“Non conta da dove prendiamo qualcosa, ma quello che ne facciamo”, diceva Jean-Luc Godard. Qual è il confine tra reinterpretazione e plagio nell’arte? Nel video di Arte in italiano, il punto di vista del fotografo Anthony Kurtz e della pittrice Harmonia Rosales.
Numerosi, sin da sempre, gli artisti che prendono come fonte d’ispirazione un’opera d’arte storica e universalmente riconosciuta per reinterpretarla e creare qualcosa di nuovo. Tuttavia la questione solleva dei dubbi: dov’è l’originalità di questo processo? Secondo Jean-Luc Godard, non conta da dove si prende qualcosa, ma ciò che se ne fa.
Il fotografo californiano Anthony Kurtz (1979) prende in esame opere iconiche della storia dell’arte e le ricrea meticolosamente all’interno di uno studio, reinterpretandole in versione contemporanea: ad esempio, la sua versione di La zattera della Medusa di Géricault è costellata di parabole e uomini in cerca di un segnale telefonico.
Dal canto suo Harmonia Rosales (1984), artista afro-cubana nata a Chicago, milita per un’arte che sia più rappresentativa della realtà. Tra i suoi lavori più celebri, la rivisitazione de La creazione di Adamo di Michelangelo: Dio, Adamo e gli altri personaggi maschili sono sostituiti da donne di colore, con l’intenzione di ribaltare un’arte tradizionalmente patriarcale e bianca.