La prima volta di Giambattista Tiepolo (Venezia 1696 – Madrid 1770) a Milano promette di essere una visita d’eccezione. Le Gallerie d’Italia – Piazza Scala espongono circa 40 opere autografe dell’artista, oltre ai lavori di suoi colleghi contemporanei e affini. Dal 30 ottobre 2020 al 21 marzo 2021.
Giambattista Tiepolo non è mai stato in mostra a Milano, ma nel corso della sua carriera dal capoluogo lombardo era già passato. Proprio su quel periodo – segnato da grandi committenze e importanti lavori, soprattutto nei palazzi Casati Dugnani e Clerici – si concentra la mostra mostra Tiepolo. Venezia, Milano, l’Europa, a cura di Fernando Mazzocca e Alessandro Morandotti, organizzata dalle Gallerie d’Italia – Piazza Scala. Un percorso attraverso l’attività artistica del Tiepolo, che l’ha condotto da Venezia a Milano, per consacrarsi poi in tutte le più grandi corti europee.
8 sezioni raccolgono circa 70 opere e testimoniano le tappe evolutive dell’artista, che inizia la sua carriera a Venezia – in Accademia, dipingendo scene mitologiche ed esercizi di nudo – e dove riesce velocemente ad aggiudicarsi importanti commissioni, come il Martirio di San Bartolomeo realizzato nel 1722 per la chiesa di San Stae. A questo, in mostra, viene affiancato il coevo Martirio di San Jacopo del Piazzetta, realizzato per lo stesso cantiere. Da qui l’affermazione tra le nobili famiglie veneziane dei Sandi e degli Zenobio: gli elementi principali di due cicli simbolici eseguiti per queste committenze ne testimoniano la raggiunta maturità artistica, caratterizzata da un’originale rielaborazione di noti temi mitologici e storici.
Dopodiché arriva a Milano, passaggio necessario per raggiungere poi l’Europa, dove giunge in due occasioni distinte (1730-1731, 1737 e 1740). Di questo periodo, la mostra permette di ammirare una serie di opere restaurate per l’occasione, normalmente poco o per nulla accessibili al pubblico, quali gli affreschi della basilica di Sant’Ambrogio e quello eseguito per Palazzo Gallarati Scotti. Di analogo fascino i disegni che ricostruiscono le fasi preparatorie dell’affresco per la Galleria al piano nobile di Palazzo Clerici.
Tra il 1751 e il 1753 Tiepolo si sposta in Germania, a Würzburg, insieme ai figli. La sezione Tiepolo e i figli in Germania si focalizza su come Giandomenico, ormai compagno di strada dell’affermato maestro, cominci ad affiancare il padre e a produrre disegni per le sue composizioni. Un successo – testimoniato in mostra da un bozzetto per una sala della Residenza di Würzburg e dal Banchetto di Antonio e Cleopatra, nella variante proveniente dalla National Gallery di Londra – che li porterà anche a Dresda, allora uno dei centri artistici più aggiornati in Europa.
Connubio, quello tra Tiepolo e i figli, che prosegue anche in Spagna, a Madrid, dove il Tiepolo un’inconsueta tenerezza espressiva, a un sentore di malinconica introspezione, che ha riflessi nelle stesure più morbide, nel disegno più diligente e meno risentito. La mostra si chiude emblematicamente su un confronto tra padre e figlio, con il San Francesco dell’Assisi riceve le stimmate di Tiepolo senior del Museo del Prado da una parte e Abramo e gli angeli delle Gallerie dell’Accademia di Venezia, di Giandomenico dall’altra.