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Voci dal Barco Ducale di Urbania. La pittura come scultura in potenza di Davide Serpetti

Davide Serpetti, 𝐴𝑟𝑖𝑜𝑛𝑒, olio, acrilico e spray acrilico su tela, 325 x 190 cm, 2020
Davide Serpetti, 𝐴𝑟𝑖𝑜𝑛𝑒, olio, acrilico e spray acrilico su tela, 325 x 190 cm, 2020

Dubbi, incertezze, paure. Ma soprattutto network, confronti, legàmi. A seguito del lockdown da Covid 19, l’esigenza di molti artisti emergenti e operatori nel settore artistico era quella di ripartire. Elisa Mossa e il gruppo OTTN hanno creato BAR.co, un progetto di arte contemporanea presso il complesso storico di Urbania (PU). Abbiamo intervistato i 12 artisti protagonisti della residenza artistica, durata circa due settimane.

Davide Serpetti (L’Aquila, 1990)

Parlami della tua pittura, della tua poetica.

La mia ricerca negli ultimi anni si è focalizzata sulla pittura, alla ricerca di forme scultoree. Ogni mio dipinto è una scultura in potenza. Ho unito alla forma scultorea anche quella animale e umanoide. Negli ultimi 6 mesi ho concentrato la mia ricerca su Medardo Rosso, in particolar modo sul rapporto tra finito e non finito che il maestro era riuscito a catturare nelle sue ultime sculture. Questo è un tema che ha da sempre interessato la mia ricerca pittorica, poiché spesso mi attraggono le incongruenze tra gli opposti (forme di androginia, messa in discussione di icone, figure di potere, il significato di bello e brutto, maschile e femminile).

Davide Serpetti, Dream is destiny, olio, acrilico e spray acrilico su tela, 195 x 140 cm (framed), 2020

I soggetti delle mie opere sono delle icone che inserisco all’interno di composizioni atemporali e a spaziali. Ogni elemento è sullo stesso piano visivo dell’altro e la prospettiva è assente. Alcuni punti delle mie tele possono sembrare apparentemente piatti, io li vedo come l’unione di tanti pezzi di un puzzle. Nei miei ultimi lavori l’intento è stato quello di creare delle figure che non hanno nessuna categorizzazione di genere, ma si presentano ad ogni fruitore come possibili esseri maschili o femminili. Il mio obiettivo è quello di creare immagini che possano immediatamente essere familiari a chiunque le guardi, indipendentemente da età e sesso dello spettatore.

Parlami della residenza, cosa hai realizzato?

Inizialmente ero venuto qui con l’idea di continuare una serie di opere realizzate per una mostra in Montenegro. Piccoli ritratti e teste (Easter Eggs) che riprendevano le forme di Medardo Rosso. Una volta visti gli spazi del Barco la mia idea è mutata. C’era l’imbarazzo della scelta per accaparrarsi il giusto luogo in cui lavorare. Io ho trovato questa stanza, usata come sala conferenze e l’ho svuotata delle sedute.

Davide Serpetti, The Duke , olio, acrilico e spray acrilico su tela, 195 x 140 cm (framed) 2020

Durante la residenza ho realizzato una tela di circa 3 x 2 metri. Inizialmente il dipinto raffigurava più soggetti. Scultura, animale, ritratto fanno parte della mia pittura. Per questa tela in particolare, inizialmente avevo realizzato più teste, ma osservando la composizione avevo notato che nella struttura c’era qualcosa che non andava. Così ho modificato progressivamente il dipinto. Con le linee ho creato una sensazione di spazio, il soggetto è poggiato sopra un pattern di linee sfumate, ma è chiaro fin da subito che si trova all’interno di uno spazio chiuso. Al centro della composizione c’è il cavallo – omaggio al lavoro “Inside the Circle” di Adrian Paci -, che dona dinamismo al quadro e come tutti gli animali interessa spesso i miei lavori.

In questa tela ho utilizzato una tecnica mista di olio, acrilico e spray acrilico. Credo di aver iniziato ad usare la bomboletta dopo aver conosciuto il trio Cane Morto, un collettivo di street artists che utilizzano una tecnica mista di olio su tela e spray. Sono anche appassionato di musica; spesso la utilizzo come fonte di ispirazione sia durante la creazione delle mie opere che per titolarle.

A quali maestri ti ispiri?

Gli affreschi di Pompei, la pittura di Francis Bacon, le incisioni giapponesi sono le fonti di ispirazione che prediligo per la costruzione dei miei quadri. Il pino marittimo è sempre presente nelle mie ultime composizioni. Sono abruzzese ma ho vissuto per molti anni fuori dall’Italia. Al ritorno dai miei viaggi, ho iniziato a notare che una delle prime cose che mi faceva sentire a casa erano questi alberi, simbolo della mia infanzia e della mia terra.

Davide Serpetti, foto di Jessica Soffiati

La tua formazione.

Dopo aver conseguito una laurea triennale presso l’università Naba a Milano ho proseguito i miei studi con un master a Gand (Belgio) all’Accademia di belle arti KASK. Dal 2014 in poi ho solo dipinto. Ho partecipato come performer alla Biennale di Venezia, al MACRO a Roma con Marcello Maloberti, per il Crepaccio (spazio per artisti emergenti a Milano). Negli ultimi due anni ho avuto la fortuna di conoscere Luigi Presicce che ammiravo già dai tempi dell’Accademia. Presicce mi invitò 2 anni fa presso la residenza per pittori a Lecce, “Simposio di pittura” presso la Fondazione Lac o le Mon e l’anno scorso mi chiese di collaborare con lui in veste di coordinatore della residenza. Nell’ultimo anno ho lavorato prevalentemente da L’Aquila per la mc2 Gallery di Milano, con cui sto preparando una personale di dipinti e “vere” sculture che inaugurerà il 29 ottobre prossimo.

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