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Carlo Verdone fotografo. Al Madre di Napoli la mostra “Qui c’è la mia anima”

olori ph @Carlo Verdone Colori, ph @Carlo Verdone
Carlo Verdone
Carlo Verdone posa davanti le sue foto in mostra durante l’inaugurazione. Ph @Museo Madre

In mostra al Museo Madre di Napoli 42 scatti inediti dell’attore e regista romano che poi faranno tappa anche a Roma e Milano. E che svelano un lato poco conosciuto dell’artista, malinconico e spirituale. “Qui c’è la mia anima. I visitatori scopriranno un mio lato molto intimo, fatto di sensibilità, stupore, misticismo, spiritualità”

– Guarda Griet, guarda le nuvole. Di che colore sono?
– Bianche! No. Non sono bianche. Gialle, azzurre. E grigie. Ci sono i colori dentro le nuvole!
In questa scena del film “La ragazza con l’orecchino di perla”, Jan Vermeer mostra agli occhi della giovane Griet un mondo nuovo di vedere, di “sentire” i colori  attraverso lo spettacolo multiforme delle nuvole che la luce disegna nel cielo, come se fosse una immensa tela, in continuo divenire.

Da vent’anni Carlo Verdone ha inseguito quella luce dietro una macchina fotografica. Da quel lontano 1999 quando, prima di dar via una vecchia Olympus, decise di fare un ultimo scatto dal suo terrazzo, puntando istintivamente verso quello che accadeva sopra i suoi occhi. Perché guardare il cielo è una ricerca spirituale. Non ti capita, è qualcosa che cerchi.

olori ph @Carlo Verdone
Nuvole e Colori ph @Carlo Verdone

E lo spettacolo, lo stupore di quella foto fu tale che decise di intraprendere un suo percorso, parallelo alla carriera di attore e regista. Un percorso intimo e personale perché tutte le foto sono rimaste nel suo hard disk fino a quando ha deciso di mostrarne qualcuna ad Elisabetta Sgarbi.

Per venti anni ho scattato foto verso il cielo, collezionando 900 scatti circa. Non avevo ancora intenzione di far vedere questa segreta passione a nessuno. L’insistenza di Elisabetta Sgarbi ha fatto sì che gliene mostrassi una cinquantina. Sono state accolte con gran sorpresa. E quarantadue ora sono già state collocate in un allestimento sobrio ed elegantissimo (al MANN di Napoli). Sono molto emozionato e curioso dell’effetto che faranno sui visitatori. Scopriranno sicuramente una mia parte molto intima“.

Ecco dunque che al Museo Madre di Napoli, va in scena il Carlo Verdone fotografo con una selezione di 42 scatti inediti. Questa volta il suo sguardo non è dietro l’obbiettivo di una cinepresa ma di una macchina fotografica. E non indaga volti, ma paesaggi. Il più mistico dei paesaggi:

La mia macchina fotografica – afferma Verdone – punta sempre in alto, verso il cielo. Mi stupisce sempre, mi affascina, mi rasserena, mi inquieta. Mi attrae perché non è mai lo stesso. A volte mi sembra l’umore di Dio. Altre volte un’immensa pagina dove trovo scritte dalle nuvole frasi e disegni misteriosi. Ma bisogna far presto, cogliere in un istante il senso prima che tutto si disarticoli e si estingua. Prima che il sole, sprofondando all’orizzonte, spenga la luce sul soffitto divino.

Cercare l’attimo fuggente,  il mistero della natura, dell’eternità. Perché, spiega, “la luce esisterà sempre, anche quando esploderà il sole“.

Nubi ombrose, sfuggenti, vortici inquietanti o pennellate di rossi tramonti che svelano il lato  malinconico dell’artista:

 Qui c’è la mia anima. Non è che sia così drammatica però è fatta di sensibilità, stupore, misticismo, spiritualità

Una passione tenuta nascosta ma solo fino ad un certo punto. Sulla sua pagina Facebook ufficiale, tra gli interessi personali figura al primo posto proprio la Fotografia (seguita da  Giardinaggio e Collezionare vinili e Classici Latini). Bastava indagare un po’,  andare oltre il brillante regista o l’iconico personaggio  sornione che tutti conosciamo (e amiamo).  Un personaggio che in certi momenti della vita forse gli è apparso anche un po’ stretto in quel mondo ‘terreno’ in cui sempre di più dilaga l’ego personale,  la superficialità dell’apparire, la banalità di una certa  vita mondana. Lo ha del resto dichiarato espressamente in un suo recente articolo  a Vanity Fair, elencando  “Cosa non mi va più di fare da quando ho passato i 65 anni”.

Ho bisogno di essere arricchito interiormente, culturalmente, spiritualmente, moralmente

Questo ha scritto a margine dell’elenco.

Una ricerca che porta avanti da tempo, in parallelo con la sua brillante carriera di attore, regista (e scrittore). Del resto, i confini tra diversi linguaggi espressivi esistono solo nelle nostre impalcature mentali.

Carlo Verdone. Nuvole e Colori ph @Carlo Verdone
Nuvole e Colori ph @Carlo Verdone

Una ricerca dello stupore solitaria, come una sorta di rito, “una preghiera  laica” come l’ha definita Elisabetta Sgarbi che ha inserito lo sguardo  fotografico dell’artista romano all’interno di un progetto più ampio, La Milanesiana, per la prima volta a Napoli. Per la sua ventunesima edizione, il festival multidisciplinare della Sgarbi, il tema scelto è quello dei colori. “Nuvole e colori”, infatti, è il titolo dell’esposizione che si potrà visitare al MANN fino al primo novembre.

Dopo la prima assoluta di Napoli, la mostra – curata da Paolo Mereghetti ed Elisabetta Sgarbi – farà tappa a Roma e a Milano.  Accompagna la mostra un catalogo edito dalla Fondazione Elisabetta Sgarbi, con testi di Carlo Verdone, Paolo Mereghetti, Elisabetta Sgarbi, Laura Valente.

Informazioni

Carlo Verdone. Nuvole e colori

A cura di Paolo Mereghetti e Elisabetta Sgarbi
Progetto di allestimento Luca Volpatti

Museo Madre, Napoli

La mostra sarà aperta fino al 1º novembre 2020 tutti i giorni escluso il martedì, dalle 10 alle 19.30 (fino alle 20 la domenica) ed è inclusa nel percorso museale del Madre, biglietto d’ingresso € 4

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