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La versione di Banksy. Con ‘Show me the Monet’ torna sotto i riflettori di Sotheby’s il 21 ottobre

Banksy, Banksy e ancora Banksy. Ultimamente si parla sempre di lui sui media. Le notizie di oggi, 18 settembre, sono due: la perdita dei diritti sul marchio di The Flower Thrower e l’arrivo di un’altra sua opera in asta, ‘Show me the Monet’ da Sotheby’s a Londra il prossimo 21 ottobre

Banksy aveva depositato un marchio per questa immagine, The Flower Thrower,  presso l’Unione Europea nel 2014. Ma, dopo che era stata contestato il copyright nel 2018, è arrivata la sentenza dell’Ufficio dell’Unione europea per la proprietà intellettuale (EUIPO): “Banksy non può essere identificato come il chiaro proprietario di tali opere”. L’opera in questione è uno dei suoi lavori più famosi ed era apparso su un muro a Gerusalemme nel 2005.

A fine agosto si era parlato molto dell’acquisto della Louise Michel ex motovedetta militare francese e riconvertita dallo street artist a “motovedetta civile” per soccorrere i migranti in difficoltà nel Mediterraneo centrale. A inizio settembre alcuni rumors sulla sua identità erano diventati virali sui social. L’ultimo nel mirino è stato l’ex presentatore britannico di Art Attack, Neil Buchanan.

Ora è Sotheby’s a lanciare una nuova notizia sull’artista di Bristol. Con l’annuncio di un’altra sua opera in asta a Londra. La vendita di “Show me the Monet”  con una stima di 3-5 milioni di sterline sarà il momento clou della terza asta in live streaming di Sotheby’s intitolata  “Modernités / Contemporary”, che riunisce due vendite di arte moderna e contemporanea in sequenza a Parigi e Londra

Show me the Monet era stato esposto per la prima volta 15 anni fa come parte della seconda mostra in galleria di Banksy al 100 Westbourne Grove a Notting Hill, a ovest di Londra. Intitolata “Crude Oils: A Gallery of Re-mixed Masterpieces, Vandalism and Vermin”, la mostra a ingresso gratuito comprendeva 22 tele dipinte a mano dell’artista, appese in uno spazio di un negozio in disuso. La mostra era rimasta aperta per due settimane, attirando grandi folle che avevano creato lunghe code.

Prima di entrare, i visitatori dovevano firmare una liberatoria e prepararsi a condividere lo spazio con 164 ratti, che Banksy aveva volutamente “assunto” da una compagnia cinematografica per completare le sue opere. Nessun roditore avrà un ruolo da Sotheby’s, assicurano dalla casa d’aste.

Claude Monet. Lo stagno delle ninfee, 1899
olio su tela, 89,5×100 cm,  Musée d’Orsay, Parigi

L’opera prende le mosse dall’idilliaco giardino di Monet a Giverny dove il padre dell’Impressionismo ha realizzato la serie più nota in assoluto, quella delle ninfee. Ma nel lavoro di Banksy il laghetto idilliaco  di ninfee, è riempito con carrelli della spesa scartati e un cono stradale arancione fluorescente. La sua voce di protesta e il suo dissenso sociale si sentono forte e chiari: qui Banksy mette in luce il disprezzo della società per l’ambiente a favore degli eccessi del consumismo.

Negli ultimi anni  il mercato dell’arte ha accolto con grande successo il  lavoro di Banksy all’asta, da Love is in the Bin, al Devolved Parliament da record (ndr, venduto a 9,9 milioni di sterline un anno fa), fino a questa versione di Monet. Le aste di ottobre non sarebbero state complete senza un grande momento di Banksy” Alex Branczik, Sotheby’s European Head of Contemporary Art

Realizzato nel 2005, Show me the Monet fa parte di una serie nota come “Crude Oils”, che comprende ciò che Banksy ha definito “remix” di opere d’arte canoniche. In questa serie, l’artista sovverte il linguaggio della storia dell’arte per ricreare opere  rinomate con le sue rielaborazioni. Tra queste vi sono i girasoli di Vincent van Gogh appassiti o nel dipinto di Edward Hopper “Nighthawks”  viene aggiunto un uomo in boxer ritratto dopo aver lanciato una sedia contro la vetrina.

www.sothebys.com

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