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Al via le valutazioni a distanza per la versione digitale di TEFAF New York

TEFAF New York 2020 Un membro del comitato di valutazione durante TEFAF Maastricht 2019
TEFAF New York 2020
Un membro del comitato di valutazione durante TEFAF Maastricht 2019. Courtesy ArtnetNews

Nota per i suoi eccellenti standard qualitativi, per non far calare il livello TEFAF deve ora scendere a compromessi con i limiti imposti dal digitale. Meno opere e valutazioni da remoto per mantenere alta l’offerta della fiera newyorkese (online dall’1 al 4 novembre).

In circostanze normali, per la sua edizione autunnale TEFAF (The European Fine Art Fair) avrebbe sguinzagliato più di un centinaio di specialisti afferenti ai settori più vari -dagli Old Masters al design scandinavo- per esaminare tutti gli oggetti proposti dai tanti espositori provenienti da tutto il mondo. Ogni minimo dettaglio sarebbe passato sotto l’occhio attento e la lente di ingrandimento degli esaminatori prima di poter essere presentato ai visitatori di una delle più antiche e importanti fiere d’arte del mondo.

Ma al tempo del Covid-19 niente è come prima, e se solo un anno fa questo gigantesco processo di valutazione sarebbe stato la prassi, ora è diventato qualcosa di insostenibile. I dirigenti della fiera hanno quindi dovuto fare una scelta, decidendo di tagliare sul numero dei pezzi per riuscire a garantire, come al solito, l’elevatissima qualità dell’evento.

Forse addirittura più del solito, dato che la richiesta fatta ai galleristi è stata quella di portare un unico pezzo a testa. Scelta difficile per i 280 espositori presenti, ma che dovrebbe garantire un’offerta limitata a opere di altissimo livello. Oltre ad essere una soluzione necessaria per ovviare ai limiti che la valutazione da remoto comporta.

Per aiutare gli esperti, ai mercanti vengono inoltre richiesti una serie di documenti utili a supportare la valutazione a distanza. Fotografie dettagliate, un report delle condizioni dell’oggetto stilato da un professionista e un catalogo completo di informazioni come provenienza, storia espositiva e riferimenti letterari. Questo il “pacchetto” da presentare al comitato di selezione.

C’è chi, come il dealer Ben Brown, ha deciso di allegare anche un video del suo pezzo, un’opera del quotato designer Francois-Xavier Lalanne. In questo caso, ulteriore garanzia di autenticità è rappresentata dal fatto che Brown l’abbia acquistato da un cliente a cui lui stesso lo aveva venduto anni fa.

Vista l’enorme varietà delle opere che ogni anno circolano a TEFAF, quello di valutazione è un processo che cambia radicalmente da uno stand all’altro. Nel caso dei gioielli, per esempio, oltre all’autenticità è essenziale valutare che ogni dettaglio sia integro e non presenti sostituzioni. Categoria, questa, che nella prossima edizione si illuminerà ancor più del solito grazie a una presenza speciale. Wallace Chan, gioielliere di Hong Kong famoso per le sue creazioni uniche, porterà in fiera Fluttery, creato nel 2014 e mai esposto prima.

TEFAF New York 2020
Wallache Chan, Fluttery – In Love with Spring (2014). Courtesy ArtnetNews

www.tefaf.com

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