Padrenostro, Pierfrancesco Favino papà di un bambino che ha paura. Al cinema il nuovo film di Claudio Noce
Padrenostro, il terzo lungometraggio di Claudio Noce,
è tratto dalla storia vera del regista. Nelle sale dal 24 settembre, la pellicola è dedicata al padre ucciso durante gli anni di piombo.
Favino – vincitore per la sua interpretazione della Coppa volpi alla 77ª Mostra internazionale del cinema di Venezia – interpreta Alfonso, magistrato nel mirino degli attentati romani nel 1976 e soprattutto, padre assente di Valerio (Mattia Garaci) che assiste all’attentato premeditato per il padre, guardando negli occhi un uomo che muore.
La storia della paura di perdere il proprio papà considerato un eroe ma anche un traditore, la storia dell’ansia costante che si può combattere solo con respiri profondi dalla pancia ma anche la storia di un amico (Francesco Gheghi) che appare all’improvviso per tutta la durata del film lasciando il pubblico con il dubbio che esista realmente.
La palette di colori tenui che gioca con l’ocra, l’avorio e il celeste ricorda il Salvadores di Io non ho paura; una citazione al Mantegna con il Cristo morto e le inquadrature strettissime sui volti dei personaggi sono le immagini che il regista utilizza per raccontare la disavventura a cui non ha assistito direttamente ma che ha sconvolto la sua famiglia. È il punto di vista del bambino a essere analizzato durante tutta la storia, non solo la sofferenza ma anche le più istintive emozioni della fanciullezza come la gelosia provata per Christian, l’amico che riesce a estraniarlo dalla inquietudine.
Noce decide però di tralasciare dalla narrazione la descrizione di tutti gli altri personaggi: la sorellina è completamente ignara degli eventi e non interagisce con Valerio, escludendo così una legame che sarebbe potuto diventare forza per reagire al mondo degli adulti. La mamma Gina (Barbara Ronchi) non apprezzata dal proprio bambino (perchè non ti basto io? Perchè non sei papà) non si accorge della sofferenza di Valerio e ruota attorno alla figura paterna senza avere uno scopo preciso. I parenti calabresi non fanno altro che accogliere la famiglia rimanendo cornice di una avventura che non vivono. Il personaggio di Alfonso, volutamente in disparte, non fa trasparire il legame padre e figlio, lo fa la costante voglia di dimostrare qualcosa da parte di Valerio per poter essere apprezzato da quel padre che gli fa tante promesse che non può mantenere.
Le due ore di Padrenostro sono focalizzate unicamente sul rapporto tra i due ragazzini, con i loro patti di sangue e il bere il vino come i grandi, lasciano però lo spettatore perso, non è chiara la figura di Christian e si è in continua attesa che ci sia un’evoluzione (che non avviene) o una risposta che non ariva, si perde il filo sentimentale tra tutti i protagonisti che avrebbe potuto essere la vera chiave della pellicola.
Nota estremamente positiva la recitazione di tutto il cast: Pierfrancesco Favino, Barbara Ronchi, Mattia Garaci, Francesco Gheghi, Antonio Gerardi, Francesco Colella, Anna Maria De Luca, Mario Pupella, Lea Favino, Eleonora De Luca e Simone Chiacchiararelli.