 120-180 mila è arrivata a 250 mila euro.

Tra gli stranieri, oltre alla Kusama, hanno brillato anche Hans Hartung con “T1963-R41” (225,000 euro),  Liu Ye  con “The Last Tempter” del 2006 (275 mila) e Robert Rauschenberg con “GOOSEBERRY (HOARFROST)” del 1974 (118,750 euro). I risultati completi sono online: www.sothebys.com

 

De Dominicis
Melotti

 

Kusama

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