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Jacopo Rinaldi sulle tracce di Gaetano Bresci. Fotografia e impronte digitali

“iio sono un disgraziato il mio destino è di morir in prigione strangolato”, installation view. Jacopo Rinaldi solo show, BRACE BRACE, Milano. Foto di Francesco Paleari.

Jacopo Rinaldi (Roma, 1988), a Brace Brace, Milano, con iio sono un disgraziato il mio destino è di morir in prigione strangolato, aperta fino al 25 settembre 2020, ci presenta la figura dell’anarchico Gaetano Bresci da una prospettiva inedita, come uomo interessato alla fotografia.

Sono gli studi e le ricerche d’archivio del giovane artista a condurlo alla scoperta di quanto il regicida avesse addosso al momento dell’arresto, dopo l’uccisione del re Umberto I, avvenuta il 29 luglio del 1900: la pistola, una macchina fotografica e i reagenti per lo sviluppo delle fotografie.
Da qui l’idea di dedicare una mostra a Gaetano Bresci e al suo rapporto con la produzione di immagini. Ritrovate le fotografie scattate dall’anarchico, probabilmente pochi giorni prima dell’omicidio, ritraenti amanti, amici e familiari, l’attenzione di Rinaldi cade sulle impronte digitali lasciate dallo stesso Bresci durante il processo di sviluppo. L’interesse per le impronte digitali è tale da diventare il focus intorno a cui costruisce e allestisce la mostra.
Due le fotografie esposte, elaborate digitalmente dall’artista per ottenere immagini di grande formato e per evidenziare maggiormente la presenza delle impronte digitali di Bresci: un reticolo di sottili filamenti di carta adesiva argentata, specchiante, incollata alla parete che scompone e ricompone la visione di figure che sembrano sottrarsi alla possibilità di essere afferrate completamente: se ci si avvicina troppo le forme svaniscono in una serie di fitte linee irregolari.

 

“iio sono un disgraziato il mio destino è di morir in prigione strangolato”, installation view. Jacopo Rinaldi solo show, BRACE BRACE, Milano. Foto di Francesco Paleari.

In mostra, oltre alle due fotografie esposte, troviamo una tiratura di stampe, alcune riposte nei cassetti di un mobile posizionato al centro di una delle due sale espositive – a rievocare l’arredamento d’archivio – che raffigurano l’impronta del palmo delle mani di Bresci. L’ispirazione viene dalla raccolta di impronte digitali di Vucetich, utilizzate per lo studio comparato con scopi criminologici. Inoltre, incastonato in una parete, la prima edizione personale dell’artista, del libro di Lombroso Gli anarchici.

Il particolare dell’impronta digitale è studiato da Jacopo Rinaldi attraverso due chiavi di lettura differenti: metaforicamente, allude alla natura indicale della fotografia; letteralmente, come traccia fisica del corpo di un criminale. La fotografia, infatti, tra gli anni Settanta e Novanta del Novecento, era considerata come segno indicale perché capace di legarsi al referente – l’oggetto o il soggetto catturato – in modo fattuale, oggettivo, come registrazione dell’impronta luminosa di qualcosa o qualcuno che ha valore documentario. Ragion per cui le fotografie scattate da Bresci sono state sequestrate come prove indiziali per ricostruire la sua rete di contatti. Tuttavia, a mettere in dubbio la veridicità della relazione tra fotografia e mondo reale è l’avvento del digitale.
Letteralmente, invece, le impronte digitali designano il corpo del regicida, il quale dopo l’arresto viene studiato come soggetto criminale, proprio a partire dalle impronte, le quali vengono richieste dall’Argentina da Juan Vucetich (dove già nel 1892 avvenne la prima identificazione criminale attraverso le impronte digitali), per uno studio comparato. Le teorie di Lombroso, alla fine del secolo, risultano ormai superate.

 

“iio sono un disgraziato il mio destino è di morir in prigione strangolato”, installation view. Jacopo Rinaldi solo show, BRACE BRACE, Milano. Foto di Francesco Paleari.
“iio sono un disgraziato il mio destino è di morir in prigione strangolato”, installation view. Jacopo Rinaldi solo show, BRACE BRACE, Milano. Foto di Francesco Paleari.

 

iio sono un disgraziato il mio destino è di morir in prigione strangolato testimonia l’importanza della produzione di immagini nella cronaca, soprattutto quando queste diventano oggetto di studio da parte di un artista contemporaneo come Jacopo Rinaldi, capace di darne una lettura inedita e originale e di dare valore artistico a qualcosa che fino a ieri veniva conservato all’Archivio Museo Storico dell’Arma dei carabinieri di Roma come documento storico.

 

Informazioni

BRACE BRACE

Artist-run space

Via Termopili, 36

20127 Milano

Dal 10/09/2020 al 25/09/2020

Accesso libero, gradita la prenotazione

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