Emilio Isgrò (1937), artista italiano tra i più affermati nel panorama contemporaneo, ha realizzato per la Metropolitana di Brescia, alla fermata Stazione FS, un’imponente installazione site specific ricoperta di cancellature – peculiarità del suo linguaggio espressivo – in occasione del grande ritorno della Vittoria Alata bresciana
Brescia si affida dunque a Isgrò per un’operazione artistica dal grande valore culturale, celebrando una delle più straordinarie statue in bronzo di epoca romana, che tornerà in città a novembre dopo due anni di restauro.
L’opera dell’artista siciliano, Incancellabile Vittoria, è una monumentale installazione di circa 200 metri quadri, composta da 205 pannelli di fibrocemento fresati. Il soggetto dell’opera presenta la sagoma della Vittoria Alata che si eleva dalle cancellature tipiche della sua cifra espressiva più caratteristica, originando uno dei più sorprendenti linguaggi dell’arte contemporanea del secondo dopoguerra; Isgrò infatti spesso viene citato come “artista della parola”.
A Brescia le due Vittorie diventeranno punti di attrazione e faranno da trait-d’union tra due templi della città, connubio tra antico e moderno: quello classico del Capitolium, all’interno del Museo Archeologico di Brescia, e quello della stazione ferroviaria dell’alta velocità e della metropolitana, emblema della modernità. Incancellabile Vittoria è donata da Isgrò alla città, andando così ad arricchire il patrimonio artistico bresciano.
Emilio Isgrò regala questa superba installazione anche come simbolo di rinascita e speranza post Covid, aiutato dagli splendidi versi latini dell’Eneide, che segnano il suo forte amore per la classicità: essi non sono cancellati, bensì messi in rilievo, esaltati. La parola che, con la sua assenza, diventa presenza. La dea romana – tratteggiata di colore rosso e riconoscibile dalle ali e dalla posizione alzata delle braccia – emerge da una più ampia griglia composta da cancellature nere su un brano tratto dall’Eneide di Publio Virgilio Marone, poeta classico e autore del capolavoro letterario che racconta la fondazione di Roma, la sua grandezza e quella del suo impero di cui Brixia (l’antica Brescia) fu una delle città più importanti.
Per Francesca Bazoli, Presidente di Fondazione Brescia Musei,
Il potere suggestivo del grande bronzo romano è stato magistralmente colto da Emilio Isgrò nella grandiosa opera ad esso ispirata, in cui utilizza le parole del primo canto dell’Eneide per farne emergere la silhouette inconfondibile della statua, e nelle bellissime parole della lettera con cui l’artista ha accompagnato il suo generoso dono alla città dell’opera stessa, da lui intitolata Incancellabile Vittoria. La Vittoria Alata è un’icona capace di riconnettere metaforicamente al presente la profondità storica di radici affondate nella grande civiltà antica. ll luogo di inserimento dell’opera è una soglia di transito e dialogo con il resto del mondo, essendo la stessa collocata nell’asse di connessione con l’alta velocità ferroviaria, in un luogo iconico dell’architettura funzionale e dell’infrastruttura moderna che si pone in un rapporto di suggestivo parallelismo con il tempio romano”.
Le cancellature della Incancellabile Vittoria sono state operate in profondità, oltre che con livelli differenti rispetto alle lettere del testo. In questo modo è stato ottenuto un effetto di chiaroscuro tipico del bassorilievo scultoreo. E’ infatti un’opera di siderurgia: non una semplice stampa, ma una fresatura, ed è stata creata utilizzando una tecnologia avanzata a controllo numerico (digitale).
Secondo il curatore Marco Bazzini,
Cancellare parole e immagini per Isgrò non ha mai voluto dire compiere né un atto nichilista né un gesto provocatorio, al contrario, vuol dire riportarle tutte a nuova vita. Nel tempo e in diverse forme la cancellatura ha acquisito oltre a una valenza concettuale anche un carattere pittorico, carattere che in questi ultimi anni si è manifestato con il ritrarre figure, quasi fossero dei pittogrammi, proprio come avviene in quest’occasione bresciana. Ma l’Incancellabile Vittoria è soprattutto un grande inno alla vita e all’unità sociale, perché l’arte di Isgrò da sempre unisce la grande estetica alla grande etica.”
Non si tratta più dunque di mettere una semplice opera in metropolitana, ma di realizzare un importante inno alla vita.
Ho accolto con slancio l’invito che mi viene da una meravigliosa città risorgimentale che prima ha dovuto schivare le bombe venute dal buio, e recentemente l’insidia del coronavirus, pagando un tributo rilevante di vite e di sangue. Come già nel dopoguerra è su queste rovine che bisogna ricostruire, nel segno di una Vittoria alata che viene da lontano e va lontano. Soprattutto con una consapevolezza: che il mondo è cambiato e cambia di continuo […] Non credo che io, come artista, possa essere indifferente a un discorso del genere, e appunto per questo ho deciso di donare alla città l’opera che realizzerò per la Metropolitana e che intitolerò Incancellabile Vittoria. L’arte assomiglia alla religione: rende forte quella parte dell’uomo che è legata a un’ascesi non puramente economica e materiale. Non ho mai ricevuto un no per questo progetto, ma solo tanti sì e questo sì è un sì dell’amore”
(Emilio Isgrò)
L’opera di Isgrò arriva quindi come un segnale di resilienza e resistenza verso gli accadimenti recenti legati al virus, che rendono Brescia orgogliosamente non solo un’area urbana, bensì una comunità di persone coese nella fiducia di un futuro migliore.
EMILIO ISGRÒ. INCANCELLABILE VITTORIA
Brescia, Fermata Stazione FS, Metropolitana di Brescia (Viale della Stazione, 36)
Dal 27 ottobre 2020