Era il 1922 quando Howard Carter scoprì nella Valle dei Re la tomba del faraone bambino, Tutankhamon. Un tesoro scampato alla furia dei ladri di storia e ricchezze. Il suo regno fu effimero, la sua fama eterna.
Dietrofront rispetto al predecessore Akhenaton: Tutankhamon riportò la capitale a Tebe e ristabilì il culto del dio Amon. Era solo un bambino quando divenne faraone, le sue decisioni sarebbero state dettate dal consigliere, nonché suo passeggero successore, Ay. Non un figlio di Tut e della moglie Ankhesenamon ascese al trono: nessuno sopravvisse, nella tomba con lui sono stati ritrovati ben due feti, presunte figlie nate prematuramente.
Dopo appena nove anni di regno il faraone bambino morì, aveva circa vent’anni. Fino agli inizi del XXI secolo ha riposato, indisturbato e nascosto da sabbia e macerie, in una piccola tomba che non scelse, ma gli venne imposta, e con un corredo allestito in fretta, ma non per questo modesto (si pensi alla splendida maschera funeraria d’oro). Recenti studi hanno dimostrato che alcuni oggetti non apparterrebbero a Tut, bensì ad altri membri della famiglia reale, come la sorella maggiore Meritaton: la modifica dei cartigli è evidente.
Molti sono i misteri intorno alla figura di Tutankhamon, negli ultimi anni diradati, non da Poirot bensì da analisi del DNA eseguite su alcune mummie reali. Il punto di partenza è stato proprio il giovane Tut, accertato con sicurezza.
Chi erano i suoi genitori? Fratello e sorella: il faraone fu il prodotto di un incesto. Il padre sarebbe Akhenaton (recentemente identificato con la mummia ritrovata nella tomba KV55), mentre la madre è nota come The Younger Lady (la mummia ritrovata nella tomba KV35), figlia, come il faraone riformista, di Amenofi III e della regina Tiy.
Ma com’è morto Tutankhamon? Assassinato? E da chi? Per anni si è pensato ad un assassinio, ma il giovane faraone non fu ucciso da un fatale e violento colpo alla testa: infatti la ferita sul cranio della mummia è stato dimostrato essere il prodotto di un danneggiamento durante o immediatamente dopo la mummificazione. Troppa fretta? L’incesto produsse un ragazzo debilitato fisicamente: oltre a una possibile malformazione del palato, Tut aveva un problema al piede sinistro che gli rendeva difficoltoso camminare (molti bastoni vennero ritrovati nella sua tomba e i segni di usura ne dimostrano l’utilizzo). Tutto ciò non lo portò alla morte, ma certamente la favorì. Le sue già precarie condizioni fisiche insieme a un attacco di malaria e una grave frattura del femore lo indebolirono ulteriormente. La morale: evitare le unioni tra i parenti!
I successori avrebbero voluto cancellare Tut dalla storia, ma fortunatamente questa scelse un’altra strada nella figura di un ostinato egittologo che non si diede per vinto. L’oblio è per loro.
Attualmente presso il Palazzo Reale di Milano si svolge la mostra Viaggio oltre le tenebre. Tutankhamon RealExperience incentrata sui misteri della vita dopo la morte e il regno dell’oltretomba.
Bibliografia
- Gardiner, La civiltà egizia, Torino, Giulio Einaudi editore s.p.a., 1971⁶.
- Grimal, L’Antico Egitto, Milano, RCS Quotidiani Spa, 2004.
- Wilkinson, L’antico Egitto. Storia di un impero millenario, Torino, Giulio Einaudi editore s.p.a., 2012.
Sitografia
- Zahi Hawas, King Tut’s Family Secrets. DNA evidence reveals the truth about the boy king’s parents and new clues to his untimely death, National Geographic, settembre 2010: https://www.nationalgeographic.com/magazine/2010/09/tut-dna/
- Viaggio oltre le tenebre. Tutankhamon RealExperience – Palazzo Reale, Milano: https://www.palazzorealemilano.it/mostre/tutankhamon-realexperiencer
Referenze fotografiche
- Gardiner, La civiltà egizia, Torino, Giulio Einaudi editore s.p.a., 1971⁶.